In Calabria le eccezionali fioriture delle piante fanno sperare gli olivicoltori: secondo Coldiretti, per il 2021 si prevedono raccolti di qualità e una produzione di olio Evo da record.
La prima fotografia dell’oliveto Calabria versione 2021 della Coldiretti descrive, per tutti gli areali produttivi, una stagione olivicola che si presenta ottima, con una fioritura eccezionale e una eccellente vegetazione che fa presagire un olio di qualità.
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Il tutto ad onta anche dei timori per le gelate, che hanno colpito in alcuni areali della provincia di Reggio Calabria, ma prima che potessero verificarsi le fioriture.
Una abbondante fioritura, in mancanza di ulteriori successive avversità, potrebbe portare a un raccolto e a un risultato in frantoio da record, cosa importante per l’economia calabrese. L’olivicoltura – illustrano i tecnici di Coldiretti Calabria – si sviluppa sul 24% della superficie agricola della regione, con oltre 84mila aziende, una superficie coltivata di oltre 189mila ettari, qualcosa come 35 milioni di piante e moltissime cultivar diverse, con una produzione media negli ultimi cinque anni di oltre 35mila tonnellate di olio extravergine di oliva. Si tratta di un vero e proprio tesoro esclusivo di biodiversità del quale quasi il 50% è prodotto in biologico, per una filiera che coinvolge oltre 650 frantoi, il 15% del totale italiano, che sul mercato vale circa 600 milioni e con un forte impiego di manodopera sempre di più specializzata.
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Nonostante questi primati – sottolinea Coldiretti Calabria – nemmeno la pandemia ha fermato l’invasione di olio straniero in Italia con gli arrivi in crescita del 5% nell’ultimo anno con bottiglie sugli scaffali di supermercati, negozi e discount a prezzi stracciati che fanno suonare un campanello di allarme sulla qualità del prodotto che si porta a tavola.
Secondo l’ultima indagine del mensile il Salvagente, infatti, su 15 campioni analizzati al panel test, “ben 7 miscele di oli stranieri venduti come extravergini sono risultati essere dei semplici oli di oliva. Una crescita di importazione di olio che arriva nei porti e poi diventa magicamente olio calabrese e italiano solo sulla carta”.
Succede poi – spiega Coldiretti – che si fa pagare di più ai consumatori un prodotto che invece può valere fino alla metà del prezzo indicato visto che ha una qualità inferiore, in un momento storico in cui i consumi delle famiglie italiane di olio d’oliva sono in crescita. Un olio per essere definito e venduto come extravergine – rileva la Coldiretti – deve rispettare i parametri chimici previsti dalla normativa e superare la prova del panel test, obbligatoria per legge dal 1991 e condotta da assaggiatori esperti e allenati, senza presentare difetti organolettici.
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Il Consiglio di Stato – ricorda l’associazione di categoria – con la sentenza del 20 novembre 2020, ha messo la parole fine sull’attendibilità e oggettività del panel test, ritenendo la prova organolettica ‘essenziale per la corretta classificazione degli oli’ e sancendo che i suoi risultati non si traducono in ‘decisioni arbitrarie’ essendo governata da stringenti parametri normativi predeterminati.
In un momento storico difficile – commenta Coldiretti – dove stimolare la domanda da parte dei consumatori dovrebbe essere un obbligo morale, saper di ricevere in casa olio proveniente dall’estero significa aumentare il consumo di olio straniero, a discapito delle aziende olivicole calabresi con un forte impatto anche sulle nostre produzioni di olio certificate IGP e DOP.
Di qui l’appello dell’associazione a diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine DOP e IGP, quelle in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica, dove è possibile assaggiare l’olio Evo prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.
In tal senso – conclude Coldiretti – è doveroso intensificare i controlli e aumentare le valutazioni organolettiche per evitare che i consumatori possano essere vittime di frodi.
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Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com
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