Arriva il progetto Banca Terre: a disposizione 16mila ettari da reinvestire integralmente a favore dei giovani agricoltori che, sempre più frequentemente, in Italia, decidono di dedicarsi alla campagna.
I giovani tornano alla campagna: secondo Coldiretti, oggi in Italia sono 55 mila i ragazzi alla guida di imprese verdi. E ora, a dare nuovo impulso al settore, arriva il progetto Banca Terre dedicato ai giovani agricoltori.
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Negli ultimi anni, come sottolineato dall’associazione, sono migliaia i ragazzi under 35 che hanno scelto di dedicarsi alla campagna. Una generale corsa alla terra che ha portato l’Italia a conquistare un primato in Europa. Con uno straordinario aumento del 14% negli ultimi cinque anni, in controtendenza rispetto all’andamento generale con la crisi provocata dal Covid, sono infatti 55mila i ragazzi occupati nel settore.
A fronte di questa crescita, però, un ostacolo alla nascita di nuove imprese agricole condotte da giovani è rappresentato dalla mancanza di terre coltivabili. Lo rende noto Coldiretti in seguito a un’analisi condotta su dati Unioncamere, divulgata in occasione dell’apertura del quarto bando della Banca delle terre (Bat).
Il progetto mette a disposizione 16mila ettari in 624 lotti, per un valore complessivo minimo atteso di 255 milioni di euro, da reinvestire integralmente a favore dei giovani agricoltori.
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Dal 9 giugno al 7 settembre è possibile inviare le manifestazioni di interesse per l’acquisto di uno o più terreni ubicati in prevalenza nelle Regioni meridionali, con Sicilia, Basilicata e Puglia che da sole coprono oltre la metà delle superfici disponibili. Segue il Centro Italia, rappresentato in particolare dalla Toscana, con una quota del 17%, mentre il restante 9% è distribuito tra Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria. La procedura di vendita, semplificata grazie a uno sportello telematico, garantisce trasparenza e semplicità. Ai giovani imprenditori agricoli under 41 è concessa la possibilità di pagare il prezzo del terreno (fino al 100% del valore a base d’asta) con rate semestrali o annuali, per un periodo massimo di 30 anni.
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Sono tre le principali novità del bando che prevede una superficie media di 26 ettari: l’incremento del numero complessivo dei tentativi di vendita da tre a quattro; la possibilità di presentare offerte libere sia in rialzo che in ribasso rispetto al valore a base d’asta per i terreni al quarto incanto; l’estensione dei termini per la presentazione della manifestazione di interesse da 60 a 90 giorni.
Dopo l’invio della manifestazione di interesse, che avviene secondo una procedura guidata, si può partecipare alla procedura di vendita, presentando una propria offerta economica.
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Istituita nel 2016, la “Banca delle terre agricole” costituisce l’inventario completo dei terreni agricoli che si rendono disponibili anche a seguito di abbandono dell’attività produttiva e di prepensionamenti, raccogliendo, organizzando e dando pubblicità alle informazioni necessarie sulle caratteristiche naturali, strutturali e infrastrutturali dei medesimi, sulle modalità e condizioni di cessione e di acquisto degli stessi. Tutti possono accedere alla Banca gratuitamente.
Dalla sua istituzione a oggi la Banca nazione delle Terre agricole ha messo in vendita 530 terreni per un totale di 15.478 ettari; di questi 8.345 ettari sono stati aggiudicati, permettendo il recupero di 84 milioni di euro destinati a sostenere, per legge, nuovi interventi in favore dei giovani.
Attualmente alimentata da terreni agricoli derivanti dalle operazioni fondiarie di Ismea, la Banca nazionale delle terre agricole può raccogliere anche le superfici fondiarie appartenenti a Regioni e Province autonome e altri soggetti pubblici.
Un aspetto importante se si considera che in Italia la terra pesa mediamente per il 60% sul valore dell’attivo aziendale, con punte che arrivano sino all’81% nel caso di aziende meno capitalizzate. La base fondiaria rappresenta quindi la più grande barriera di ingresso per chi vuole intraprendere un’attività agricola, una barriera spesso insormontabile per molti giovani che non operano in continuità generazionale, ma si affacciano per la prima volta nel settore.
Una questione che va inquadrata nell’ambito di un tasso di ricambio generazionale ancora piuttosto basso. Mentre in Europa ogni 100 capi azienda over 65 anni ci sono 32 giovani, in Italia sono appena 19. A tale riguardo, secondo gli ultimi dati disponibili, ci sono oltre 300 mila aziende agricole con un capo azienda anziano, in età pensionabile senza aspettative di successione familiare.
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“La Banca nazionale delle terre agricole è uno strumento fondamentale perché, offrendo terreni, rende operative le misure per realizzare un’agricoltura 5.0, un modo anche per coinvolgere i giovani in questo bellissimo mondo che ci lega alla cultura e alla tradizione”. Queste le parole del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, intervenuto alla presentazione della quarta edizione della Banca. “È un progetto che permette di riscoprire il valore della terra con elementi nuovi, come l’innovazione, la sensoristica, la riduzione dell’impronta ambientale sulle produzioni e delle emissioni – ha precisato Patuanelli – si tratta di ripartire con nuove consapevolezze. Banca delle Terre è un’opportunità che ha tante gambe per svilupparsi. Sicuramente non mancheranno risorse e nemmeno le idee da parte degli imprenditori agricoli italiani. Abbiamo bisogno delle nuove generazioni per continuare su paradigmi diversi”.
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“Il sostegno alle aziende dei giovani è positivo per l’insieme dell’agricoltura nazionale e per il Paese – si legge, infatti, nel comunicato Coldiretti – poiché la capacità di innovazione e di crescita porta le aziende agricole dei giovani ad avere un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più”.
“Anche attraverso il lavoro dei giovani – ha affermato Veronica Barbati, leader dei giovani della Coldiretti – l’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa con 314 specialità Dop/Igp/Stg, compresi grandi formaggi, salumi e prosciutti, riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5266 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con circa 80mila operatori biologici”.
“La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – ha invece sottolineato Coldiretti Puglia – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo l’indagine Coldiretti/Ixè”.
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Analogo l’interesse mostrato da CIA Agricoltori Italiani che, con i suoi giovani imprenditori – riuniti nell’Associazione Agia – ha aderito al progetto “SIBaTer – Supporto Istituzionale alla Banca delle Terre” in partnership con Anci, per la valorizzazione dei beni non utilizzati in 8 regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
“Il progetto – ha spiegato l’associazione – rappresenta uno stimolo all’insediamento dei giovani per la rivitalizzazione di territori marginali rurali, attraverso proposte imprenditoriali che valorizzino le terre del patrimonio pubblico, prevenendo il degrado geologico-ambientale del territorio”.
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Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com
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