Si è tenuto nel pomeriggio di lunedì 20 giugno, presso le Tenute D’Onghia di Gioia del Colle (Ba), l’incontro organizzato dal Gruppo Operativo “Oltre.bio” volto a presentare i risultati di una sperimentazione relativa alla cerasicoltura bio.
Il progetto, iniziato nel 2020, terminerà a febbraio 2023. Partendo dall’analisi di due colture (uva da tavola e ciliegia) fortemente presenti nella regione Puglia, il progetto punterà a migliorarne la gestione biologica attraverso un approccio ecosistemico che preveda una gestione integrata del suolo, della risorsa idrica e delle risorse viventi. In particolare, l’incontro tenutosi ieri – attraverso un percorso itinerante – ha permesso a tecnici e addetti del settore di scoprire i risultati finora osservati, immersi nei ciliegeti del campo sperimentale.
Ad aprire i lavori, il Dott. Luigi Tarricone del CREA-VE di Turi (Ba) che, dopo aver presentato il progetto, ha posto l’accento sugli aspetti agronomici trattati da ciascun team di esperti.
“Il Gruppo Operativo Oltre.bio – ha sottolineato Tarricone – si occupa di gestione innovativa in viticoltura e cerasicoltura, entrambe fondamentali per la Puglia. In questo caso, diversi team formati da esperti del settore si sono occupati di tecniche innovative di gestione agronomica in cerasicoltura. Abbiamo dunque spaziato dalle tecniche di gestione del suolo per giungere infine alla gestione del post-raccolta. I colleghi hanno combinato tra loro diverse tecniche riferite a vari aspetti agronomici e si sono avvalsi dell’utilizzo di strumenti tecnologici per programmare gli interventi irrigui e per monitorare i principali patogeni per le ciliegie”.
“Del ruolo di consulenti – ha specificato Tarricone – si sono occupati i gruppi di Agrolab e Agrimeca che hanno collaborato personalmente nello svolgimento di importanti attività di campo e di laboratorio”.
Gestione del suolo: pratica dell’inerbimento interfilare, impiego di compost e compost tea.
A seguire, è stata la volta del dott. Alessandro Persiani che – insieme alla dott.ssa Mariangela Diacono, del CREA-AA Bari – si è occupato della gestione del suolo. Tale gestione è stata condotta abbinando l’inerbimento sull’interfila all’utilizzo del biostimolante compost tea.
“La novità – come precisato dal ricercatore – non sta solo nell’abbinamento di queste diverse tecniche tra di loro, ma proprio nell’utilizzo di compost tea aerobico che, rispetto a quello anaerobico, è più sicuro da un punto di vista fitosanitario”. Un aspetto assai rilevante, specialmente nel caso della cerasicoltura bio.
In agricoltura biologica, infatti, è fondamentale una corretta gestione del suolo che diviene ottimale quando si integrano diverse pratiche con il fine di realizzare produzioni sostenibili sia per l’ambiente sia per l’economia.
Monitoraggio dello stato idrico del ciliegio e gestione dell’apporto irriguo.
Di monitoraggio dello stato idrico del terreno e di gestione dell’irrigazione si sono invece occupati il dott. Pasquale Campi e la dott.ssa Liliana Gaeta, entrambi del CREA-AA di Bari. Nel corso dell’incontro, Campi ha parlato di smart irrigation, la tecnica irrigua utilizzata durante il progetto. Si tratta di una tecnica che prevede una gestione dell’irrigazione basata sulla risposta ad alcune specifiche domande con l’obiettivo di migliorare l’efficienza di utilizzo dell’acqua.
“Abbiamo definito la quantità di acqua necessaria, grazie all’utilizzo di sensori che nel terreno rilevano l’umidità del suolo. Questi sensori, considerando l’intervallo compreso tra due soglie, indicano quando e quanta acqua è necessaria per riportare il terreno alle condizioni ottimali di capacità idrica di campo – ha spiegato – un altro aspetto che oggi sta prendendo piede è l’individuazione della migliore tecnica irrigua. A tal riguardo, quella che attualmente meglio consente una massimizzazione dell’efficienza è la microirrigazione che sta sempre più prendendo piede in diverse aziende. D’altra parte, un nuovo filone di ricerca che interesserà sicuramente progetti futuri sarà quello relativo ai punti in cui irrigare, sebbene a tale quesito risponda già l’agricoltura di precisione”.
Gestione delle avversità in cerasicoltura bio con il dott. Vito Lasorella e il dott. Vincenzo Verrastro.
A prendere parte al progetto, anche il dott. Vito Lasorella e il dott. Antonio Guario di Agrolab che, insieme al dott. Vincenzo Verrastro del CIHEAM di Bari e alla dott.ssa Titti Gentile di Agrimeca, si sono occupati degli insetti target su ciliegio. In primo luogo, per verificare la presenza dei principali patogeni, il dott. Lasorella ha effettuato monitoraggi settimanali su ciliegio, ponendo particolare attenzione all’eventuale presenza di Drosophila suzukii, di Rhagoletis ceratis e di Monilia. Circa le modalità di monitoraggio, Lasorella ha specificato che per i parassiti target del ciliegio, quali D. suzukii e R. ceratis, si è fatto ricorso alla cattura massale.
“Ho utilizzato delle trappole artigianali, realizzate con bottiglie di plastica, al cui interno ho inserito dell’aceto di mele con la funzione di attrarre i parassiti – ha spiegato l’esperto – l’insetto, dunque, attratto dall’odore raggiunge la bottiglia, vi entra attraverso dei fori di penetrazione, precedentemente effettuati. Una volta portate le trappole in laboratorio, abbiamo contato il numero di individui catturati. Per ogni rilievo – ha aggiunto – ho compilato il quaderno di campagna per poi elaborare dei grafici dimostrativi della presenza di parassiti”.
Con cadenza settimanale, l’esperto ha inoltre trasmesso questi dati alla società Agrimeca che si è occupata di realizzare il bollettino settimanale e di comunicarlo sul sito internet del progetto Oltre.bio per fornire un ausilio fitosanitario alle aziende.
Il contributo del dott. Verrastro alla gestione biologica delle avversità, invece, è stato quello di ricorrere all’utilizzo di insetti utili per contrastare Drosophila suzukii.
L’insetto utile scelto per il controllo è stato il micro imenottero Ganaspis brasiliensis che è stato lanciato in azienda con l’obiettivo di farlo insediare nell’areale.
“Solitamente quando effettuiamo questo tipo di lanci – ha sottolineato il dott. Verrastro – non scegliamo aziende come questa, vicine a zone boschive. D. suzukii è presente in campagna durante tutto l’anno e nei periodi invernali si ritira in zone di riparo, che sono solitamente all’interno dei boschi. La presenza di D. suzukii, dunque, per le aziende in prossimità dei boschi sarà sempre maggiore”. “Il nostro lavoro – ha poi aggiunto – è stato quello di effettuare dei lanci costanti durante tutto l’anno per favorire l’insediamento di Ganaspis brasiliensis. Durante il periodo estivo, poi, abbiamo introdotto anche frutti già infestati dalla D. suzukii, a sua volta parassitizzata dalla G. brasiliensis, con l’intenzione di favorire l’insediamento dell’insetto nella maniera più naturale possibile. Per i risultati finali dovremo attendere la fine del progetto”.
Approcci innovativi in campo per prevenire lo sviluppo dei marciumi in conservazione.
Della gestione del post raccolta si è infine occupato il prof. Antonio Ippolito che, insieme alla dott.ssa Annamaria Mincuzzi, entrambi del Dipartimento Di.SSPA. dell’Università di Bari, si è occupato della sperimentazione di mezzi alternativi di lotta biologica in campo per contrastare lo sviluppo di malattie del post raccolta su ciliegie. La necessità di adottare metodi alternativi di lotta biologica è partita proprio dalla necessità di contrastare la veloce degradazione delle ciliegie. Si tratta di patogeni che infestano le ciliegie in campo, ma che causano problemi nel momento in cui i frutti raggiungono i centri di distribuzione, i negozi e le case dei consumatori.
“Chiaramente siamo intervenuti in campo con interventi già dalla fioritura, perché fare trattamenti in post raccolta significherebbe non poter più governare nè limitare lo sviluppo di infezioni – ha specificato Ippolito – questo è stato il secondo anno di prova. L’obiettivo è di riuscire a ridurre il più possibile il dosaggio di sostanze che, quando impiegate alle massime dosi ammesse, danno ottimi risultati. Finora, i risultati migliori li abbiamo riscontrati con l’impiego del chitosano, sebbene durante la prova avessimo testato anche la diversa efficacia di chitosano, bicarbonato di sodio, Aureobasidium pullulans e di un estratto a base di alghe rosse. Al momento, il grande risultato è di essere riusciti a ridurre la dose di impiego del chitosano, rispetto alle dosi impiegate l’anno scorso”.
Concludendo, il prof. Ippolito ha poi chiarito dicendo che per questa campagna è stato programmato un altro e ultimo intervento a pochi giorni dalla raccolta.
Ciò è possibile perché si tratta di sostanze di origine naturale ammesse in biologico, che consentono un loro utilizzo senza dover fare riferimento a precisi periodi di carenza.
La giornata dimostrativa in campo organizzata da Oltre.bio ha così permesso a tecnici, esperti e addetti del settore di approfondire innovazioni e novità direttamente sul campo, scoprendo i risultati di un progetto che – sin dai primi dati – sembra promettere importanti risultati per la cerasicoltura bio.
Silvia Seripierri
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