L’inerbimento è una tecnica agronomica che si va sempre più diffondendo in agricoltura.
Con Giacomo Mastrosimini, agronomo e socio della società di servizi Graper s.r.l., approfondiamo vantaggi e benefici dell’inerbimento in frutteto.
In agricoltura tradizionale, la tecnica dell’inerbimento in frutteto viene usata per preservare i terreni in forte pendenza dall’erosione degli agenti atmosferici.
Spesso, infatti, acqua e vento causano forti perdite di suolo nei terreni lavorati. Con questa pratica si possono quindi ridurre le perdite di suolo anche del 95% rispetto ai terreni lavorati.
Nel concreto, l’inerbimento è una pratica che consiste nel mantenere un cotico erboso su tutta la superficie del frutteto o negli spazi tra i filari delle piante da frutto.
Grazie all’apparato radicale dell’essenza erbacea impiegata, l’inerbimento protegge dall’erosione e apporta diversi benefici alla pianta.
“In questo caso, ci troviamo in agro di Conversano – racconta Mastrosimini – si tratta di un impianto che deve essere ancora innestato, ma diverrà un ciliegeto”. Qui è stata condotta la pratica di inerbimento con trifoglio subterraneo.
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Diversi sono i benefici che si possono trarre da questa pratica.
In primis, si potrà optare per una gestione no-tillage del terreno. Quest’ultimo, infatti, non sarà lavorato tra le file per almeno tre anni, perché il trifoglio si risemina da solo in primavera e ogni autunno germina. In secondo luogo, sarà possibile gestire al meglio il controllo delle erbe infestanti. Infine, l’inerbimento in frutteto porterà a un generale miglioramento delle caratteristiche biologiche, fisiche e chimiche del terreno. Tra queste, senza dubbio, un maggiore arieggiamento degli strati profondi grazie alla radice fittonante del trifoglio subterraneo. E, in seconda battuta, un aumento della dotazione azotata del terreno. Il trifoglio subterraneo, infatti, essendo una leguminosa, produce l’azoto per sé e la coltura in questione, garantendo l’apporto necessario.
Solitamente il periodo più favorevole per la semina dell’inerbito negli areali del Sud Italia è quello autunnale: da metà ottobre alla metà di novembre sono due: da metà settembre a fine ottobre e da fine gennaio a metà marzo.
In ogni caso, fondamentale per il conseguimento di risultati ottimali è la corretta gestione di ogni fase della pratica che, oltre a migliorare la struttura del terreno e favorire aumento e conservazione della sostanza organica, consente di ottenere un evidente risparmio economico e un miglioramento dei parametri ambientali.
Ilaria De Marinis
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