Olive, si raccolgono anche nelle zone infette

da Redazione FruitJournal.com

La Xylella Fastidiosa non allenta la sua stretta sugli ulivi, ma anche nelle zone maggiormente compromesse le aziende agricole si preparano alla raccolta.

La campagna olivicola è ormai alle porte e tanti produttori, nonostante l’emergenza causata dal batterio, si sono già attivati per poter raccogliere i frutti della stagione 2020.


Fra questi, Leonardo Leggieri dell’omonima azienda agricola sita nel tarantino. Suddivisa in tre tenute (Barbuzzi, Palombara e San Trifone), l’azienda si estende su una superficie di 18 ettari nell’agro di Lizzano e Fragagnano (Ta) e produce molteplici colture.
“Cereali, melograni, limoni, pere, pesche, susine, peschenoci, percoche, mandorle, fichi e fichi d’india: tutte prodotte in modeste quantità, per soddisfare i nostri clienti”. “Inoltre – spiega Leonardo – stiamo pensando di affacciarci anche alla viticoltura”.

La vocazione principale dell’azienda, però, rimane quella dell’olivicoltura: “Il cuore pulsante della nostra azienda sono i nostri uliveti – prosegue l’agricoltore – su una superficie di circa sei ettari, coltiviamo dalle neo impiantate Favolosa (Xylella resistenti) alle secolari Celline di Nardò, passando per altre sei cultivar più tradizionali e che sono state impiantate da oltre 10 anni, come Leccino, Coratina, Frantoio, Nociara, Pendolino, Ogliarola”.

Il raccolto delle olive dell’azienda Leggieri prosegue comunque lungo due strade: una parte è destinata al mercato tal quale come olive da mensa, l’altra è invece destinata alla realizzazione di Olio Extra Vergine d’Oliva, destinato all’esportazione nei mercati europei.

“Per ora è ancora presto per procedere alle operazioni di raccolta. Nella nostra azienda stiamo riqualificando parte degli uliveti, specie per quanto riguarda gli alberi secolari, che abbiamo drasticamente capitozzato per agevolare la crescita in larghezza dell’albero e per migliorare le operazioni di raccolta delle olive”, continua l’imprenditore.

“Dal punto di vista fitosanitario, le operazioni per contenere la Xylella Fastidiosa si sono rivelate fondamentali, anche per raccogliere un prodotto con standard qualitativamente elevati. Solo attraverso attente e mirate pratiche agronomiche possiamo limitare questo vero e proprio disastro”, ha sottolineato Leggieri. La sua azienda, infatti, si colloca in piena zona infetta e il pericolo che il batterio prenda di mira gli ulivi, disseccandoli, è ancora incessante.

Insieme alla preoccupazione da Xylella fastidiosa, si affianca tuttavia anche quella legata al cambiamento climatico che, infatti, incide sempre più sull’andamento della stagione: “Il clima estremamente caldo e secco di quest’anno di certo non ha agevolato noi olivicoltori; fortunatamente si può fare affidamento sull’irrigazione di soccorso, che nei periodi di invaiatura sembra arginare le conseguenze dovute alla tropicalizzazione del clima”.

L’agricoltore ha quindi concluso: “Ad oggi e sulla base di queste considerazioni è ancora presto poter valutare bilanci e raccolti. D’altro canto, in agricoltura più che altrove, vale il detto: non dire gatto se non ce l’hai nel sacco!”.

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

 

 

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