Come il comparto frutticolo spagnolo affronta l’emergenza sanitaria

da Redazione FruitJournal.com

Paco Borrás, ex direttore commerciale del Gruppo Anecoop e attuale presidente del Comitato Export di Freshfel, da una notizia che fa ben sperare la Spagna, in questo particolare scenario che, invece, la sta devastando su diversi fronti.

Il Paese ha dimostrato di avere un comparto ortofrutticolo estremamente solido che è stato in grado di rispondere, tempestivamente e senza troppe pressioni, all’aumento esponenziale di domanda.

I produttori Spagnoli chiedono all’UE più controlli sulle merci importate

Visto e considerata questa sana dimostrazione, ciò che adesso si auspica il Paese è il riconoscimento di questa capacità da parte dell’Unione Europea. Il settore ortofrutticolo iberico si augura che l’UE prenda provvedimenti ed intensifichi i controlli per i prodotti provenienti da Paesi terzi. Un passo essenziale al fine di evitare una saturazione del mercato ed il crollo dei prezzi. Si teme in particolare per i piccoli frutti made in Spagna. Anche Freshuelva ( l’associazione dei produttori della regione di Huelva) è a favore di controlli più rigorosi: “Riteniamo necessario che le amministrazioni adottino misure per alleviare la crisi del settore che da anni lotta senza aiuti per sopravvivere in un mercato che, invece di premiare, punisce la parte produttiva con prezzi sempre più bassi e fa concorrere le nostre aziende con competitor extra-UE. Questi ultimi, per via degli accordi commerciali in atto, non sono costratti a seguire le normative comunitarie in materia di lavoro e salute”.

Carenza di braccianti anche in Spagna

Gli imprenditori agricoli andalusi, nel mezzo della campagna per la raccolta dei frutti rossi, stanno subendo un duro colpo a causa della pandemia, anche per il reperimento di braccianti. La chiusura delle frontiere dal Marocco ha bloccato l’arrivo di quasi 11.000 braccianti marocchini, che avrebbero potuto raccogliere le fragole a Huelva. Le restrizioni alle frontiere nell’UE hanno paralizzato anche l’arrivo di lavoratori dall’est Europa. “Il nostro futuro è incerto. In questo momento l’attività commerciale è diminuita, ma se le vendite dovessero aumentare, non è chiaro se avremo abbastanza personale”, afferma Manuel Piedra, dell’Unione dei piccoli agricoltori di Huelva.  Il Difensore civico José Luis Escrivá, sostiene che e da un lato l’attuale legislazione consente di offrire permessi di lavoro ai cittadini stranieri regolarmente residenti in Spagna, dall’altro questi non possono essere assunti perché non dispongono di autorizzazioni che gli consentano di lavorare. È il caso dei richiedenti asilo, che sono stati in Spagna per meno di sei mesi, ma  che non hanno ancora il permesso di lavoro. Oppure è il caso dei giovani immigrati che, dopo aver compiuto 18 anni, hanno un permesso di soggiorno ma non di lavoro. Mentre alcune ONG lavorano per sbloccare questa situazione, il governo è al lavoro per estendere al settore agricolo le misure adottate per la libera circolazione dei professionisti sanitari all’interno dell’Ue.

Il comparto degli agrumi spagnolo tiene bene

Le gelate in Turchia hanno lasciato fuori gioco uno dei principali concorrenti degli agrumi spagnoli e l’alto contenuto di vitamina C, così utile per rafforzare il sistema immunitario in tempo di pandemia, ha scatenato un notevole incremento della domanda di limoni in Europa. L’Associazione agraria dei giovani agricoltori (Asaja) di Murcia ha mostrato la sua “soddisfazione” per la domanda “attiva e dinamica” di limone spagnolo nei mercati internazionali, nonostante la crisi causata da Covid-19.

 

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