Mosca mediterranea della frutta: biologia

La mosca mediterranea della frutta è uno degli insetti più temuti su diverse specie vegetali, dove il maggior danno è quello causato dalle larve nel frutto

da Silvia Seripierri

La mosca mediterranea della frutta Ceratitis capitata (“medfly”, “fruit fly”) è uno degli insetti più temuti su diverse specie vegetali, proprio a causa della sua polifagia. Tra gli ospiti, infatti, si annoverano oltre 260 specie di diverse famiglie botaniche come Rosaceae, Drupaceae, Rutaceae, Ebenaceae, Punicaceae e altre.

Il timore associato alla presenza di questo insetto è correlato all’entità dei danni economici che è in grado di causare. Per comprendere l’entità dei danni è a sua volta importante considerare l’attività di ovideposizione delle femmine, poiché, in corrispondenza di questi fori, è facile che si creino le condizioni idonee per infezioni secondarie, proprio come avviene con altri ditteri (es. mosca olearia). 

Tuttavia il danno maggiore, ascritto alla mosca mediterranea della frutta, è quello causato dalle larve che derivano dalla schiusura delle uova, che la femmina depone nella parte interna dell’epicarpo del frutto.

Le larve, fuoriuscite dall’uovo, iniziano ad alimentarsi creando un foro di avanzamento verso il centro del frutto. Come già anticipato, queste gallerie espongono il frutto a infezioni secondarie da parte di batteri o altri patogeni agenti di marciume della polpa.

Si deduce, dunque, l’importanza di prevenire e tenere sotto controllo eventuali infestazioni di mosca mediterranea della frutta perché, se non gestite, possono generare una riduzione delle rese anche pari al 100%.

Con riferimento al ciclo biologico, C. capitata può effettuare dalle 3 alle 6 generazioni l’anno, di durata variabile a seconda delle temperature. L’intervallo termico di sviluppo ottimale, infatti, oscilla da 10°C ai 30°C.

Per deporre le uova, le femmine forano superficialmente la buccia del frutto con il loro ovopositore e depositano le uova in piccole cavità. Ogni femmina può deporre fino a 10 uova all’interno del foro, così come diverse femmine possono deporre nello stesso foro generando una aggregazione di 50 uova per singola cavità. Su base giornaliera, invece, ciascuna femmina può deporre fino a 22 uova, cessando la sua attività pochi attimi prima di morire. Allo stesso modo, le femmine smettono di ovideporre con temperature inferiori a 16°C.

Le abitudini alimentari della mosca mediterranea della frutta variano molto in funzione dello stadio di sviluppo.

Gli adulti assimilano i carboidrati principalmente dal succo di frutti maturi e le proteine da deiezioni di uccelli e frutta in decomposizione. Gli individui degli stadi immaturi, invece, prediligono fonti alimentari ricche di glucosio e saccarosio, piuttosto che di maltosio.

Anche in questo caso, è importante considerare come l’alimentazione influisce sull’ovideposizione praticata dalle femmine, il cui successo dipende molto dagli stimoli nutritivi che la pianta ospite fornisce (Averill et al., 1996). Le femmine, prossime all’ovideposizione e che assimilano maggiori quantità di amminoacidi o proteine (Cangussu and Zucoloto, 1992), infatti, sono in grado di ovideporre un numero maggiore di uova.

mosca mediterranea della frutta

Il comportamento alimentare, poi, varia molto anche nel corso della giornata.

Il dittero si alimenta sui frutti durante la prima parte della mattina e nel tardo pomeriggio, mentre a carico della superficie fogliare durante le ore più calde, ovvero quando si aggira nella parte bassa della chioma. Nonostante ciò, la più alta percentuale di voli si verifica nella prima parte della mattina (maschi) e nel tardo pomeriggio (maschi e femmine) (Demirel N. 2007).

Conoscere gli aspetti della biologia e delle abitudini alimentari della mosca mediterranea della frutta e come questi fattori interagiscono tra di loro è quindi fondamentale per meglio orientare gli interventi preventivi e di controllo, necessari per scongiurare importanti perdite produttive.

 

Thomas Vatrano
© fruitjournal.com

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