La Regione Puglia ferma le attività agricole dalle 12.30 alle 16 fino al 31 agosto 2021. Il divieto arriva dopo la morte di tre persone a causa della forte esposizione al sole durante le ore di lavoro.
In tutto il Sud Italia, il clima torrido e le alte temperature non danno tregua e in Puglia arriva l’ordinanza che dispone lo stop alle attività agricole dalle 12.30 alle 16, fino al 31 agosto 2021.
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Dopo la morte di un giovane bracciante africano nel brindisino e altre due persone che avevano lavorato in condizioni di forte esposizione al sole, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha emanato l’ordinanza n.182 che vieta le attività nei campi nelle ore più calde sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo. La mancata osservanza degli obblighi disposti dall’ordinanza – valida fino al 31 agosto 2021 – comporterà le conseguenze sanzionatorie come per legge.
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Intanto fra gli agricoltori pugliesi cresce la preoccupazione per il futuro della stagione agricola in corso. Un allarme che ha spinto Cia Puglia a richiedere il riconoscimento dello stato di calamità. “Nelle nostre zone – commenta Raffaele Carrabba, presidente Cia Puglia – gli agricoltori sono sempre andati avanti con determinazione, ma ormai vedono compromesse le loro attività. Chiediamo alla Regione di fare quanto possibile, anche nei confronti del Governo nazionale e dell’Unione europea, per limitare i danni di una stagione avversa e per attivare tutti quegli strumenti, come il riconoscimento della calamità naturale, che possono almeno attenuare i suoi effetti”.
“La situazione è allarmante – prosegue Carrabba – perché la mancanza di acqua sta provocando un forte abbattimento del reddito delle imprese agricole e un’elevata perdita di economia indotta. Si registra, infatti, una drastica diminuzione delle giornate lavorative, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e a valle del settore primario”.
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Analoga la situazione rilevata da Felice Ardito e Giuseppe De Noia, rispettivamente presidente e responsabile sviluppo associativo Cia-Agricoltori Italiani Levante: “In questi giorni stiamo già contando i danni nelle nostre campagne dove bruciano frutta e verdura pronte per la raccolta. Con le temperature superiori ai 35 gradi anche le piante sono a rischio stress idrico e colpi di calore che compromettono la crescita dei frutti sugli alberi, bruciano gli ortaggi e danneggiano i cereali”. A destare maggiore preoccupazione, la mancata raccolta del fiorone, vera e propria eccellenza pugliese, e la condizione degli ulivi (soprattutto in provincia di Bari).
L’agricoltura pugliese – già in difficoltà per svariati motivi – rischia così di subire un colpo pesantissimo dal quale potrebbe essere davvero difficile rialzarsi. “Il clima torrido e la persistente siccità stanno provocando gravissimi danni all’agricoltura pugliese, che vanno ad aggiungersi a quelli causati dalle gelate di aprile”, ha ribadito infatti l’associazione pugliese.
Accanto a questo, però, il caldo sta favorendo il diffondersi di insetti fastidiosi per gli uomini e dannosi per le coltivazioni. Tra questi, la cimice asiatica e il moscerino dagli occhi rossi, particolarmente temuti dai produttori ortofrutticoli per le perdite dei raccolti che possono provocare.
Si tratta di fenomeni tutti riconducibili alla forte siccità che sta caratterizzando tutta la Penisola. Come riportato da Coldiretti sulla base dei dati del Noaa relativi ai primi cinque mesi dell’anno, l’allarme siccità scatta in un 2021 che si classifica all’ottavo posto tra i più caldi mai registrati nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,77 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. Sempre nello stesso periodo, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr, in Italia la temperatura è stata più alta di 0,21 gradi rispetto alla media storica. Situazione che si rileva anche in Europa, dove la colonnina di mercurio è stata superiore di ben 1,04 gradi.
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Ilaria De Marinis
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