Emilia Romagna, nuovi parassiti minacciano l’ortofrutta

da Redazione FruitJournal.com

Si allunga la lista di parassiti che erano sconosciuti nelle campagne emiliano romagnole: è di pochi mesi fa infatti il ritrovamento di un insetto, l’aleurocanthus spiniferus, che rischia di creare dei grattacapi ai produttori.

Nel corso dei controlli e dei monitoraggi territoriali eseguiti dal Servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna e dal Consorzio fitosanitario di Modena, sono stati individuati alcuni focolai di questo ‘aleurodide’ già segnalato sul territorio nazionale dal 2008. Anche in questo caso si tratta di un insetto ‘alloctono’ individuato in alcune aree di Modena e Bologna. A sottolinearlo è un articolo di Caludio Ferri sul Resto del Carlino.

“Questo insetto, che manifesta alta polifagia e che può compiere da 3 a 6 generazioni sovrapposte all’anno – spiega al Carlino Luca Casoli, direttore del Consorzio fitosanitario di Modena – risulta ad oggi nocivo per gli agrumi, sebbene possa colpire anche altre specie coltivate quali il pero, il melo, la vite, piante ornamentali come le rose, oltre ad orticole e numerose piante spontanee”. Provenienti da altri Paesi, quindi, questi ‘alieni’ a volte si insediano con facilità in aree prive di antagonisti naturali, manifestando una capacità di moltiplicazione esponenziale con conseguenti danni alle produzioni agricole. Dopo la vespa cinese, la cimice asiatica e il moscerino giapponese, ora si sta monitorando con attenzione l’aleurocanthus spiniferus.

“Gli adulti sono piuttosto piccoli, di colore grigio blu metallizzato – spiega Casoli – e il danno è principalmente imputabile alle forme giovanili dell’insetto che, nutrendosi a spese della linfa fogliare, provocano alterazioni nella pianta. Oltre al danno diretto, questa mosca bianca secerne abbondante melata zuccherina sulla quale si possono sviluppare funghi e la conseguente formazione di fumaggini”.

Le uova, deposte a spirale nella pagina inferiore delle foglie, sono leggermente allungate con una dimensione di circa 0,2 mm. “Si adatta bene al clima padano – aggiunge Casoli – e lo sviluppo dell’insetto richiede temperature comprese da 20 a 34 gradi, mentre non sopravvive a temperature superiori ai 43 gradi e inferiori al congelamento. Questo ultimo dato biologico, che andrà comunque verificato nei nostri ambienti – sottolinea ancora il direttore del fitosanitario modenese – potrebbe fare ipotizzare una limitata diffusione dell’insetto al verificarsi di condizioni invernali consuete nel nord Italia”.

È in corso inoltre un accertamento sulla potenziale ‘virulenza’ all’interno delle strutture protette, come i tunnel riscaldati e le serre. “Sebbene ad oggi le segnalazioni risultino sporadiche e limitate – aggiunge – occorrerà verificare la diffusione nei mesi a venire, in funzione della sua possibile pericolosità perché ci sono ipotesi che indicano la sua capacità di adattamento e di colonizzazione del nostro territorio”.

Lo spiniferus è infatti stato aggiunto nell’elenco Eppo A2 ( Organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle piante), in pratica quella lista di parassiti raccomandati per la regolamentazione di quarantena per le piante di agrumi in vivaio. «Eventuali casi sospetti o accertati – raccomanda infine Casoli – devono essere immediatamente segnalati al Servizio fitosanitario regionale”.

 

Fonte: Il Resto del Carlino

 

 

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