Durante il 33° Forum di Medicina Vegetale tenutosi a Bari lo scorso 14 dicembre, Vincenzo Verrastro ha spiegato nella sua relazione in che modo l’introduzione in Puglia dell’imenottero Ganaspis brasiliensis, potrebbe contrastare la diffusione di Drosophila suzukii su ciliegio. Verrastro è amministratore scientifico dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (CIHEAM Bari) sito a Valenzano (Ba).
Ganaspis brasiliensis è stato recentemente introdotto negli areali pugliesi, ma prima di poterne osservare gli effetti contro Drosophila suzukii dovremo attendere qualche anno. Studi condotti in altri Paesi, però, lasciano ben sperare.
In ambienti in cui l’insetto utile è naturalmente presente (Medio-Oriente, Giappone e Corea del Sud) si è osservata un’attività antagonista nei confronti del moscerino asiatico dei piccoli frutti, responsabile di ingenti danni nei frutteti italiani.
Il rilascio dell’antagonista, quindi, rappresenta un mezzo di lotta biologica che interessa l’intero territorio nazionale.
“Il moscerino dei piccoli frutti – ha illustrato Verrastro – è un parassita polifago che attacca principalmente frutti di colore rosso. I primi lanci di Ganaspis brasiliensis in Trentino hanno interessato la produzione di piccoli frutti rossi (more, lamponi, ecc). In Puglia il progetto rappresenta un mezzo di lotta biologica volta a proteggere la cerasicoltura. Qui i lanci sono stati realizzati come attività di sperimentazione e hanno interessato piccoli areali del Sud-Est barese (Turi, Conversano e Gioia del Colle)”.
“Gli ettari di ciliegio coltivato in Puglia sono circa diciottomila – evidenzia Verrastro – pertanto occorrono finanziamenti per proseguire con la ricerca. Al fine di ottenere l’autorizzazione al rilascio dell’imenottero sul territorio nazionale è stata eseguita un’analisi del rischio. Quest’analisi ha consentito di ottenere l’unico risultato ad oggi noto: l’efficacia dell’introduzione dell’insetto nel controllo del moscerino”.
“Per valutare, invece, se il clima pugliese è favorevole all’insediamento dell’insetto nei nostri ambienti e alla sua capacità di parassitizzazione – conclude Verrastro – dovranno trascorrere almeno tre anni dal primo lancio. Ѐ previsto, inoltre, un programma di monitoraggio pluriennale per valutare la sua efficacia nei confronti di D. suzukii. Siamo ancora all’inizio del progetto e i risultati non sono mai immediati quando si introduce un nuovo organismo in un nuovo territorio”.
A cura di Tiziana Anelli
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