Doping per i braccianti indiani della provincia di Latina allo scopo di non far sentire loro le fatiche fisiche e psicologiche legate allo sfruttamento: arrestato un medico di Sabaudia. Indagati un avvocato e una farmacista.
Illecita prescrizione di farmaci ad azione stupefacente, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, frode processuale, falso e truffa ai danni dello Stato: questi i principali capi d’accusa emersi dall’indagine No Pain dei Nas di Latina che ha portato alla scoperta dell’attività criminale.
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L’operazione condotta martedì 25 maggio dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Latina, coordinata dal Procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto Giorgia Orlando della Procura pontina, ha portato all’arresto di un medico.
L’accusa è di aver prescritto stupefacenti a oltre 200 suoi pazienti di nazionalità indiana. Le ricette non avevano alcuno scopo terapeutico, ma solo quello di alleviare la sensazione della fatica e permettere ai lavoratori sfruttati di sopportare turni nei campi di 12 o 16 ore al giorno. Indagati anche un avvocato e una farmacista: entrambi hanno ricevuto una misura cautelare interdittiva che dispone la sospensione dalla professione per un anno.
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Secondo quanto riporta il quotidiano Il Messaggero, i carabinieri dei Nas di Latina hanno scoperto che il medico avrebbe effettuato circa 222 prescrizioni, a costo zero per i pazienti e a carico del sistema sanitario nazionale, distribuendo così 1.500 confezioni di stupefacenti contenenti ossicodone, un oppioide agonista puro che ha un potere simile alla morfina. La motivazione delle prescrizioni era la necessità di far fronte a turni di lavoro massacranti nei campi tra Sabaudia e Terracina (Lt) per permettere ai lavoratori di essere resistenti alla fatica. O per meglio dire: resistenti allo sfruttamento.
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Con la complicità di una farmacista, il medico avrebbe poi prescritto oltre 3mila ricette indebite con un codice esenzione fasullo, provocando così un danno per il sistema sanitario di oltre 146mila euro. L’uomo avrebbe anche compilato certificati medici falsi, al fine di ottenere la regolarizzazione di cittadini extracomunitari, e con l’aiuto di un avvocato avrebbe persino certificato una patologia inesistente a un 51enne per evitargli di finire in carcere.
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Per le persone coinvolte nell’inchiesta della procura di Latina, i reati contestati vanno dall’illecita prescrizione di farmaci ad azione stupefacente al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dalla frode processuale al falso e alla truffa ai danni dello Stato.
La vicenda, però, mette in luce un fenomeno assai pericoloso che si va via via diffondendo: nel corso degli anni, infatti, il numero dei braccianti migranti dipendenti da sostanze dopanti è aumentato, come anche il relativo business criminale.
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Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com
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