Campania: infestanti resistenti al Glifosate

da Redazione FruitJournal.com

Com’è noto, già dal prossimo anno l’Europa dirà addio al Glifosate, l’erbicida più diffuso al mondo, per le accuse di potenziale cancerogenicità avanzate da alcune associazioni ambientaliste.

A tal proposito, giovedì 5 novembre, nell’ambito delle “Giornate Fitopatologiche 2020”, particolarmente interessante è stato il contributo del dottor Maurizio Sattin – Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP), CNR Padova, circa l’attuale stato della resistenza agli erbicidi nel panorama italiano.

L’evento, promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro­ Alimentari dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, dall’Associazione Italiana per la Protezione delle Piante (AIPP), da Federchimica-Agrofarma e da IBMA-ltalia, quest’anno si è svolto solo virtualmente, affidando a molteplici webinar i contributi di ricercatori, esperti e accademici.

Di seguito riassumiamo il suo intervento, soffermandoci solo sulla situazione delle specie resistenti nel Sud Italia. Per approfondire lo stato della resistenza agli erbicidi in tutta Italia clicca qui.

Come sempre lo stato della resistenza è abbastanza dinamico. Tutt’oggi nel panorama italiano (considerando 16 regioni) abbiamo 44 biotipi resistenti che coinvolgono 29 specie infestanti. Il biotipo è costituito da individui che condividono molte caratteristiche fisiologiche, tra le quali la capacità di sopravvivere a uno o più erbicidi differenti. Per cui ogni specie può avere più biotipi resistenti.
 
Proprio negli ultimi anni, si è notata un’accelerazione dell’evoluzione nelle specie estive e un incremento dell’uso di meccanismi d’azione specialmente in pre-emergenza.

L’ultima specie trovata resistente a glifosate è Eleusine indica. Si tratta di una annuale estiva C4, diffusa in molti ambienti ruderali, tappeti erbosi, vivai e bordi stradali. Altre popolazioni sono state segnalate in giro per il mondo. In particolare, popolazioni resistenti a glifosate, inibitori ACCasi, PPO, PS-I e PS-II sono state riscontrate in Asia, Nord e Sud America e Australia. Al contrario, nessuna popolazione resistente a glifosate o ad altri erbicidi era stata ritrovata in Europa, almeno fino a un anno fa.


Una prima segnalazione di specie resistente al glifosate si è ritrovata nel settembre 2019, proprio in Italia. Il rilevamento è avvenuto su piante sopravvissute in un vivaio campano, dove la gestione si basava su 3-4 applicazioni l’anno di glifosate. Si è proceduto raccogliendo i semi dalle piante rinverdite al fine di confermare la loro resistenza con esperimenti di dose-risposta in serra e test molecolari.  


Al termine delle operazioni, di fatti, circa il 50% delle piante è sopravvissuto alla dose di 1440 g a.e. ha-1 di glifosate. Le due popolazioni suscettibili di confronto sono state completamente controllate alla dose di 360 g a.e.ha-1.
Nel gene EPSPS delle piante R, inoltre, è stata individuata una mutazione (Pro106Ala) che è proprio il fattore determinante nella resistenza al glifosate.
Oggi, proprio questo rappresenta il primo caso di Eleusine indica resistente al glifosate in Europa.

Al netto di quanto analizzato e sulla base delle nuove direzioni europee, fondamentale è allora trovare nuove soluzioni per il controllo delle specie infestanti e la difesa delle nostre piante.

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

 

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