Arance rosse e fichi d’India, favoriti dalla siccità

A fronte delle criticità determinate dalla stagione siccitosa in corso, in Sicilia si tenta di vedere il lato positivo: rilevati benefici nelle produzioni di arance rosse e fichi d'India

da uvadatavoladmin
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Tra le difficoltà che pesano sul mondo dell’agricoltura, quest’anno grava particolarmente l’emergenza siccità. Di contro, il caldo prolungato potrebbe rivelarsi un inaspettato valore aggiunto per le arance rosse di Sicilia e i fichi d’India.

A fronte delle criticità determinate dalla stagione siccitosa in corso, in Sicilia, c’è chi tenta di vedere il lato positivo. Tra questi, Salvatore Rapisarda, presidente del Consorzio Euroagrumi Op, che – in una recente intervista – ha infatti sottolineato i benefici riscontrati nella produzione di arance rosse e fichi d’India.

“La frutta, e in particolare le varietà di arance tarocco di Sicilia su cui stiamo conducendo la sperimentazione lungo le pendici dell’Etna, se sottoposta a stress idrico vede aumentare le proprie componenti nobili” ha spiegato. “In particolare, aumenta la vitamina C, mediamente nella misura del +20% rispetto alle varietà sottoposte a irrigazione ordinaria, e salgono dal 10% al 14% gli antociani”.

A destare particolare interesse anche i risparmi idrici riscontrati nel corso della sperimentazione. “Dal 1985, nella nostra sede di Biancavilla (Catania), e con la collaborazione di sei aziende agrumicole associate, conduciamo sperimentazioni sulle varietà locali di arance rosse Igp nell’ambito del progetto IrriUp. In pratica – ha precisato Rapisarda – risparmiamo dal 30% al 40% di acqua irrigando di volta in volta prima un lato della chioma della pianta e l’indomani l’altro lato. Le piante meno irrigate danno sì frutti più piccoli, ma più gustosi e ricchi di proprietà salutari”.

Insieme alle arance rosse tarocco, la sperimentazione Euroagrumi Op coinvolge anche il fico d’India.

Altra coltura che, secondo Rapisarda, “rappresenta il futuro di fronte ai cambiamenti climatici e alla siccità”. Com’è noto, il fico d’India – oltre a essere un frutto a spreco zero – durante la notte emette ossigeno. Il che – come ribadito dal presidente di Euroagrumi – lo rende “in assoluto la pianta da frutto che impiega meno acqua al mondo, si adatta agli ambienti più aridi e, oltre a essere commestibile sia nel frutto che nella pala, è un cicatrizzante naturale”.

Oltre a essere un alleato nella lotta agli incendi – i filari fungono da ottime barriere frangifuoco – la pianta di fico d’India risulta rigenerante per le api a cui offrono rifugio e nutrimento per almeno cinque mesi l’anno. Un aspetto non secondario, visto che in Sicilia queste piante hanno una doppia fioritura, da aprile a giugno col primo fiore e poi, dopo la raccolta dei frutti, con la produzione dei cosiddetti “bastardoni”.

Tra risparmio idrico e miglioramento delle proprietà, i risultati registrati in Sicilia con queste colture sembrano dunque mitigare, almeno in parte, l’emergenza siccità. Non resta che attendere la nuova ondata di caldo in arrivo e accoglierla imparando da arance rosse e fichi d’India.

 

Ilaria  De Marinis
© fruitjournal.com

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