Il controllo chimico è riservato agli adulti di Philaenus spumarius quando questi si spostano dalle erbe sulla chioma degli olivi dai quali, se infetti, possono acquisire il patogeno vegetale. In questa fase della protezione della pianta, affinché la distribuzione sia efficace, la scelta del formulato e del momento d’intervento sono strategici.
Inoltre, è necessario agire contro i vettori adulti prima che questi divengano infettanti o che riescano a trasmettere X. fastidiosa. A tal proposito sono stati valutati diversi insetticidi, sostanze naturali o inerti (estratto di olio di agrumi, caolino, zeolite) e molecole di sintesi (Deltametrina, Buprofenzin, Imidaclo-prid) per sopprimere le popolazioni adulte. I neonicotinoidi (MoA: 4a; MoE: ingestione) e i piretroidi (MoA: 3a; MoE: con-tatto ed ingestione) hanno mostrato la massima efficacia. Scarsa nel tempo è risultata l’azione di formulati a base di Dimetoato.
Nessuna efficacia hanno mostrato i prodotti contenenti Buprofenzin, Pimetrozine (MoA: 9b; MoE: ingestione) e Spirotetramat. Per il momento non sono state espresse le necessarie considerazioni di opportunità nella scelta di uno due fra i formulati disponibili, preferibilmente con diverso MoA. Recentemente, in Italia è stato registrato un formulato per la distribuzione su olivo contro Philaenus spumarius, l’Epik a base di Acetamiprid, un neonicotinoide (MoA IRAC: 4a; MoE: ingestione).
Mentre un secondo formulato, il Closer 240 SC a base di Sul-foxaflor (MoA IRAC: 4c; MoE: contatto e ingestione) è stato testato in laboratorio e in campo controllando efficacemente gli adulti del vettore. I formulati sono stati anche iniettati con dispositivi innovativi come il BITE (Blade for Infusion in TrEes: http ://drp.bio/wp-content/uploads/2017/04/Bite-Bro-chure-ITA-ENG.pdf), che riteniamo essere una tecnologia di distribuzione dei formulati meno impattante sull’ambiente.
Foto sinistra: Vapore (60-90°C) somministrato sugli stadi giovanili infestanti la vegetazione spontanea, foto centro: Trattamento endoterapico con il BITE (Blade for Infusion in TrEes), foto destra: Zelus renardii preda il Philaenus spumarius.
Mezzi biologici
Una serie di fortunati eventi ci ha permesso di individuare nel genere Zelus (Hemiptera Reduviidae), di origine Neartica ma acclimatato da anni in diverse nazioni europee fra il 2011 e il 2016, specie interessanti di predatori come lo Zelus renardii. Il Reduvide è un efficace predatore dello psillide Macrohomotoma gladiata (Hemiptera Psylloidea). Introdotta in Europa qualche anno fa e originaria dell’Estremo Oriente, la psilla infesta le piante del genere Ficus. Zeluse Macrohomotoma, provenendo da due estremi del mondo, si sono incontrati sugli apici dei Ficus ornamentali spesso ora piantati sulle coste mediterranee.
Si è provato ad offrire Philaneus adulti a Zelus, constatando in pochi secondi l’aggressione letale dello Zelus. Ulteriori esperimenti e osservazioni sistematiche (in corso) dimostrano l’appetito di questo antagonista e la sua attitudine ad uccidere un gran numero di vettori. Z. renardii, se allevato in modo massale, potrebbe essere un efficace agente di controllo biologico negli oliveti, da utilizzare in programmi per inondazione. Nelle prove di allevamento sono state ottenute discrete performance utilizzando diete a base di fegato. Attualmente siamo impegnati a capire se lo Zelus possa essere allevato su diete completamente sintetiche e facilmente conservabili. L’antagonista potrebbe esser impiegato per contrastare la diffusione del batterio lanciando Zelus adulti in corrispondenza dell’inizio di sfarfallamento del vettore.
I lanci dovrebbero ripetersi di anno in anno previa valutazione della popolazione residua di Zelus, a partire dal secondo anno di lancio. Stiamo inoltre valutando anche la capacità dello Zelus di stabilizzare l’ecosistema oliveto, eventualmente riformulando le strategie disponibili di gestione integrata. La Puglia ha forse un’arma in più per combattere Philaenus spumarius, principale vettore di Xylella fastidiosa, batterio da quarantena che dal 2012 sta decimando gli ulivi del Salento e che è ormai giunto alle porte della provincia di Bari.
Per la prima parte dell’articolo “Tradizione e innovazione nel controllo del Philaenus spumarius” CLICCA QUI.
Autori: Picciotti U.1, D’Accolti A.1, Schiavarelli A.1, Gammino R.P.1, Diana F.1, Salerno M.1, Sefa V.2, Russo V.1, Garganese F.1, Diana L.2, Porcelli F12.
1 CIHEAM IAMB, 70010 Valenzano (BA) – 2 Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, 70126 Bari
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