Cocciniglie degli agrumi: quali sono dannose?

Al momento, le specie segnalate sul nostro territorio sono una ventina, ma fortunatamente non tutte sono in grado di arrecare gravi danni alle frutticole

da Redazione FruitJournal.com
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Sono diverse le specie che possono infestare gli agrumi. Al momento le tipologie di cocciniglie degli agrumi segnalate sul nostro territorio sono una ventina. Fortunatamente, però, non tutte sono in grado di arrecare gravi danni alle frutticole.

Gli agrumi (famiglia delle Rutacee), pur essendo coltivati da tempo nel bacino del Mediterraneo, sono di origine esotica e, dal punto di vista evolutivo, i tempi di adattamento ai diversi agroecosistemi di coltivazione sono relativamente recenti e ancora in atto. È per questo che tra gli insetti autoctoni non sono molti quelli che prediligono gli agrumi come specie ospite. A prediligere questa frutticola, invece, sono diversi insetti di origine esotica – giunti nei nostri areali attraverso gli scambi commerciali – che qui hanno trovato buone condizioni climatiche e scarsa presenza di nemici naturali.

Attualmente, si stima che nella zona del Mediterraneo sono circa 40 le specie di insetti potenzialmente dannose per gli agrumi, tra cui diverse cocciniglie degli agrumi.

Si stima che di queste circa una ventina sono già presenti in Italia e più di 15 sono state accidentalmente introdotte solo nell’ultimo trentennio a causa del forte aumento degli scambi commerciali di frutti e piante di agrumi.

Fortunatamente solo un numero più ridotto è in grado di arrecare danni gravi e obbligano quindi a fare ricorso a interventi di controllo. Inoltre, persiste il rischio concreto che nuove pericolose specie (es. Protopulvinaria pyriformis e Unaspis yanonensis) possano insediarsi nelle aree agrumicole della Penisola con ulteriori complicazioni nelle strategie di difesa fitosanitaria.

Tra gli insetti che infestano gli agrumi e che sono in grado di provocare danni economici troviamo diverse specie di cocciniglie, solo alcune di esse sono autoctone (es. la cocciniglia del fico o la mezzo grano di pepe). La maggior parte è alloctona.

Questi insetti appartengono alla superfamiglia della Coccoidea (ordine Rhyncota), con specie caratterizzate da un marcato dimorfismo sessuale e dalla regressione morfologica delle femmine (neotenia). I maschi di questa “superfamiglia” sono alati e vanno attivamente alla ricerca delle femmine le quali, invece, non sono mobili e mantengono una forma che ricorda gli stadi giovanili.

Tutte le cocciniglie degli agrumi sono fitomizi, si nutrono cioè della linfa elaborata che succhiano direttamente dai vasi floematici. La linfa di cui si nutrono è particolarmente ricca di zuccheri e meno di altre sostanze essenziali, come quelle azotate. Per questo le cocciniglie succhiano rilevanti quantità di linfa, eliminando gli eccessi di acqua e zucchero che costituiscono la melata su cui si sviluppano i funghi della fumaggine.

Un’altra caratteristica comune a tutte le cocciniglie sono i rivestimenti protettivi di cui sono dotati gli stadi preimmaginali e le femmine. I rivestimenti sono costituiti da secrezioni cerose – lacca o seta – con carattere sistematico per forme e presenza.

Le specie di cocciniglie degli agrumi dannose per l’agrumicoltura italiana

Tra le specie attualmente più dannose per l’agrumicoltura italiana sono da citare alcune appartenenti al raggruppamento dei coccidi (Planococcus citri, Saissetia oleae, Ceroplastes rusci) e dei diaspidi (Aonidiella aurantii, Insulaspis gloverii, Cornuaspis beckii, ecc.) che più stabilmente infestano gli agrumi.

Vediamo sommariamente le principali caratteristiche biologiche delle specie più diffuse. Esse ovviamente, a seconda della specie, sono diverse e incidono sulle strategie da adottare per il controllo delle cocciniglie.

I diaspidi, ad esempio, presentano un “follicolo” che racchiude completamente il corpo della femmina adulta e delle neanidi, isolandolo dall’ambiente esterno e rendendo più difficile l’azione degli insetticidi di contatto.
Il planococco (Planococcus citri) compie in Italia meridionale dalle 4 alle 5 generazioni l’anno. Le femmine possono occasionalmente essere partenogenetiche (lo sviluppo dell’uovo avviene senza che questo sia stato fecondato). La deposizione avviene in ovisacchi fioccosi (da cui il nome di cocciniglia cotonosa) preferenzialmente nei punti di contatto dei frutti o alla rosetta del peduncoli. Gli individui si ammassano in colonie facilmente visibili e da cui fuoriesce dell’abbondante melata che richiama insetti glicifagi e formiche. Lo scopo è far sì che siano questi ultimi insetti a difendere dai predatori le colonie.

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Non di rado alle colonie di planococco è associata la presenza di larve del lepidottero Cryptoblabes gnidiella (tignola rigata), che raramente possono danneggiare i frutti con rosure.

La cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae), come indicato dal suo nome scientifico, è infeudata sull’olivo, ma può infestare diverse altre specie tra cui gli agrumi. Deve il suo nome all’aspetto della femmina matura che presenta uno scutello – che ricorda appunto la metà di un grano di pepe. Proprio al di sotto dello scutello si sviluppano le uova. Tipicamente si contano due generazioni, una estiva e l’altra autunnale.

La cocciniglia del fico (Ceroplastes rusci) è specie autoctona che in condizioni favorevoli può infestare gli agrumi, non di rado in contemporanea con la mezzo grano di pepe. Nei nostri ambienti ha due generazioni l’anno, abbastanza coincidenti con quelle della S. oleae.

Tra le specie che stiamo descrivendo, la cocciniglia rossa forte (Aonidiella aurantii) è quella di più recente introduzione.

Si è diffusa piuttosto rapidamente in tutti i maggiori areali agrumicoli italiani e – fra le cocciniglie e spesso tra i fitofagi – rappresenta l’insetto-chiave.

Negli ambienti dell’Italia Meridionale questa cocciniglia sverna in vari stadi di sviluppo. Le femmine fecondate depongono scalarmente 60-150 uova, ma le neanidi – essendo la specie ovovivipara – nascono immediatamente. Dopo la fuoriuscita dal follicolo materno, le neanidi hanno una breve fase mobile per poi fissarsi, colonizzando così nuova vegetazione. Solitamente A. aurantii compie quattro generazioni complete all’anno. Il primo volo dei maschi, meno intenso, si verifica tra la fine di aprile e l’inizio di maggio (con variazioni anche di un mese, a seconda dell’andamento stagionale). Il secondo nella prima decade di luglio, il terzo a fine agosto e il quarto a fine settembre-inizio ottobre. Alla produzione di melata, caratteristica comune per gli insetti succhiatori (cocciniglie, afidi, cicaline), la cocciniglia rossa forte aggiunge la fitotossicità della saliva. Elemento che provoca evidenti decolorazioni sui frutti e sulle foglie, mentre sui rametti screpolature e spaccature della corteccia.

 

A cura di: Arturo Caponero – Responsabile del Servizio Difesa Integrata presso ALSIA Basilicata
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