Marciumi radicali, prevenire è fondamentale

I consigli tecnici dell'Alsia per prevenire i marciumi che possono colpire le radici di numerose specie, tra cui gli alberi da frutto

da uvadatavoladmin
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I marciumi radicali possono colpire numerose specie arboree, mettono a rischio la loro sopravvivenza e la stabilità. Per il loro contenimento fondamentale risulta dunque la prevenzione: i consigli tecnici dell’Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura.

Armillaria mellea, Rosellinia necatrix, e Phytophthora spp. sono i responsabili della maggior parte dei marciumi che possono interessare le radici delle piante da frutto.

In terreni pesanti in cui si verifica ristagno perché non drenati a sufficienza, determinano uno stato di stress, crescita stentata, clorosi, deperimento progressivo fino alla morte che può avvenire improvvisamente (colpo apoplettico) soprattutto nel periodo successivo alla ripresa vegetativa della pianta, e può essere fatale.

La diagnosi è possibile scalzando la parte sottostante il colletto fino alle radici principali e osservare la eventuale presenza di micelio biancastro, accompagnato dal caratteristico odore di fungo. La presenza di rizomorfe con micelio a ventaglio e carpofori sono caratteri tipici che distinguono l’Armillaria dalla Rosellinia. Nel caso di attacco da Fitoftora, invece, è visibile un imbrunimento a livello del cambio.

I marciumi radicali possono colpire alberi da frutto, specie forestali e piante ornamentali. Per il loro contenimento bisogna assolutamente agire con la prevenzione.

Norma fondamentale è quella di evitare ristagni idrici adottando accorgimenti agronomici quali baulature del terreno, livellandolo con pendenza verso i canali di scolo. Poi, prima di un nuovo impianto, se Armillaria o Rosellinia sono presenti nel terreno, è necessario lasciarlo a riposo per almeno tre anni seminando specie non ospiti come leguminose o brassicacee.

È importante non causare ferite alle radici e al colletto durante le lavorazioni del terreno con attrezzi. Inoltre, in fase di impianto, è possibile ricorrere all’ausilio di organismi antagonisti per contenere la malattia. Tra questi, i più efficaci sono i funghi del genere Trichoderma: T. harzianum, T. viride, T. gamsii e T. asperellum. L’efficacia di questi formulati può essere migliorata anche dalla benefica azione di prodotti a base di micorrize.

Infine, nei confronti delle fitoftore risultano efficaci alcuni fungicidi del gruppo delle acilanine, morfoline e Fosetil Al.

Fonte: Alsia Basilicata
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