La via della seta non è mai stata così trafficata dai tempi di Marco Polo. A dare nuovo impulso ai traffici, proprio l’agricoltura.
È stato firmato ieri l’addendum al protocollo commerciale tra Italia e Cina per l’esportazione di kiwi attraverso il trasporto in nave.
L’accordo fra i due Stati è frutto del lavoro di squadra che ha direttamente coinvolto il Servizio fitosanitario nazionale, il Mipaaf (ministero Politiche agricole, Alimentari e Forestali) e il ministero degli Affari Esteri e consentirà di spedire via mare fino a 7mila tonnellate di kiwi italiano.
L’importante lavoro diplomatico perseguito offrirà, inoltre, una serie di vantaggi alle aziende dell’intero comparto produttivo che potranno infatti incrementare la competitività di tutta la filiera.
Un aspetto che, d’altronde, accresce ulteriormente il potenziale di sviluppo commerciale di ortofrutta tra Italia e Cina. Il Belpaese, però, ha già iniziato a scaldare i motori con un’impennata dell’export dell’87% nei primi mesi del 2020. In particolare, le importazioni di ortofrutta italiana in Cina sono aumentate del 74% nella prima metà di quest’anno. Una percentuale importante, soprattutto se si considera che nel 2019 l’incremento registrato è stato del 20%.
Nel 2019, inoltre, la Cina ha esportato un milione di tonnellate di ortofrutta in Unione Europea, di cui 136mila solo in Italia.
Nel periodo pre-Covid, invece, la bilancia commerciale si è chiusa con un disavanzo a favore della Cina di circa 100 milioni di dollari.
L’export nostrano, che calcola 26 milioni di dollari di prodotti freschi venduti in Cina, consiste per il 98% in kiwi freschi.
In particolare, l’esportazione di questo frutto ha registrato nei primi due mesi di quest’anno un’impennata significativa, favorita anche dalla visita del ministro cinese in Italia.
L’accordo per l’export dei kiwi ha quindi sancito il consolidamento dei rapporti commerciali tra il Belpaese e la terra del Sol Levante. Accordi che aprono così la strada alla definizione dei dossier Italia-Cina su mele e pere, su cui è già alto l’interesse dei produttori regionali.
Ilaria De Marinis
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