Pistacchio di Bronte: poca manodopera, slitta la raccolta

La colpa, a detta dei produttori, è del reddito di cittadinanza

da Redazione FruitJournal.com
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Quest’anno la campagna del pistacchio di Bronte è messa a dura prova: manca la manodopera e la raccolta slitta di dieci giorni.

I produttori locali lamentano ritardi significativi nella raccolta del Pistacchio di Bronte a causa della mancanza di manodopera che preferisce percepire il reddito a cittadinanza.

A detta dei produttori l’assenza di operai disponibili è riconducibile al reddito di cittadinanza. Di fatti, se in passato il produttore poteva contare sulla forza lavoro di centinaia di operai, oggi si fa fatica a trovare personale che – percependo il reddito di cittadinanza – sia disposto a lavorare nel periodo di raccolta.

E in merito alla questione si è pronunciato anche il sindaco di Bronte, Pino Firrarello: “Molti operai per la raccolta del pistacchio non vogliono essere messi in regola”. “Qui, più che altrove, per la raccolta del pistacchio esiste il problema del mercato del lavoro. Il periodo della raccolta del pistacchio – ha spiegato – non dura più di un mese, massimo 40 giorni. Raccogliere il pistacchio oltre questo periodo è inutile perché il frutto si deteriora. Tutti quindi hanno la necessità di assumere un consistente quantitativo di manodopera per completare presto una raccolta che, con tante difficoltà, deve essere effettuata velocemente”.

“Ci sono diversi lavoratori – ha poi aggiunto – che, o perché percepiscono il reddito di cittadinanza o perché godono dell’indennità di disoccupazione, non saranno messi in regola, con i produttori che non trovano manodopera. Temendo di perdere il raccolto e con esso due anni di duro lavoro per portare a termine la costosa produzione, alla fine si convince a rischiare, facendo lavorare anche chi non vuole essere messo in regola”.

Come sottolineato dal primo cittadino di Bronte, infatti, accanto alla mancanza di manodopera si deve considerare la questione irregolarità.

Proprio nelle ultime settimane, controlli e operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine hanno portato alla scoperta di decine di lavoratori in nero, impiegati nella raccolta.

Ritardi e irregolarità a parte, per il pistacchio di Bronte le stime previste sono comunque in linea con l’ultima raccolta. Si va verso i 1600 chili a ettaro, con picchi più elevati in alcune zone. Buone le previsioni anche in termini di prezzo che, infatti, dovrebbe attestarsi sui 12 euro al chilogrammo per il prodotto in guscio e intorno ai 30 euro per quello sgusciato. Dal fronte mercati, anche la concorrenza con il prodotto importato da altri Paesi (Spagna, Turchia, Grecia, Iran) dovrebbe favorire quello di Bronte, superiore per qualità rispetto al frutto estero. 

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

 

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