Ceratitis capitata: quali mezzi di controllo?

Circa i metodi di lotta contro Ceratitis capitata, gli approcci a disposizione sono diversi e specifici per il tipo di gestione aziendale che si decide di adottare

da Redazione FruitJournal.com
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Ceratitis capitata (medfly) è un dittero polifago, noto anche come mosca mediterranea della frutta, responsabile di danni economicamente rilevanti sui frutti e riconducibili prevalentemente all’attività trofica delle larve. 

Circa i metodi di lotta contro Ceratitis capitata gli approcci a disposizione sono diversi e specifici per il tipo di gestione aziendale che si decide di adottare.

Anche focalizzando l’attenzione sulla lotta biologica, il cui principio di base è la prevenzione, sono svariati i mezzi tecnici di controllo in commercio.

Tra questi il mass trapping che, mediante l’installazione di trappole contenenti attrattivo alimentare o sfruttando la tecnologia attract&kill, mira a ridurre drasticamente la popolazione del patogeno e rendere trascurabili gli eventuali danni. L’uso di esche adulticide è un altro mezzo biologico a disposizione, che prevede l’erogazione – sotto forma di gocce grossolane – del prodotto a file o a piante alterne con l’obiettivo di attirare i ditteri e farli alimentare ad libitum, fino alla morte. Questa tecnica preclude il monitoraggio del pest ma prevede che, in funzione delle presenze di C. capitata, si vari il numero di erogazioni con soluzione attrattiva, pur sempre nel rispetto del numero massimo di trattamenti annui ammessi.

Altro mezzo di lotta biologica prevede l’utilizzo del fungo antagonista Beauveria bassiana che agisce per contatto mediante l’adesione delle spore sulla cuticola dell’ospite. In questo modo si avviano processi biochimici di penetrazione, grazie alla produzione di enzimi chitinolitici. Le spore del fungo antagonista, poi, una volta arrivate sulla superficie del frutto, svolgono anche un’azione deterrente (di tipo preventivo) nei confronti delle ovideposizioni.

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Per quanto riguarda la lotta di tipo “convenzionale”, invece, l’uso di principi attivi di sintesi presuppone il monitoraggio dei voli e, solo in caso di superamento della soglia di danno, la realizzazione dei dovuti interventi – nella tabella 2 sono riportati i principi attivi più usati e la loro modalità d’azione.

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Anche l’uso delle polveri di roccia rientra tra le strategie a supporto della lotta fitoiatrica.

Già nel 2008, infatti, Caleca V. et al. (2008) effettuavano un trial in un agrumeto di Satsuma, clementine e Navelina utilizzando il caolino e la bentonite per contrastare l’attività di Ceratitis capitata. I risultati dimostrano oggi l’efficacia del caolino e della bentonite nella riduzione della popolazione di medfly. Lo scarso utilizzo delle polveri di roccia su agrumi, invece, è legato all’imbrattamento degli esperidi che causa problemi alla commercializzazione.

Merita di essere menzionata anche la Tecnica dell’Insetto Sterile (SIT).

Essa consiste nel rilasciare in campo un elevato numero di individui sterili (solitamente maschi) che, accoppiandosi con femmine di popolazioni naturalmente presenti in campo, ne impediscono la riproduzione. Tale tecnica, fortemente diffusa in Spagna, consente di mantenere la popolazione del dittero al di sotto della soglia di intervento.

Recenti studi hanno poi dimostrato l’efficacia degli oli essenziali di Lavandula coronopifolia contro gli adulti di medfly. A 24 ore dall’esposizione degli adulti di Ceratitis capitata a questi oli – alla concentrazione di 150 µl/g – infatti, si è registrato in condizioni di laboratorio un tasso di mortalità pari al 75% di adulti (Ouarhach A. et al. 2022).

La ricerca è in continua evoluzione e al momento sta approfondendo anche il tema sul microbiota dell’intestino di medfly. Cappelli A. et al. (2022) hanno lavorato sull’identificazione del microbiota di tre differenti popolazioni di medfly e hanno rinvenuto una comunità microbica omogenea dominata da batteri dei generi Klebsiella e Providencia. Alta variabilità microbica, invece, è stata rilevata tra i batteri isolati negli organi di riproduzione.

Tra i batteri, isolati nell’intestino e negli organi riproduttori, infatti, vi sono Klebsiella oxytoca e Enterococcus sp.

Enterococcus è stato in passato descritto come parte del microbiota di Bactrocera dorsalis, dove sembrerebbe coinvolto insieme a K. oxytoca nella riproduzione e sopravvivenza degli insetti. Klebsiella sp., invece, è stato già descritto come il maggiore componente nell’intestino di popolazioni selvatiche di medfly, probabilmente coinvolte nella fissazione dell’azoto e associate al successo riproduttivo dei maschi.

Un valido aiuto giunge anche dalle tecniche di gestione agronomica, come le cover crops.

Nella gestione del suolo agrario l’utilizzo di un prato di Festuca arundinacea o dell’effetto mulch della stessa può essere un valido mezzo per aumentare l’impatto dei predatori del suolo efficaci contro i diversi stadi di medfly. In Spagna è stato effettuato uno studio in questa direzione ed è stato osservato che tale operazione colturale, se inserita in una gestione con approccio fitoiatrico, può contribuire beneficamente alla diminuzione della presenza del pest. L’efficacia di questa pratica è infatti correlata alla presenza di coleotteri, dermatteri (Forficula spp.) e, anche se in minor misura, formiche (Cruz-Miralles J. et al. 2022).

Tra gli approcci più innovativi rientra poi l’utilizzo dei nematodi, quali agenti di biocontrollo.

Durante un lavoro svolto in Tunisia sono stati isolati diversi nematodi del suolo, per poi valutare l’efficacia di due selezioni (TC2 e OC2) della specie Oscheius tipulae. I risultati hanno mostrato il grande potenziale dei due isolati contro uova e pupe e la loro capacità di interferire con la metamorfosi delle larve di medfly. I due isolati, infatti, sono stati in grado di devitalizzare rispettivamente il 39% e il 31% delle uova e fino al 66% e al 58% delle pupe, così come hanno compromesso la metamorfosi delle larve in percentuali fino al 77% e al 67%.

Le strategie e i mezzi di controllo sono tanti e vari, adattabili alle esigenze del singolo agricoltore e azienda che dispone quindi di un ventaglio di opzioni, anche integrabili tra loro.

 

Thomas Vatrano
© fruitjournal.com

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