Il primo caso di cancro batterico dell’actinidia è stato segnalato nell’anno 1989 in Giappone sulla specie Actinidia deliciosa.
Nell’anno 1992 il batterio (Pseudomonas syringae pv. actinidiae) che causa il cancro batterico dell’ actinidia è stato segnalato nell’Italia centrale. Dopo il 2007 è diventato un problema grave per la regione Lazio, infatti lì viene prodotto il 30% degli kiwi italiani. Intanto la malattia è presente anche in altre regioni dell’Italia.
Il patogeno
Il patogeno del cancro batterico dell’actinidia è la specie Pseudomonas syringae pv. actinidiae. Si tratta di un batterio della specie Pseudomonas. Il batterio è a forma d’asta, gramm negativo, strettamente aerobico e movibile. Il batterio può essere trasmesso con la pioggia, il vento, da insetti, da altri animali e dell’uomo. Il batterio ottiene il suo optimum vitale tra 10 e 20º C, ma non più di 25º C.
Ľumidità sulle piante favorisce la sopravvivenza e la moltiplicazione, sia sulla superficie, sia all’interno della pianta.
Sintomi
Già in inverno e inizio primavera sul tronco e sui germogli si manifestano cancri da cui fuoriescono essudati prima di colore biancastro e dopo rosso ruggine. Il legno giovane riceve una colorazione bruna, spesso si osservano anche disseccamenti dei rami e dei giovani germogli. Nel seguito si manifesta ľimbrunimento dei fiori e dei boccioli. Sulle foglie si formano necrosi di forma irregolare di color marrone scuro fino al giallo. I frutti delle piante malate iniziano ad avvizzire.
Rilevamento del patogeno
L’osservazione dei sintomi visibili rappresenta solo una prima forma di diagnosi del cancro batterico dell’actinidia. Per ľ identificazione di Pseudomonas syringae pv. actinidiae è necessaria ľanalisi in laboratorio.
Misure di lotta
In questo momento una lotta diretta del cancro batterico dell’actinidia non è possibile, bisogna prendere misure preventive. Durante l’anno negli impianti devono essere fatti ispezioni di controllo per riconoscere tempestivamente eventuali sintomi.
Per creare condizioni sfavorevoli negli impianti per Pseudomonas syringae pv. actinidiae, bisogna evitare la troppa umidità, causata dall’irrigazione. Inoltre deve essere effettuato una potatura razionale che favorisce un buon arieggiamento all’interno dell’impianto e mantenuto un buon equilibrio vegetativo delle piante con concimazioni adeguate. Se si manifestano casi di cancro batterico, le piante infettate devono essere dissodate e bruciate. Gli utensili impiegati nelle operazioni e le mani devono essere disinfettati per evitare una trasmissione della malattia.
Tra l’altro hanno mostrato effetto anche preparati a base di rame che sono state applicate preventivamente. Questi preparati devono essere applicati dopo la raccolta, a caduta foglie, dopo la potatura e dopo eventuali grandinate e gelate. In impianti infetti è consigliabile applicare i preparati nella fase di germogliamento dopo le piogge e nella fase di caduta foglie.
Fonte: provincia.bz.it – foto di cop. semanticscholar.org