Resta rosso il semaforo per il primo treno carico di ortofrutta italiana con destinazione Cina.
Nonostante l’impegno e l’attenzione continua al progetto da parte degli organismi italiani preposti, tra i quali in prima fila CSO Italy, le Dogane russe continuano a fare opposizione, negando l’autorizzazione preventiva richiesta per l’inevitabile transito del convoglio sul territorio russo.
Tutto il resto è stato risolto, ma non hanno aiutato a superare l’ultimo ostacolo né la scelta di una compagnia ferroviaria russa per il trasporto né la più recente alleanza con gli spagnoli, stabilita a Bruxelles, per una condivisione dell’obiettivo (anche la Spagna vorrebbe poter utilizzare il mezzo ferroviario per esportare in particolare la sua frutta estiva, pesche e nettarine, in Cina).
Il divieto delle Dogane russe è strettamente collegato, evidentemente, al permanere delle sanzioni che la Russia sta applicando all’export dell’ortofrutta europea nel Paese come ritorsione alle sanzioni occidentali a Mosca per l’annessione della Crimea e le questioni di confine tra Russia e Ucraina.
Lo scorso febbraio, a Berlino, il presidente di FruitImprese Marco Salvi, davanti alle quasi 300 persone convenute all’ambasciata d’Italia per la tradizionale serata dell’ortofrutta italiana, promossa da Confagricoltura e dalla stessa FruitImprese, aveva annunciato l’iniziativa con la speranza che si potesse partire già a marzo. L’attesa si sta allungando. Ed è un vero peccato perché il treno permette di risparmiare almeno una settimana sul trasporto navale verso la Cina e per alcuni prodotti ortofrutticoli ciò fa la differenza.
Fonte: corriereortofrutticolo.it