L’emisfero Nord perde l’1,2% della produzione, ma crescono Spagna e Italia: le stime della World citrus organization (Wco) per la stagione agrumicola 2020-21.
Lo scorso 5 novembre, durante la prima edizione del Global Citrus Congress, la Wco – piattaforma che riunisce, tramite le associazioni di settore, diversi Paesi produttori di agrumi – ha presentato un’analisi sulle performance, a livello mondiale, degli agrumicoltori.
Per l’Italia la crescita della produzione stimata per la stagione 2020-21 è pari al +12%. Buone anche le performance previste per i produttori europei. Al contrario, una leggera sofferenza sembrerebbe riscontrarsi nei Paesi dell’emisfero settentrionale. Qui, infatti, la produzione si attesterà al di sotto dei 29 milioni di tonnellate con una lieve contrazione dell’1,27% rispetto al 2019, dovuta in gran parte al clima siccitoso che ha caratterizzato il 2020.
In particolare, stando ai dati rilevati per i maggiori Paesi produttori di agrumi, le realtà europee come Spagna, Italia e Grecia registrano una crescita del 10%, con volumi complessivi pari a 11,559 milioni di tonnellate.
Gli Stati dell’area mediterranea si segnalano invece per una produzione inferiore a 11 milioni di tonnellate, delineando tuttavia una distinzione interna: da un lato, Tunisia e Marocco, che mostrano un incremento a doppia cifra (rispettivamente del 20 e 13%); dall’altro, la triade Israele, Egitto e Turchia che riportano invece un calo di volumi rispettivamente del 4, 8 e 15%.
Ma di calo si deve parlare anche per i Paesi d’oltreoceano come California e Florida che registrano un decremento del 9%, con poco più di sei milioni di tonnellate di agrumi prodotti. E lo scenario si presenta simile dall’altra parte del globo, nell’emisfero Sud, con una produzione stimata intorno a 8,5 milioni di tonnellate e una contrazione del 3% rispetto alla stagione precedente.
I dati più incoraggianti si confermano dunque quelli che giungono proprio dal Bel Paese dove, secondo le prime stime, il raccolto di agrumi dovrebbe raggiungere 3,2 milioni di tonnellate, con una crescita a doppia cifra rispetto allo scorso anno. Più nel dettaglio, si registrano un +14% per le arance, con quasi 1,9 milioni di tonnellate e un +8% per mandarini e clementine, con una produzione pari a 825mila tonnellate. Della produzione complessiva, inoltre, la maggior parte (2,3 milioni di tonnellate) sarà destinata al mercato interno europeo, mentre il restante sarà distribuito fra esportazioni (250mila tonnellate) e industria di trasformazione (360mila tonnellate).
Analogo si presenta il quadro spagnolo, dove si registra un incremento del 12% della produzione, con circa 7 milioni di tonnellate raccolte. Come per l’Italia, significativa appare anche per la Spagna la crescita di mandarini e clementine, seguita da quella di arance e limoni.
Diminuisce, invece, dell’1% la produzione agrumicola della Grecia, dove si prevedono 1,173 milioni di tonnellate raccolti. Il leggero ribasso coincide con il calo dei volumi di arance, clementine e mandarini, che registrano rispettivamente una contrazione dell’1% e del 2%. Crescono, altresì, i limoni con un aumento della produzione del 5%, pari a quasi 90 milioni di tonnellate.
In generale, rispetto alla scorsa stagione, è possibile tracciare situazioni diverse a seconda dei Paesi produttori. Per l’Europa, ad esempio, particolarmente incoraggianti appaiono le stime relativa alla produzione di mandarini e clementine, per cui si prevede una crescita del 23%. Ma aumentano anche i volumi di arance (con un incremento del +6%) e di limoni (+8%). Al contrario, cala la produzione di pompelmo, per la quale si prevede una perdita del 13%.
Lo scenario europeo, in realtà, sembra riproporre in misura ridotta il più generale andamento dell’emisfero settentrionale, per il quale l’analisi della Wco ha rilevato una produzione agrumicola totale così ripartita: 56% arance, 28% mandarini e clementine, 13% limoni, 3% pompelmi.
Dati interessanti che, tra l’altro, confrontati con quelli del 2015 mostrano una evoluzione significativa della produzione di agrumi: se, infatti, per arance e pompelmo si è registrato un calo rispettivamente del 4 e 1%, per mandarini, clementine e limoni si è assistito a una crescita produttiva rispettivamente di 3 e 2 punti percentuale.
In definitiva, buoni segnali sembrano comunque arrivare dal fronte dei consumi. Sempre secondo la piattaforma Wco, infatti, cresce l’attenzione posta da parte dei consumatori verso i prodotti ritenuti salutari e, in particolare verso gli agrumi, che proprio grazie all’alto contenuto vitaminico potrebbero garantire un significativo rilancio dell’intero settore.
Ilaria De Marinis
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