Fragole e piccoli frutti i più colpiti dall’emergenza sanitaria

da Redazione FruitJournal.com

A soffrire maggiormente, in questo periodo di emergenza sanitaria, sono le fragole.

La chiusura di gran parte dei principali canali di vendita quali: mercatini rionali, ristoranti, gelaterie e pasticcerie ha messo a dura prova i fragolicoltori.

I consumatori che si rivolgono alla Gdo prediligono prodotti dalla conservazione più lunga. Per cercare di ovviare tempestivamente a questa situazione, che colpisce diverse colture tipiche di questa stagione, l’organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia ha avviato una campagna istituzionale di sensibilizzazione al consumo di fragole, allestendo adeguati impianti grafici nei punti vendita dove si evidenziano i punti di forza del frutto tra cui la stagionalità, l’origine italiana ed alcune specifiche caratteristiche di almeno una decina dei più importanti prodotti ortofrutticoli nazionali. Il presidente Nazario Battelli afferma: ”Ripartiamo con le fragole, comparto che per le proprie intrinseche peculiarità di filiera risulta già ora in crisi di consumo e di vendite, consapevoli delle complicazioni che ogni punto vendita dovrà affrontare se sceglierà di aderire a questa campagna, essendo un ulteriore impatto su strutture organizzative già in fortissimo stress operativo. Tutti dobbiamo augurarci che la freschezza, la dolcezza nonché gli innegabili contenuti salutistici di uno snack o di un fine pasto a base di fragole ci possano accompagnare, con la primavera, ad un miglioramento della situazione”.

La situazione non migliora in Spagna, anche qui, fragole e piccoli frutti pagano le conseguenze dell’epidemia. La mancanza di manodopera nella provincia spagnola di Huelva e le restrizioni alla mobilità sia dei cittadini, sia delle persone provenienti da Europa e Paesi terzi, hanno reso quasi inevitabile ai produttori abbandonare parte della produzione. L’offerta di piccoli frutti risulta nettamente superiore alla domanda, questo perchè la produzione è in pieno corso, in controtendenza al consumo che, invece, ha subito una drastica frenata. Alcuni provvedimenti per questa situazione sono stati presi dalle organizzazioni agrarie spagnole, le quali hanno chiesto chiesto il sostegno delle amministrazioni per facilitare la ricerca di manodopera. La richiesta è stata inoltrata alla “Sottodelegazione del Governo di Huelva”, al “Consiglio del Lavoro del Governo andaluso” ed al “Ministero dell’Agricoltura”. Il ritmo di raccolta delle fragole è stato rallentato a causa della mancanza di braccianti e parte della produzione resta negli stabilimenti. I produttori, quindi, stanno ricorrendo alla fornitura dei loro frutti all’industria di trasformazione. La maggior parte della produzione di fragole destinata all’industria della trasformazione viene però raccolta nei mesi di maggio e giugno, il che dà un’idea della situazione eccezionale di questa campagna. Il direttore di Freshuelva, Rafael Domínguez, dichiara: “La frutta oggi viene destinata alla trasformazione due mesi prima del solito, perciò i raccolti vengono abbandonati”. Per quanto riguarda il consumo, invece, Domínguez afferma che anche in Spagna l’emergenza sanitaria sta causando una riduzione della vendita di frutta nei piccoli negozi e nei mercati comunali.  Tutto questo si traduce in perdite significative per il settore, la maggior parte delle vendite si effettua presso la Grande Distribuzione.  In condizioni normali la GDO rappresentava il 50% del volume totale e non è possibile pensare ad una compensazione in tal senso. In questo scenario, Freshuelva ha chiesto al governo misure di credito ed esenzioni fiscali come quelle concesse ad altri settori nella penisola iberica.

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