Per editing del genoma si intende una tecnologia capace di modificare piccole sequenze di DNA degli organismi viventi che può essere utilizzata per ottenere piante con determinate caratteristiche, attraverso un’azione mirata in siti specifici.
Seppur i risultati dimostrino le potenzialità dell’editing del genoma per ottenere produzioni più resilienti e sostenibili, ancora tanti risultano i dubbi e le preoccupazioni a riguardo.
E così mentre il governo della Cina approva l’intervento sul DNA delle piante per fronteggiare i cambiamenti climatici, c’è chi in Europa chiede la sospensione dell’iniziativa di riforma della legislazione Ue sugli Organismi geneticamente modificati.
L’iniziativa legale di modificare le legge degli Ogm fa seguito a una richiesta avanzata dal Consiglio di Stato francese nel novembre 2021 per facilitare l’editing del genoma.
Approvato l’editing del genoma in Cina
Come anticipato, il governo cinese ha approvato l’intervento sul DNA in campo agricolo attraverso l’editing del genoma.
L’obiettivo è dar vita a nuove varietà più resistenti in campo e meglio adattabili ai cambiamenti climatici del Pianeta.
In modo particolare, al centro di molte proposte dei ricercatori del settore, che hanno accolto entusiasti la notizia, lo sviluppo di varietà di grano resistenti alle malattie fungine.
In ogni caso, è bene sottolineare che l’iniziativa approvata in Cina è molto più conservativa rispetto a quanto già consentito negli Stati Uniti, ma più permissiva di quelle europee. Nel Vecchio Continente, infatti, queste nuove tecniche di editing del genoma sono considerate al pari delle modifiche per organismi geneticamente modificati (OGM).
Associazioni anti-OGM: no all’editing in Europa
L’Ue definisce “OGM” ogni organismo “in cui il materiale genetico (DNA) è stato alterato in un modo che non si verifica naturalmente per accoppiamento o ricombinazione naturale”. Anche gli organismi modificati con le nuove tecniche genomiche, spesso chiamati “nuovi OGM”, sono inclusi nella definizione giuridica di OGM e regolati come tali nel diritto dell’Ue.
Già nel novembre 2021, però, il Consiglio di Stato francese ha inoltrato richiesta di modificare la legge degli OGM per facilitare le nuove tecniche di editing del genoma.
A sostegno della richiesta, bisogna dire che le nuove tecnologie di editing del genoma non prevedono l’inserimento di DNA estraneo e consentono, attraverso modifiche mirate nella sequenza genomica, di mimare quanto comunemente avviene in natura, abbreviando semplicemente i tempi.
Eppure oggi sono tante le organizzazioni anti-OGM che richiedono di sospendere l’iniziativa di riforma della legislazione Ue sugli Ogm, almeno fino a quando la Corte di giustizia dell’Unione europea non pubblicherà chiarimenti in merito.
Tra benefici e rischi
I sostenitori di queste tecniche, che in Italia sono tanti, tra cui le principali organizzazioni di settore come Coldiretti e Confagricoltura, le reputano capaci di creare piante più resistenti ai cambiamenti climatici e ai patogeni. Le nuove tecnologie – secondo i fautori dell’editing – consentirebbero quindi di ridurre nettamente l’uso di agrofarmaci. Tra l’altro la tecnologia più avanzata al momento interessa il grano, una produzione delicata per il comparto agroalimentare italiano.
Chi è favorevole, inoltre, sostiene che l’editing del genoma sia un processo che simula quello che avviene naturalmente in natura, ma in tempi ridotti, grazie all’impiego di tecniche più precise e interventi mirati, quindi teoricamente più sicuri.
Allo stesso tempo, però, a destare preoccupazione sono le possibili mutazioni derivate dall’editing genomico che potrebbero compromettere la biodiversità, ricadendo infine sulla salute umana. Un timore condiviso anche dalle organizzazioni contadine e ambientaliste, convinte che queste tecniche possano favorire lo sviluppo di grandi monocolture.
Diatriba ancora accesa, quindi, che sembra però giustificare la posizione prudente dell’Europa sull’utilizzo di queste nuove tecnologie di editing sul genoma delle piante.
A cura di Tiziana Anelli
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