Non sembra attenuarsi la morsa della Xylella sugli ulivi pugliesi: aumentano i focolai e in zona di Ostuni (Br) le piante infette divengono 150.
Stando agli ultimi rilevamenti, nell’attuale zona di contenimento (i 20km della zona infetta al confine con quella zona cuscinetto) e progressivamente nell’area ex-contenimento, si registra un incremento della frequenza dei nuovi positivi. In particolare, l’ultimo monitoraggio segnala 150 nuove piante infette, tutti olivi – ad eccezione di un oleandro, distribuite tra le province di Brindisi (136 in agro di Ostuni, 2 in quello di Fasano) e Taranto (10 in agro di Crispiano e 2 in quello di Grottaglie).
A questo bisogna poi aggiungere la comparsa di tre nuovi focolai puntiformi nella Piana degli ulivi monumentali, nei territori di Ostuni (2) e Fasano (1). Proprio in agro fasanese, inoltre, continua a crescere il numero di focolai intercettati, che sale così a 12 piante infette. A destare ulteriore preoccupazione il fatto che la cifra potrebbe aumentare ancora, dato che il monitoraggio non ha ancora interessato la parte più meridionale dell’agro. D’altra parte, nuovi focolai si registrano anche tra Grottaglie (1) e Crispiano (2).
Come se non bastasse, a marcare ulteriormente l’emergenza, il rilevamento di un grande focolaio nella zona collinare tra Ostuni e Cisternino (Br), nei pressi della frazione di Casalini, dove sono state individuate ben 134 piante infette.
Con l’ultimo aggiornamento (giovedì 5 novembre), il totale parziale delle piante colpite da Xylella fastidiosa sale così a 464. Il dato è il risultato dell’attività di monitoraggio ancora in pieno svolgimento avviato nel mese di giugno nelle zone cuscinetto e di contenimento.
Ma la stima, già significativamente più elevata rispetto al monitoraggio precedente, si prevede ancora in crescita. Per la conclusione del monitoraggio, quando sarà cioè campionata la parte più meridionale della zona di contenimento e non ancora esplorata (inclusa dunque la parte più a Sud dell’agro di Ostuni), ci si aspetta infatti di intercettare la maggiore concentrazione di piante infette.
Questo comporterebbe conseguenze drammatiche non solo per il valore economico rappresentato dall’intero settore olivicolo, ma per l’intero patrimonio culturale pugliese legato agli alberi d’ulivo. È il caso della Piana dei monumentali, ormai sotto assedio. L’ultimo monitoraggio del mese di ottobre (certificati Selge n. 331, 335 e 340) ha infatti rilevato 14 nuovi olivi infetti, dei quali 13 riscontrati proprio nella Piana (1 a Monopoli, 4 a Fasano e 8 in agro di Ostuni) e uno a Ceglie Messapica (Br), al confine con l’agro di Martina Franca (Ta).
Comparando, inoltre, i dati di oggi con quelli del 2019, il quadro si fa ancor più allarmante: la situazione riscontrata in agro di Monopoli (Ba) è infatti assimilabile a quella registrato lo scorso anno nel fasanese che, a sua volta, appare simile alla realtà ostunese del 2019.
Buone notizie giungono tuttavia dal Salento, da dove Cia agricoltori rende noto l’arrivo di indennizzi per i danni causati dalla Xylella per gli anni 2016 e 2017. Cia Salento aveva sollecitato più volte gli enti preposti a dare corso alle pratiche di ristoro a favore degli agricoltori, fortemente danneggiati dall’avanzata della batteriosi. Oggi, la somma complessiva accreditata alla Regione Puglia è pari a 68,5 milioni di euro da distribuirsi, in maniera quasi paritaria, tra le due annualità.
Gli indennizzi sono destinati alle imprese agricole che hanno dimostrato di aver subìto un danno superiore al 30 % della produzione vendibile (plv).
“Le domande di aiuto – spiega Benedetto Accogli presidente Cia Salento nel comunicato stampa di venerdì 6 novembre – sono state presentate agli sportelli aperti in 120 comuni dell’area salentina, ognuno dei quali ha definitivamente terminato le verifiche di propria competenza. Le risorse saranno ora trasferite ai Comuni interessati, i quali potranno procedere alla liquidazione a favore degli agricoltori. Se da un lato, possiamo ritenerci soddisfatti per gli indennizzi che, a breve, riceveranno gli agricoltori, dall’altro, però, non possiamo non evidenziare che la tutela dell’olivicoltura deve essere considerata una priorità nazionale”.
Non a caso, sono molteplici le iniziative messe in campo per raccontare l’emergenza Xylella e trovare quanto prima un metodo efficace per contrastarla.
Fra queste, BIOVEXO l’iniziativa internazionale per la ricerca di soluzioni nel contrasto a xylella, inaugurata il 1 maggio 2020 e di durata quinquennale. Il progetto svilupperà una serie di sostanze naturali e antagonisti microbici che, impiegati in modo integrato, potrebbe consentire il controllo del batterio e del suo insetto vettore. Diversi composti innovativi compatibili con il metodo di coltivazione biologico saranno, inoltre, testati prima dell’introduzione sul mercato, al fine di misurarne l’efficacia in applicazioni sia preventive che curative. BIOVEXO, sotto il coordinamento dell’Austrian Institute of Technology, è affidato a un consorzio multidisciplinare di 11 partner tra Austria, Belgio, Italia (con l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr ed il Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia”), Slovenia e Spagna.
A tal proposito, interessante è poi “Xylella Fastidiosa – L’Apocalisse del Salento”, il documentario girato da Paola Ghisleri, giovane cineasta brindisina, che testimonia attraverso le parole e i volti di agricoltori, frantoiani, tecnici e ricercatori impegnati sul campo, il dramma Xylella nelle campagne del Brindisino e del Salento.
Questa e tutte le altre iniziative volte all’analisi e alla ricerca sulla batteriosi che sta distruggendo gli ulivi pugliesi confermano la gravità dell’emergenza.
La presenza del batterio è ormai consolidata sia nella Piana degli Ulivi che sull’altopiano, i focolai nella parte residuale dell’agro di Ostuni si moltiplicano, come pure nella zona cuscinetto, dove la normativa prevede la rimozione anche delle piante suscettibili circostanti nel raggio di 50 metri.
A fin dei conti, dunque, non resta ancora che sperare in una pronta soluzione per tutelare il patrimonio olivicolo, la sua storia e tutto il mondo che ne ruota attorno.
Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com