La cimice asiatica, insetto originario dell’Asia, rappresenta una grande minaccia per la coltura del kiwi.
In Nuova Zelanda, dove il kiwi è il frutto più coltivato, la pericolosità della cimice asiatica desta forte preoccupazione.
Lo scorso settembre, infatti, sono stati avviati controlli a tappeto che hanno rilevato la presenza di 55 esemplari vivi, perlopiù su mezzi di trasporto, attrezzature e pacchi provenienti da Stati Uniti, Cina e Italia.
La presenza dell’insetto in Nord America e in Europa è ormai consolidata e si manifesta con ingenti danni alle produzioni. Recentemente, però, è stato rilevato anche in Cile.
Uno scenario allarmante, specie se si considera che il controllo della cimice risulta ancora assai complesso per via della sua resistenza agli agrofarmaci e per l’assenza di predatori naturali.
In tal senso, la sua introduzione in Nuova Zelanda potrebbe seriamente compromettere la produzione del kiwi, impattando sull’economia del Paese. Decisivi si sono tuttavia rivelati i controlli effettuati dal servizio di Biosicurezza del Paese per scongiurare l’ingresso dell’insetto sul territorio neozelandese. In ogni caso, i ritrovamenti di questa stagione sono stati superiori a quelli dello scorso anno, che si erano fermati a 42 insetti vivi. Di tutte le rilevazioni, inoltre, 15 sono avvenute su navi e merci e 5 sul suolo neozelandese.
La Biosicurezza del Paese, in collaborazione col Dipartimento Australiano dell’Agricoltura, dell’Acqua e dell’Ambiente, ha messo a punto una linea comune per la gestione del pericolo derivante dall’ingresso di prodotti da Paesi abitati dall’insetto. I prodotti che transitano per più di 5 giorni in un territorio in cui è presente l’insetto, ad esempio, devono essere attentamente controllati prima dell’ingresso in Australia o in Nuova Zelanda. Lo Standard d’Importazione per la Salute (IHS) per i veicoli, macchinari e prodotti, al momento conta 38 Paesi totali.
Inoltre, si stanno mettendo a punto strumenti di intelligenza artificiale che supportino gli operatori nell’identificazione dell’insetto sul campo. A tal riguardo, sono oggi presenti 160 trappole sul territorio nazionale al fine di monitorare 80 aree ad alto rischio.
Fortunatamente ad oggi non c’è stata alcuna rilevazione, ma l’attenzione resta alta. Non solo per scongiurare eventuali compromissioni per la produzione della Nuova Zelanda, ma anche al fine di tutelare tutti gli altri Paesi che si trovano a dover convivere con questo insetto.
A cura di Tiziana Anelli
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