Se è vero che il pistacchio è molto resistente alla siccità, è anche vero che migliora notevolmente con l’irrigazione.
L’irrigazione influisce sulla produzione quantitativamente e qualitativamente.
In Turchia, nella cultivar “Kirmizi”, l’irrigazione ha aumentato la resa del 74%, la percentuale di frutto del 56% e la percentuale di pistacchi pieni del 18%. Effetti simili sono stati osservati in uno studio condotto in Spagna. In condizioni ottimali di umidità del suolo, il pistacchio traspira una quantità molto elevata di acqua, raggiungendo fino a 200 l al giorno per un albero adulto. I requisiti di evapotraspirazione delle colture (ETc) possono essere calcolati utilizzando un coefficiente di coltura (Kc) che raggiunge valori fino a 1,19 nel mese di luglio e agosto con conseguente applicazione annuale di acqua di ~ 12.000 mc/ha. In Sicilia il fabbisogno di acqua stagionale calcolato è di ~ 6.000 mc / ha.
Questi volumi di acqua non sono comunemente disponibili per scopi agricoli nel secco territorio interno della Sicilia, dove il pistacchio viene coltivato tradizionalmente. Nelle moderne piantagioni di pistacchio, in genere, un piccolo serbatoio consente la raccolta delle piogge invernali e quest’acqua viene successivamente distribuita durante la stagione della crescita con un sistema di irrigazione a goccia, come “irrigazione supplementare”. Nonostante questa quantità limitata di acqua (~ 500-1000 mc/ha) soddisfi solo una piccola parte del potenziale fabbisogno idrico del raccolto, influisce positivamente sugli scambi e sulla produttività del gas delle foglie, che risultano aumentati del 30% dopo tre applicazioni di acqua.
Numerosi studi suggeriscono che l’efficienza dell’irrigazione potrebbe essere ulteriormente migliorata, prendendo in considerazione la risposta fisiologica del pistacchio a stress idrico. La disponibilità di nuove tecnologie ha portato allo sviluppo di protocolli di irrigazione più efficienti basati sull’uso di misurazioni, prossimali o remote, di vari parametri della pianta diversamente associati a stress idrico.
Questi metodi sono stati sviluppati in risposta ai cambiamenti climatici e alla scarsità d’acqua, con l’obiettivo principale di ottimizzare (principalmente ridurre) le applicazioni idriche ed aumentare la produttività dell’acqua rispetto ai frutteti completamente irrigati. Tuttavia, questi sofisticati sensori non sono comunemente adottati nei frutteti commerciali, a causa degli elevati costi di installazione, manutenzione ed interpretazione dei dati associati ai rischi di riduzione della resa in caso di irrigazione da deficit.