Manca ormai poco per l’addio al dimetoato: con l’agronomo Thomas Vatrano approfondiamo tutte le valide alternative e alternativa al Rogor per contrastare la mosca delle olive.
Il dimetoato, insetticida appartenente alla classe dei fosforganici arriva a fine carriera, durata per decenni in tutti gli areali olivicoli più importanti. Lo ha stabilito la Commissione europea revocando la sostanza attiva con una decisione del 26 giugno 2019 vista l’impossibilità di escludere il rischio di esposizione per consumatori, operatori, lavoratori, astanti al rischio genotossico. Dunque, è necessario trovare un’alternativa al Rogor.
La genotossicità si riferisce all’abilità di un agente chimico di interagire direttamente col DNA o agire indirettamente, portando a danni sul DNA ,influenzando l’apparato del fuso o a enzimi coinvolti nella replicazione del DNA, causando mutazioni.
Diversi sono gli studi sui danni da stress ossidativo operati dal dimetoato a carico dell’uomo.
Per decenni questa molecola è stata usata nella lotta contro la mosca olearia vista l’economicità, efficacia nei trattamenti adulticidi e soprattutto larvicidi, idrofilicità con la capacità di essere completamente eliminato nelle acque di vegetazione durante il processo di frangitura delle olive.
La mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) (Foto 1) è definito l’insetto chiave degli agroecosistemi-olivo mondiali, i cui danni diretti si ripercuotono su cascola anticipata delle drupe, mentre quelli indiretti sui parametri qualitativi dell’olio d’oliva, influenzandone anche il flavour con i difetti che ne conseguono.
Soluzioni ammesse in agricoltura biologica
Caolino
È una polvere di roccia (appartenente alla famiglia degli allumino-silicati) la cui funzione è quella di imbrattare la vegetazione con lo scopo di diminuire i carichi di calore (heat stress) e le scottature (sunburn). In maniera indiretta, creando una patina biancastra sulle drupe ostacola l’attività della mosca olearia. Tra i vantaggi vi è questo triplice effetto con dei costi più o meno contenuti, che in funzione della capacità imbrattante del prodotto e delle condizioni ambientali, consente di contenere gli attacchi del parassita con 1-2 trattamenti estivi (Foto 2).
Zeolite
È anch’essa una polvere di roccia che a differenza del caolino ha una CEC molto elevata ed è costituita da alluminosilicati cristallini con connessioni tridimensionali di [SiO4]4- e [AlO4]5-. La zeolite in funzione della sua composizione è definita chabasite-zeolite o clinoptilolite-zeolite. L’azione sulla pianta è analoga a quella del caolino costituendo un film protettivo sul filloplano che, come nel caso del precedente, filtra i raggi solari eccessivi e riduce il rischio di foto-danneggiamento (Foto 3).
Recenti studi mettono in risalto quest’ultima polvere di roccia per avere avuto risultati migliori sulle caratteristiche chimico-organolettiche dell’olio d’oliva.
Beauveria bassiana (Naturalis ®)
È un insetticida/acaricida microbiologico a base del fungo B. bassiana che agisce contro diversi fitofagi, tra cui: ditteri tefritidi, aleurodidi, ecc. È compatibile con gli ausiliari e non ha alcun effetto indesiderato sui bombi e sui pronubi.
Il p.a. agisce per contatto e, affinché venga esplicata la sua azione, le spore devono aderire sulla superficie dell’ospite in modo che possano avviarsi i processi biochimici di penetrazione con la produzione di enzimi chitinolitici. Tra i vantaggi si annovera l’attività contro tutti gli stadi di sviluppo dell’ospite. Sui ditteri tefritidi (quindi sulla mosca olearia) agisce in modo preventivo con azione di repellenza alla ovideposizione.
Piretro. È un insetticida di contatto, abbattente sulla popolazione adulta (es. Rabona®).
Cattura massale (attract&kill)
Questa tecnologia ha lo scopo di ridurre drasticamente la popolazione adulta del parassita in modo da rendere i danni irrisori, mediante l’utilizzo di trappole (innescate) che ne catturino gli individui di entrambi i sessi.
Il mercato propone diverse tipologie con relativi prezzi e modalità di impiego, nonché densità per ettaro. In linea di massima le soluzioni più comuni sono rappresentate da trappole a forma di tronco-cono innescate con bicarbonato d’ammonio e 1,7-dioxaspiro (5,5) undecano per attrarre entrambi i sessi (es. Flypack® dacus trap). Nella parte alta della trappola vi è contenuta la deltametrina, che andrà a uccidere i ditteri per contatto.
Un’altra tipologia è costituita da una specie di bottiglia al cui interno è contenuto solo del liquido attrattivo (dacus trap®) il cui obiettivo è quello di fare entrare i ditteri mediante dei fori posti sulla parte alta della bottiglia, i quali una volta all’interno non avranno più la capacità di uscire.
Ultima tipologia di trappola (eco-trap®), è quella basata sull’utilizzo del bicarbonato d’ammonio e 1,7-dioxaspiro (5,5) undecano (per attrarre i sessi), ma che non ha finalità di intrappolare il fitofago perché agisce mediante l’uso di un sacchetto in polietilene rivestito all’esterno con una speciale carta trattata con la deltametrina, che agisce per contatto una volta che il dittero viene attratto.
Quale scegliere? Il consiglio generale è di eseguire la cattura massale su grandi numeri di piante e quindi di superfici, affinché risulti efficace. Alcune schede tecniche ne sconsigliano l’uso sotto le 1000 piante. Per il resto ogni trappola offre delle caratteristiche, delle densità di impianto e un tempo di attività dell’attrattivo ßvariabile.
Sali di rame
Il rame è il fungicida per antonomasia, il più utilizzato da sempre. Esplica un’azione di copertura e non incorre nei pericoli di resistenza rispetto ai patogeni.
Nel caso della mosca olearia, esplica un’azione batteriostatica su quei batteri presenti sul filloplano e che entrano in simbiosi con la Bactrocera oleae, interferendo così con le funzioni vitali del dittero. Potrebbe essere impiegato in miscela con caolino o zeolite prediligendo rameici ad alte percentuali in modo che abbiano dei bassi dosaggi che non vadano a mascherare l’azione imbiancante delle polveri di roccia, soprattutto nel caso del caolino.
Spinosad
Una sostanza ottenuta dalla fermentazione attivata da un batterio del suolo, il microrganismo Saccharopolyspora spinosa. Lo spinosad agisce come esca proteica adulticida perché attira i ditteri bersaglio facendoli alimentare ad libitum e portandoli a morte. A ettaro si usano 1-1,2 litri di p.a disciolto in 4 litri di acqua applicandolo sul 50% delle piante (una fila si e una no o in alternativa una pianta si e una no). Su olivo sono ammessi max 8 trattamenti annui da effettuare a cadenza di 7-10 gg in virtù dei voli della B. oleae. Qualora si andasse incontro a forti piogge si consiglia di ripetere il trattamento, un po’ come avviene per le polveri di roccia.
Nella tabella 1 sono riassunte tutte le strategie di lotta ammesse in agricoltura biologica.
Soluzioni per la lotta integrata
La lotta integrata alla mosca olearia prevede il costante monitoraggio del fitofago mediante l’utilizzo di trappole cromotropiche innescate con feromone o mediante pannelli cromotropici senza innesco.
Un controllo più accurato prevede la dissezione di 100 drupe ad ettaro (da prelevare mediamente su 50 piante) in modo da verificare il grado di infestazione attiva, dato dal numero di uova e larve di I^ e II^ età. Le soglie di danno si aggirano tra il 7-14 % di infestazione attiva, al superamento della quale si interverrà con un insetticida di sintesi.
Tra i p.a. più comuni in commercio si ricordano l’acetamiprid e il fosmet.
Nella tabella 2 sono elencati i principali principi attivi utilizzati contro la mosca delle olive e il loro meccanismo d’azione.
È importante sottolineare che molte delle strategie di lotta ammesse in agricoltura biologica ben si adattano a essere inserite nelle strategie di lotta integrata.
A cura di: Thomas Vatrano
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