Da diversi anni l’agronomo Giuseppe Pecoraro ha deciso di adottare strategie che prevedono l’uso di prodotti biostimolanti. Uno strumento che, oltre a garantire produzioni di qualità, ha permesso di far fronte alle condizioni di stress causate dai cambiamenti climatici in atto.
Giuseppe Pecoraro, agronomo e responsabile tecnico della filiale italiana di Alltech Crop Science, offre assistenza in campo ai produttori e si occupa dell’introduzione commerciale di alcune soluzioni naturali per la nutrizione e la salute delle piante, tra cui prodotti biostimolanti.
Con lui, nello Speciale Biostimolanti, abbiamo approfondito vantaggi, risultati e andamento commerciale di questi prodotti.
Da quanto tempo sperimenti questi prodotti nelle aziende agricole?
Sono circa sei anni che adopero strategie che prevedono l’impiego di prodotti biostimolanti. Parliamo sia di colture sotto serra che in pieno campo.
Nello specifico, l’introduzione di questi prodotti è stata finalizzata alla soluzione di alcune problematiche. La prima legata al superamento di condizioni di stress abiotici, come cambiamenti di temperatura o di luce. La seconda dovuta a necessità di efficientamento della nutrizione, quindi l’uso di biostimolanti per ottenere delle performance soddisfacenti, con piante ben nutrite, più resistenti agli attacchi dei patogeni e in grado di garantire produzioni di qualità.
Quali sono stati i risultati ottenuti?
I prodotti biostimolanti sono definiti per legge sulla base degli effetti agronomici e non rispetto alla loro natura o alla modalità di azione. I risultati possono essere tra loro anche molto differenti, dal momento che in questa categoria rientrano soluzioni anche molto diverse tra loro. Bisogna sempre tenere a mente che si lavora con la pianta e il suolo, due “mondi vivi” sempre condizionati dal clima. Da un lato, infatti, abbiamo piante con potenziali genetici sempre più elevati; dall’altro, i cambiamenti climatici possono vanificare l’incremento della produzione. In tal senso, possiamo dire che i biostimolanti rappresentano un importante strumento per superare tutte queste condizioni di stress, diventando a tutti gli effetti degli strumenti agronomici in grado di garantire redditività e produzioni di qualità per l’imprenditore agricolo.
Se parliamo di utilizzo di biostimolanti, che incidenze ci sono in termini di rapporto costi-benefici?
In generale va detto che questi prodotti vengono impiegati sulle colture ad alto valore aggiunto. Purtroppo, nell’immaginario collettivo se non si ha ben chiaro il risultato che si vuole ottenere, se non si misura quello che si sta facendo e non si riesce a valorizzare economicamente il prodotto agricolo, tutto quello che si fa viene interpretato solo ed esclusivamente come un costo aggiuntivo. Questo modo di ragionare, però, non porta da nessuna parte. Anzi, più le condizioni di mercato sono problematiche e più difficoltà subentrano nei processi di produzione, tanto più bisognerebbe investire in questi prodotti.
Quale pensi possa essere l’andamento futuro del mercato dei biostimolanti?
Se si guarda il trend del mercato di prodotti nutrizionali, agrofarmaci e biostimolanti, si può notare come quello dei biostimolanti sia uno dei settori con i tassi di crescita più importanti. E questo si deve a due ragioni principali. In primo luogo, alla richiesta di una maggiore sostenibilità connessa alle nuove politiche europee, per cui tutto ciò che la pianta riesce a produrre con meno input è ben visto. Secondo, l’agricoltura effettivamente sta cambiando in maniera radicale e questi prodotti rappresentano davvero un aiuto fondamentale, soprattutto con i problemi introdotti dai cambiamenti climatici.
Chiaramente, la categoria dei biostimolanti rappresenta ancora qualcosa di nuovo.
Tante, infatti, possono essere le sostanze ancora da scoprire e utilizzare e su cui la ricerca dovrebbe investire per rendere questi prodotti sempre più alla portata di tutti e poterli così integrare in maniera specifica, misurata e consistente nelle strategie aziendali. Il tutto con costi accessibili. Un prodotto viene impiegato quando c’è un ritorno dell’investimento. Ad oggi i biostimolanti possono sembrare costosi, ma alla fine la quantità che se ne impiega è sempre molto piccola. Quindi, in realtà, bisognerebbe valutare il costo per kg di prodotto agricolo ottenuto e poi calcolare effettivamente la redditività di questo investimento.
È stato difficile introdurre questi prodotti all’interno delle aziende?
Molto dipende dal fattore culturale, dalle esperienze pregresse delle persone con cui ci si interfaccia e dai problemi che il produttore sente di dover risolvere. Molte volte è difficile, perché spesso queste soluzioni vengono proposte da persone poco serie come “prodotti magici” in grado di poter risolvere tutto. Ma i prodotti magici non esistono, ci sono solo delle buone soluzioni che, se impiegate bene e secondo una strategia prestabilita e ben studiata, possono dare grandi risultati. A mio parere bisogna ancora lavorare molto dal punto di vista culturale, ma fortunatamente negli ultimi anni l’impiego di soluzioni biostimolanti è cresciuto in maniera importantissima e credo che si proseguirà in questa direzione.
Ilaria De Marinis
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