Punteruolo nero del fico: biologia e difesa

A fronte della crescente presenza in Italia, approfondiamo ciclo biologico, morfologia e difesa del coleottero che colpisce il fico

da Redazione FruitJournal.com
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Il punteruolo nero del fico è un coleottero della famiglia dei curculionidi le cui larve si sviluppano scavando profonde gallerie nel tronco del fico, portandolo alla morte.

Vivaisti e agricoltori di diverse regioni italiane hanno recentemente segnalato la presenza di infestazioni da Aclees taiwanensis, il punteruolo nero del fico.

Pur rappresentando ancora una coltura di nicchia, il fico costituisce uno dei fiori – o forse è il caso di dire dei frutti – all’occhiello del Sud Italia, con quasi l’80% della produzione totale di frutti concentrata fra Puglia, Calabria e Campania.

La recente rilevazione di diverse infestazioni da Aclees taiwanensis in Toscana, Veneto, Liguria, Lombardia, Lazio, Marche e Umbria è dunque un dato da monitorare e controllare per difendere la coltura in caso di ulteriore diffusione. In presenza di infestazioni, infatti, le piante di fico – se non curate – possono morire nel giro di poco tempo.

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Ciclo biologico

Originario dell’Asia (Giappone, Cina e Taiwan), il punteruolo nero del fico è giunto in Italia e in Francia attraverso gli scambi commerciali. La prima segnalazione del coleottero nei nostri areali produttivi risale al 2005, quando un vivaista di Pistoia ha riportato danni su giovani piante di fico.

Attualmente il punteruolo nero è diffuso in Liguria, Toscana e Lazio, ma nuovi insediamenti sono stati rintracciati anche in Lombardia, Veneto, Marche e Abruzzo. Motivo per il quale si prevede, nel corso del tempo, una progressiva espansione della popolazione anche negli areali meridionali.

Il curculionide del fico compie 1 o 2 generazioni all’anno, con sovrapposizioni di stadi di sviluppo diversi.

Gli esemplari adulti di A. taiwanensis svernano negli anfratti della corteccia o tra le radici del fico. In primavera, quando le temperature sono più miti, fuoriescono per cibarsi e accoppiarsi. Le femmine depongono singole uova nella corteccia dell’albero (da 80 fino a oltre 150 per femmina), nella zona del colletto, scavando un piccolo solco con il rostro di cui sono dotate.

Dalle uova fuoriescono le larve che si sviluppano all’interno dei tessuti legnosi, scavando gallerie. La larva matura, avvicinandosi alla parte più esterna della corteccia, si impupa. In questa fase si possono notare delle colature di rosura bagnata di colore arancio/marrone chiaro che fuoriescono dalla cortec­cia.
Una volta adulto, il coleottero rompe la corteccia e risale l’albero, cibandosi di giovani foglie, germogli e frutticini.

Pur essendo atti al volo, gli adulti generalmente tendono a nascondersi tra la vegetazione alla base del tronco che risale solo per cibarsi, soprattutto di notte.

punteruolo nero sintomi

Danni

I danni causati da questo parassita del fico possono essere anche molto gravi. Il fitofago colpisce piante giovani e adulte, compromettendo in 2-3 anni la vitalità delle stesse.

Le numerose gallerie scavate nel legno, infatti, compromettono la capacità della pianta di assorbire nutrimenti e, contemporaneamente, aprono la strada a infezioni causate da microrganismi patogeni.

Nel tempo l’infestazione provoca un deperimento generale delle piante, tra i sintomi più caratteristici dell’attacco e rispetto ad altre malattie del fico.

Strategie di difesa

Attualmente, non esistono insetticidi specifici registrati su fico per contrastare il punteruolo nero. D’altra parte, almeno per il momento, l’Unione Europea non ha inserito A. taiwanensis tra le specie invasive da quarantena per le quali la lotta è obbligatoria. Probabilmente questo è legato a ragioni economiche, non avendo l’insetto un impatto commerciale particolarmente rilevante. Un dato, questo, che spiega probabilmente anche l’assenza di finanziamenti destinati a ricerche e studi approfonditi in tal senso.

In ogni caso, esistono alcuni accorgimenti che il produttore può adottare per difendere le piante. Primo fra tutti, il monitoraggio degli adulti: se rilevati, occorre dunque eliminarli immediatamente e controllare la pianta in cerca dei punti di ingresso delle larve. Se si sospetta una infestazione, inoltre, si consiglia di bagnare abbondantemente il terreno con acqua in modo da spingere gli adulti a uscire dal tronco.

Particolarmente efficace, se effettuata tempestivamente, può risultare poi l’eliminazione delle larve.

Al momento, l’unico metodo per eliminarle è quello meccanico, trafiggendo le larve – ove sia possibile raggiungerle – infilando per esempio del fil di ferro nei fori. Non sono efficaci, invece, soluzioni a base di nematodi parassitoidi.

Un’altra strategia adoperabile è poi l’impiego di una rete a maglia fitta e resistente per ridurre l’accesso del curculionide nell’area del colletto, dove l’insetto tende solitamente a deporre le uova.

punteruolo nero larva

Infine, è possibile ricorrere a formulati a base di Beauveria bassiana per il controllo degli adulti. Questo fungo entomopatogeno, infatti, è in grado di parassitizzare un gran numero di insetti, tra cui A. taiwanensis, e di uccidere gli esemplari con cui viene in contatto nel giro di pochi giorni.

Le formulazione a base di B. bassiana possono quindi essere irrorati in miscela con acqua sul tronco, sulle foglie e sul terreno in modo tale da entrare in contatto con gli adulti ed eliminarli.

In ogni caso, è probabile che il metodo di lotta più efficace sul lungo periodo sia l’introduzione del suo antagonista naturale nei nostri areali.

Questo perché, a differenza di quanto avviene nei Paesi di origine – dove il punteruolo non arreca danni importanti alle coltivazioni – in Italia, questo coleottero non ha predatori noti, potendosi così riprodurre in modo indisturbato, mettendo a dura prova il prezioso patrimonio fichicolo nostrano.

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

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