Biostimolanti su mirtillo: quali benefici?

L'utilizzo di biostimolanti su mirtillo sostiene i processi biologici e soprattutto incrementa la tolleranza delle piante agli stress abiotici

da Silvia Seripierri
Biostimolanti su mirtillo

I biostimolanti sono sostanze e microrganismi che, messi a punto in funzione di colture e obiettivi specifici, possono essere applicati tal quali o in combinazione con altri prodotti. Si è visto, dunque, che l’utilizzo di biostimolanti su piante di mirtillo consente di agevolare i processi biologici, di migliorare la disponibilità di nutrienti ottimizzandone l’assorbimento, di incrementare la tolleranza agli stress abiotici e la qualità del raccolto.

Come dimostrato da diversi studi, l’utilizzo di biostimolanti su mirtillo è utile per sostenere lo sviluppo dell’apparato radicale e le diverse fasi fenologiche del ciclo colturale.

Durante il ciclo produttivo, l’apparato radicale del mirtillo riduce il proprio sviluppo del 30%, per cui applicazioni di biostimolanti hanno l’obiettivo di ridurre questo gap, grazie alla somministrazione di sostanze umiche, amminoacidi, estratti di alghe e biostimolanti con funzione radicante.

Anche in fase di pre-fioritura e allegagione, il mirtillo giova della disponibilità di diversi nutrienti quali magnesio, zinco, boro, calcio e ferro. Durante le fasi di crescita e sviluppo dei frutti, invece, sono validi gli apporti a base di potassio, boro, magnesio e manganese per nutrire in modo bilanciato e completo le piante di mirtillo.

L’utilizzo di biostimolanti, inoltre, incrementando la tolleranza del mirtillo agli stress abiotici, si propone come valida integrazione e sostentamento per le piante che, sempre più frequentemente, devono fare i conti con le alte temperature.

A tal proposito, proprio in Italia, in provincia di Cuneo, l’innalzamento del termometro sta mettendo a dura prova la raccolta del mirtillo.

Le alte temperature, infatti, velocizzano vertiginosamente la maturazione dei frutti, anticipando così le operazioni di raccolta che devono essere effettuate quanto prima e in maniera attenta e scrupolosa. I mirtilli, appena raccolti, devono quindi essere avviati alla catena del freddo, così come anche il trasporto e la vendita devono avvenire entro tempi brevi.

Si tratta di problemi di natura climatica che, a ben vedere, hanno già inciso sulla campagna dei mirtilli 2022 e per cui i biostimolanti ben poco possono fare. Basti guardare quanto accaduto in Spagna, dove la campagna – che si sarebbe dovuta concludere già settimane fa – a causa di temperature alte e anomale, si è protratta oltre. Uno slittamento che inevitabilmente è poi ricaduto sul mercato, dove si è riscontrato un calo dell’interesse da parte dei consumatori.

Tuttavia, tralasciando gli aspetti e gli eventi metereologici che nessuno può governare, l’utilizzo di biostimolanti su piante di mirtillo si propone comunque come mezzo valido per incrementare la tolleranza agli stress abiotici, tra cui le alte temperature.

In generale, i motivi per cui utilizzare biostimolanti in frutticoltura sono vari e diversificati proprio in funzione degli obiettivi che si vogliono perseguire.

In funzione della fase fenologica da sostenere, agricoltori e tecnici orientano infatti la propria scelta verso il biostimolante migliore.

A sua volta, anche la composizione dei biostimolanti varia in base a caratteristiche e azioni estrinsecate. Tra queste rientrano l’incremento della tolleranza delle piante agli stress abiotici, la migliore assimilazione, la traslocazione e l’utilizzo dei nutrienti da parte delle piante e la migliore efficienza del metabolismo, con effetti positivi su raccolto e qualità. Tra gli aspetti qualitativi, i biostimolanti possono influenzare positivamente il quantitativo di zuccheri, il colore, la pezzatura e altri aspetti.

Sono caratteristiche e azioni estrinsecate dai biostimolanti anche l’incremento della fertilità del suolo e lo sviluppo dei suoi microrganismi, la migliore efficienza d’uso dell’acqua da parte delle piante e il loro maggiore vigore. Infine, è bene specificare che questi prodotti non hanno alcuna azione diretta contro parassiti e malattie. I biostimolanti hanno un fine di utilizzo differente rispetto a quello dei fertilizzanti, anche a prescindere dalla tipologia di nutrienti contenuti nei prodotti. Somministrazioni di biostimolanti alle piante, infatti, sono complementari alle somministrazioni di fertilizzanti e prodotti fitosanitari, ma non sostitutive.

In ogni caso, che si tratti di mirtilli o di altre colture, appare sempre più evidente come questi prodotti – in continua crescita – possono oggi rappresentare strumenti validi e assai preziosi per i produttori, offrendo un supporto in più nella gestione agronomica della coltura.

Silvia Seripierri
© fruitjournal.com

 

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