Ciliegie, Puglia: comprate a 1 euro, rivendute a 12

da Redazione FruitJournal.com

In Puglia il prezzo delle ciliegie crolla vertiginosamente: comprate a un euro dai produttori, sugli scaffali dei supermercati sono rivendute a 10-12 euro al chilo. Scoppia il caso.

L’oro rosso di Puglia non luccica più. Sì, ma solo per i produttori. Se all’ingrosso il prezzo accordato ai produttori è di 1 euro, tra gli scaffali dei supermercati quelle stesse ciliegie, infatti, arrivano a costare fino a 10-12 euro al chilogrammo.


Scoppia il caso delle ciliegie pugliesi: ai produttori sono pagate una miseria, ai consumatori costano circa quindici volte di più. A denunciarlo, le associazioni di categoria: “Agli agricoltori, considerando le spese di produzione, non va nemmeno un decimo di quanto ingrassa i profitti della Grande Distribuzione Organizzata”, si legge nel comunicato di Cia Agricoltori Italiani della Puglia. “Oltre che un’ingiustizia palese, si tratta di una dinamica che uccide il settore, disincentivando investimenti e lavoro” – dichiara Felice Ardito, presidente dell’area Levante di Cia Puglia.

Sulla questione si è espresso anche il Movimento nazionale per l’Agricoltura. “Una responsabilità non indifferente ricade sui sindacati dei lavoratori CGIL, CISL e UIL, perché durante la fase di contrattazione dei contratti di lavoro pretendono aumenti di giornata, contributi previdenziali, visite mediche da pagare, DVR da pagare”, racconta a Fruit Journal un esponente del movimento.

“In media un operaio chiamato a raccogliere le ciliegie prende 40-42 euro per sei ore lavorative; in sei ore raccoglie 50 kg di frutti: se vengono vendute a un euro, sono 50 euro. Alla fine della fiera – prosegue – l’agricoltore quindi deve dare 42 euro all’operaio, ne rimangono 8. Deve pagare il contributo previdenziale sono altri 14 euro, deve fare la visita medica e sono altri 35 euro. Poi abbiamo il DVR che costa 1000 l’anno e le spese per la sicurezza sul lavoro, altri 500 euro l’anno. Non solo: tutta la stagione delle ciliegie per un solo ettaro prevede potatura, trattamenti, acqua, concime. In sostanza, vendendo a un euro, per un solo ettaro di ciliegie l’agricoltore ci rimette dagli 8 ai 10 mila euro”.

D’altra parte la Grande Distribuzione le rivende a un prezzo 12 volte superiore. “La domanda che ci poniamo – sottolinea ancora l’esponente del Movimento – la filiera controllata dov’è? Forse non esiste, perché se il produttore vende a un euro e la GDO a 12, probabilmente c’è qualcuno in mezzo che guadagna a discapito di tutta la catena. Oppure i troppi passaggi che intercorrono tra produttori e GDO penalizzano solo gli agricoltori”.


“L’andamento di mercato è inaccettabile con i prezzi pagati agli agricoltori in caduta libera, crollati in una settimana fino a 1 euro al chilo, mentre la forbice dei prezzi dal campo alla tavola si è allargata in misura sconsiderata – denuncia infatti Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – a Milano in una nota catena di distribuzione commerciale stanno vendendo le ciliegie pugliesi a 16 euro al chilogrammo”.

Analogo il quadro evidenziato da Raffaele Carrabba, presidente regionale di Cia Puglia: “Lo squilibrio tra il poco che viene riconosciuto agli agricoltori e i margini spropositati che la GDO garantisce a se stessa è diventato un problema enorme sempre più pressante e ineludibile per la politica, soprattutto in un momento di crisi epocale come quella creata dal combinato disposto della pandemia e dei cambiamenti climatici”. “Siamo di fronte a un vero e proprio sfruttamento da parte delle multinazionali della GDO a danno degli agricoltori – ha aggiunto – anche questa forma pesantissima di iniquità deve entrare nel dibattito pubblico e nell’agenda della politica”.


Secondo il Movimento nazionale per l’agricoltura, sarebbe utile intavolare un dialogo con la Gdo, “che ha il coltello dalla parte del manico, ma da anni riceviamo solo dinieghi” – spiega l’esponente.
Come infatti ribadito da Carrabba, “Per riequilibrare la dinamica di formazione dei prezzi e aumentare il potere contrattuale del comparto primario noi organizzazioni agricole ce la stiamo mettendo tutta, sostenendo soprattutto la nascita di cooperative, l’attivazione di nuove Organizzazioni di Produttori, la vendita diretta dal contadino al consumatore, la digitalizzazione delle aziende per aprire canali di e-commerce, ma la rete e i canali della GDO al momento continuano ad avere uno strapotere che crea disequilibri, ingiustizie e pericoli non solo per i produttori ma anche per i consumatori”.


Intanto gli agricoltori si sentono abbandonati e in difficoltà.
“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano costretti ad abbandonare questa produzione storica e riconosciuta a livello nazionale per colpa dei prezzi in campagna ciclicamente troppo bassi – ha infatti sottolineato Muraglia – per questo nelle prossime due settimane nei mercati di Campagna amica in tutta la regione saranno vendute le ciliegie pugliesi al giusto prezzo sia per i produttori che per i consumatori, con una campagna di comunicazione sulle proprietà benefiche delle ciliegie made in Puglia”.


Coldiretti ha comunque richiesto all’Assessore regionale all’Agricoltura un tavolo per “salvare la campagne delle ciliegie, i cui prezzi non possono scendere addirittura al di sotto dei prezzi di produzione”.
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Nel frattempo, nel comune di Conversano (Ba) i produttori cerasicoli hanno iniziato una protesta, giunta in Comune. Nella giornata di ieri, infatti, il prezzo delle ciliegie Ferrovia è sceso da 4,50 a 3,50 euro al chilo. Dopo l’incontro di ieri, inoltre, il primo cittadino conversanese, Giuseppe Lovascio, ha nuovamente convocato per questa sera i commercianti. L’obiettivo è poter avere un confronto diretto con una delegazione di produttori e le associazioni di categoria per trovare quanto prima una soluzione nel minor tempo possibile. Insieme a Turi e Putignano, infatti, Conversano rientra tra le zone del Barese a più alta vocazione per la cultivar Ferrovia, la cui campagna – dopo le difficoltà del 2020 – era quest’anno particolarmente attesa.

Ilaria De Marinis
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