Da nord a sud, da est a ovest: in tutta Italia agricoltori e allevatori della Coldiretti scendono in piazza per protestare contro il caro energia.
La protesta, iniziata questa mattina alle 9.00, prevede un sit-in davanti alle prefetture di diversi comuni, durante il quale sarà consegnato un documento con tutte le proposte Coldiretti atte a contrastare le ripercussioni del caro energia.
“Se i prezzi per le famiglie corrono e il carrello della spesa ne soffre, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione” – si legge in una nota dell’associazione.
Il balzo dei beni energetici, infatti, ha travolto considerevolmente i bilanci delle imprese agricole costrette ormai a vendere sottocosto.
A sottolinearlo, qualche giorno fa, anche il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli attraverso un post pubblicato sul suo profilo social. “Siamo nel pieno di una crisi energetica che mina alle fondamenta l’economia reale del Paese. Uno scostamento di bilancio in questa situazione non può essere considerato ‘debito cattivo’, perché il rovescio della medaglia potrebbe voler dire far fallire migliaia di aziende del comparto. Lo scostamento deve essere impiegato per mitigare il caro-energia e per applicare una nuova moratoria sui mutui e sui prestiti per il settore agricolo”.
A tal riguardo il Ministro ha ricordato che il settore primario, “nonostante sia costantemente lontano dai riflettori, sta soffrendo come e forse più degli altri a causa dell’aumento dei fattori della produzione”. “Dobbiamo fare delle scelte precise per tutelare il primo comparto produttivo del Paese – scrive – prima che i dati sul PIL si spengano contro i problemi quotidiani, reali e concreti che gli imprenditori italiani devono affrontare. Non possiamo costringere le aziende agricole a dover scegliere tra pagare l’energia, pagare i mutui, pagare i dipendenti o abbassare la saracinesca”.
Intanto, diversi agricoltori della Coldiretti hanno deciso di scendere in piazza e manifestare il proprio dissenso.
Con l’esplosione dei costi energetici – spiega in un comunicato l’associazione – quasi un agricoltore italiano su tre (30%) è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese”. Come nuovamente confermato da un’indagine Coldiretti/Ixè diffusa oggi in occasione della grande mobilitazione di decine di migliaia di allevatori e agricoltori scesi in piazza con trattori e animali da Nord a Sud d’Italia, a partire dalla Capitale in piazza Santi Apostoli.
Con l’avvio delle operazioni colturali – spiega la Coldiretti – gli agricoltori sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre, l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi. Per non parlare dell’emergenza siccità che costringerà quest’anno ad aumentare il ricorso all’irrigazione con i costi energetici alle stelle”.
Da parte delle filiere agricole, si conferma un ampio sostegno alla protesta promossa dall’associazione.
Tanto che – si legge ancora nel comunicato – “non mancheranno azioni eclatanti a sostegno delle proposte della Coldiretti per garantire il giusto prezzo con la lotta alle speculazioni, assicurare liquidità alle imprese e sbloccare gli interventi per il settore fermati dalla burocrazia”.
Nel frattempo, però, il caro energia e il caro materie prime assumono giorno dopo giorno i contorni di una vera e propria emergenza nazionale, con conseguenze sulle imprese e sui cittadini-consumatori che destano sempre più preoccupazione.
Ilaria De Marinis
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