Il maltempo di novembre non ha dato tregua agli actinidieti di Latina. Qui, infatti, una violenta grandinata ha messo in ginocchio diverse aziende agricole, chiamate ora alla conta dei danni.
Raccogliamo e pubblichiamo la testimonianza dell’azienda agricola Riccardi, sita in agro di Fondi (Lt), che proprio a causa della grandine ha riportato danni ingenti alla propria produzione di kiwi.
Il clima è cambiato, le stagioni non sono più le stesse e – soprattutto nel nostro settore – bisogna ormai pensare a tutele e messe in sicurezza a fronte degli stravolgimenti climatici.
Quest’anno la grandinata delle prime settimane di novembre ha colpito la nostra coltivazione di kiwi, arrecando danni considerevoli alla nostra produzione tanto che abbiamo potuto raccogliere solo il 20% dei frutti.
All’indomani della grandinata, la prima cosa che abbiamo fatto è stata proprio andare sul posto per accertarci di ciò che era successo. Quello che abbiamo constatato è stato veramente il disastro, con i frutti finiti a terra, colpiti in maniera violenta dai chicchi di grandine.
Tra l’altro, com’è noto, il kiwi è un frutto delicato: basta poco per far partire la maturazione e non essere più idoneo alla vendita sul mercato. Questo purtroppo è quello che è successo a noi, soprattutto perché la grandinata di quest’anno è stata molto violenta e prolungata. Si è trattato di diversi minuti che, però, si sono rivelati devastanti per l’intera produzione.
Fare i conti con questo mestiere non è sempre facile.
Ci stavamo organizzando per installare l’anno prossimo una struttura in rete per evitare qualsiasi tipo di problema, in modo particolare quelli legati alle avversità climatica. La natura, però, non ci ha dato tempo.
È stato davvero un duro colpo e vi ringraziamo per aver accolto la nostra testimonianza perché speriamo così di poter far sentire la nostra vicinanza ad altri nostri colleghi che si ritrovano nella stessa condizione.
I nostri buoni propositi sono quelli di fare sempre meglio e di cercare di prevedere per quanto sia possibile quello che succederà. Il tutto, cercando di difendere – per quanto possibile – le colture e il nostro lavoro dalle avversità naturali.
Ilaria De Marinis
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