Fioritura mandorlo, temperature sopra la media e assenza di piogge: il clima in Puglia sembra annunciare una primavera in anticipo, ma si teme per il rischio gelate.
Con un mese di gennaio tra i più asciutti mai registrati e l’assenza prolungata di piogge, il clima sembra minacciare le produzioni agricole della Puglia, dove il caldo fuori stagione ha fatto già sbocciare mandorli e peschi, avviando la fioritura mandorlo.
A renderlo noto l’analisi condotta dalla Coldiretti regionale sulla base dei dati Isac Cnr che lancia l’allarme sul rischio che le repentine ondate di gelo notturno e delle prime ore della mattina brucino fiori e gemme di piante e alberi, impossibilitati a vivere la fase di quiescenza, dopo il risveglio anticipato con fioriture anomale già dal dicembre scorso.
“Per l’assenza di pioggia – sottolinea l’associazione – in Puglia mancano all’appello oltre 18 milioni di metri cubi di pioggia rispetto all’anno scorso, secondo l’Osservatorio ANBI. Si sono verificate infatti meno della metà delle precipitazioni – precisa la Coldiretti Puglia – con un deficit del 51% al Sud secondo Iconaclima”.
A essere maggiormente esposte le coltivazioni invernali in campo che rischiano di essere colpite da possibili gelate tardive: “se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni”, spiega Coldiretti Puglia.
La tropicalizzazione del clima, infatti, sta determinando la maturazione precoce di prodotti agricoli come peschi e mandorli in fiore a febbraio.
Le conseguenze di un simile andamento climatico potrebbero tradursi nell’annullamento degli sforzi di molti degli agricoltori pugliesi che rischiano di perdere produzioni e, al contempo, subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante.
“A preoccupare – continua la Coldiretti Puglia – è anche l’impennata dei prezzi dei beni energetici, con gli agricoltori che si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione“.
L’aumento record dei costi energetici, infatti, sta mettendo a dura prova l’intero comparto con produttori e aziende costretti ad affrontare “rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione”.
A questo – come sottolineato da Coldiretti Puglia – bisogna poi aggiungere “l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti” che ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, “con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%. Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%)”.
Sono dunque pesanti gli effetti del caro bollette, associati al cambiamento climatico con l’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai diventata la norma tanto che siamo di fronte a una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua Coldiretti regionale – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi meteo violenti con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.
Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com