Prosegue l’appuntamento con i bilanci fitosanitari 2020-2022 di Alsia Basilicata, approfondendo questa volta l’andamento climatico e lo stato fitosanitario degli agrumeti lucani.
La superficie agrumetata lucana, come riportano i bilanci fitosanitari ALSIA, rispetto a quella italiana ha un’incidenza di circa il 4%, con una prevalenza di arance seguite dalle clementine e i mandarino simili.
La superficie a limone, anche in base agli investimenti avvenuti negli ultimi anni, sembra sottostimata. Negli ultimi dieci anni vi è stata una leggera diminuzione della superficie coltivata di circa 360 ettari, anche se vi è stato un forte rinnovamento dei campi con una età media degli agrumeti che si è notevolmente abbassata. Questo stato certamente incide sulla minore presenza di patogeni e parassiti che solitamente abbondano su piante di età avanzata e che sono favoriti dalla permanenza della pianta nel terreno, ad es. i funghi tellurici, come pure eventuali patogeni virali presenti nei vecchi campi coltivati. Pertanto, con il rinnovamento dell’agrumeto, alcune patologie sono meno presenti rispetto al passato determinando una migliore gestione della difesa in generale
Avversità crittogamiche, virus e viroidi
Passando in rassegna i diversi patogeni, rispetto all’allupatura, marciumi radicali e del colletto causati da Phytophthora spp., nel triennio 2020-2022, in Basilicata si sono avuti problemi di una certa importanza in condizioni ambientali favorevoli a tali patogeni. La difesa è stata impostata su interventi agronomici per rimuovere le cause predisponenti, come: creare buone condizioni di drenaggio, evitare eccessi di umidità al colletto, effettuare sconcatura delle piante e razionalizzazione dell’irrigazione, mantenere il terreno inerbito al fine di evitare la veicolazione (attraverso schizzi di acqua) di zoospore sui frutti della parte bassa della pianta.
I marciumi radicali, che provocano danni alle radici capillari e secondarie nonché al colletto con macchie sul tronco da cui fuoriesce gomma a causa della distruzione del cambio che portano le piante al deperimento e alla morte, sono stati ben controllati sia per la bassa età media dei campi, sia per gli accorgimenti riportati in precedenza che hanno consentito un controllo efficace. Per l’allupatura dei frutti, che determina un loro imbrunimento e la conseguente cascola, invece non sono stati riscontrati grossi problemi. Per la difesa attiva sono stati impiegati composti rameici, Fosetyl Al e Metalaxil-M. Si è operato con spennellature al tronco e distribuzioni al terreno e alla chioma.
Rispetto al mal secco degli agrumi (Phoma tracheiphila), malattia che interessa prevalentemente il limone, in Basilicata, vista la giovane età dei campi nonché i pochi ettari coltivati di questa specie, non si sono avuti particolari problemi. Resta inteso che per il controllo di questo patogeno, annoverato tra quelli da quarantena, è imprescindibile l’uso di materiale di propagazione certificato che eviti la presenza e quindi la diffusione dello stesso nei campi.
Laddove venga ritrovato, bisogna mettere in atto una serie di azioni come:
- la realizzazione di nuovi impianti in aree non esposte a vento e a ritorni di freddo;
- l’impiego di piante e materiale di propagazione esenti da infezioni (certificate) e l’utilizzo di varietà e portinnesti meno sensibili alla malattia;
- la rimozione e la distruzione dei rami infetti nel periodo estivo (luglio-agosto);
- evitare lesioni radicali che potrebbero favorire infezioni alle radici;
- la disinfezione degli attrezzi durante le operazioni di potatura.
Rispetto al virus della tristeza degli agrumi (Citrus Tristeza Virus o CTV) viene eseguito annualmente, in primavera e a fine estate, un monitoraggio per verificarne la presenza da parte dell’Ufficio Fitosanitario regionale. Nel triennio di riferimento dei bilanci fitosanitari, dal monitoraggio non è emerso un aumento delle infezioni, per cui al momento la diffusione del patogeno sembra abbastanza sotto controllo.
Per quanto riguarda i viroidi la problematica si pone tanto per i vecchi campi di Navelina VC, ormai quasi tutti eliminati proprio per i danni derivanti da tali patologie, quanto nei nuovi campi dove desta qualche preoccupazione l’exocortite, in considerazione della sensibilità dei nuovi portinnesti utilizzati (Citrange).
Allo scopo è fondamentale l’uso di materiale di propagazione certificato e la disinfezione degli attrezzi durante le operazioni di potatura con acqua ossigenata o ipoclorito di sodio.
Per quanto riguarda il Fusarium spp. non ci sono state molte problematiche attribuibili a questo patogeno, anche perché lo stesso è favorito nelle infezioni da uno stato di debilitazione delle piante che facilita l’infezione e la manifestazione di sintomi. Per l’alternariosi, le specie che destano maggiori problemi sono Alternaria alternata e A. citri. I danni della prima si verificano a carico di alcune varietà particolarmente sensibili al fungo (Nova, Fortune) non molto diffuse negli agrumeti lucani. Lo sviluppo di questo patogeno è molto legato alle condizioni climatiche, infatti, fattore predisponente per questa malattia sono le forti piogge nel periodo autunnale. Alternaria citri, agente causale del marciume nero o dell’asse, che determina marciumi all’asse carpellare del frutto, desta maggior problemi su alcune varietà che, per predisposizione genetica, presentano una leggera spaccatura nella parte distale del frutto da cui penetra il fungo.
Maggiori problemi li crea Mycosphaerella citri, con defogliazioni delle piante, perdita di produzione, minore pezzatura dei frutti.
Nell’ultimo triennio di questi bilanci fitosanitari, in Basilicata, ha provocato notevoli problemi su arancio e clementine, favorita da condizioni climatiche umide che si verificano principalmente in agrumeti ad alta densità e dove l’irrigazione viene gestita in maniera inappropriata. I prodotti fitosanitari registrati per questo patogeno non sono molti, e per alcuni sono previste autorizzazioni eccezionali.
Particolari problemi li ha creati una fitopatia ad eziologia non nota, denominata Foamy park rot, conosciuta anche come flusso gommoso degli agrumi, gommosi del Rio Grande, gomma da fermento. Osservata ormai da qualche anno in Basilicata principalmente su varietà di arancio dolce Fukumoto innestata su Citrange, si manifesta con produzione di schiuma, deperimenti di parti di pianta e scarsa produzione. Attualmente non è molto diffusa, però bisogna fare attenzione alle combinazioni varietà/innesto particolarmente suscettibili. In Basilicata, da campioni con sintomi sono stati isolati i microrganismi Torulaspora delbrueckii e Zymobacter palmae ma sono ancora in corso studi per verificare l’esatta eziologia.
Fisiopatie
Tra le fisiopatie osservate in Basilicata sono da citare le seguenti. L’incrinatura dell’albedo (Creasing) che si origina nella prima fase di sviluppo del frutto con la rottura enzimatica (enzimi pectonolitici) delle pareti dell’albedo e si manifesta con diffuse scanalature sulla buccia corrispondenti alle incrinature interne, che rendono la buccia molto più sensibile alla rottura. L’eziologia come per la maggior parte delle fisiopatie non sempre è nota, alcune correlazioni sulle manifestazioni potrebbero esserci con stress idrici e presenza di potassio, fosforo e azoto nei frutti. Sembra favorita da particolari andamenti climatici, nello specifico periodi secchi estivi e periodi di forte umidità. Si manifesta su tutte le specie, in particolare arancio e clementine.
Una maggiore predisposizione si manifesta quando si utilizza come portainnesto il Citrange troyer.
Da prove effettuate per il controllo, discreti risultati si sono ottenuti utilizzando, quando i frutti hanno un diametro di 30-50 mm, 10 ppm di acido gibberellico che hanno consentito di ridurre l’incidenza del 50%. Utile è l’aggiunta di fosfato monoammonico 1%.
Negli ultimi anni un’altra fisiopatia che si manifesta nei campi di arance è la spaccatura dei frutti, che determina perdite fino al 5-10% dei frutti. Anche questa l’eziologia è di difficile determinazione. Alla base di queste sembra esserci lo stress idrico come fattore scatenante, anche in concomitanza di estati molto siccitose in quanto il sintomo si evidenzia maggiormente dopo temporali estivi. Fra le fisiopatie del limone negli ultimi anni si sta manifestando il rumple, che determina delle aree depresse sulla buccia che a maturazione non colorano, depauperando l’aspetto esterno del frutto con risvolti anche all’interno. Anche per questa fisiopatia non si conosce l’eziologia, anche se con un’adeguata fertilizzazione azotata ed una gestione razionale dell’irrigazione, la sintomatologia diminuisce.
Rispetto alla macchia d’acqua (Water spot), che si manifesta soprattutto sulle clementine, negli ultimi anni non si sono avuti grossi problemi. Questo anche grazie alle temperature più basse registrate in fase di raccolta che non favoriscono il fenomeno. I fattori predisponenti sono un elevato livello d’umidità, una bassa intensità luminosa, le eccessive fertilizzazioni azotate, trattamenti oleosi, agenti biotici e abiotici. Come intervento preventivo per contenere la gravità del fenomeno si consiglia all’invaiatura acido gibberellico 10 ppm con l’aggiunta di fosfato monoammonico 1%.
Fitofagi e fitomizi
Per il cotonello (Planococcus citri), se nel 2020 i bilanci fitosanitari avevano registrato un aumento delle infestazioni in linea con le annate precedenti, nel 2021 si è avuta un’attenuazione, anche per la ridotta produzione che ha determinato minori condizioni predisponenti (frutti accoppiati). Per il controllo si sono avuti interessanti riscontri praticando la lotta biologica con il lancio di Anagyrus vladimiri e Cryptolaemus montrouzieri. In aggiunta ai lanci, bisogna: eseguire razionali potature che favoriscono l’arieggiamento della chioma; contrastare l’attività delle formiche; effettuare interventi localizzati con lancia per evitare ammassi cotonosi che rendono ancora più difficile il controllo. Le sostanze attive maggiormente utilizzate sono olio bianco (ammesso in regime biologico), spirotetramat, sulfoxafor e acetamiprid.
Per quanto riguarda la cocciniglia rossa forte (Aonidiella aurantii) negli ultimi anni è stata registrata una minore presenza nei campi con relative minori infestazioni.
Il monitoraggio, effettuato sia con trappole al feromone sessuale che con il controllo di frutti infestati, ha fatto rilevare ai fini dei bilanci fitosanitari i soliti picchi di cattura nel mese di luglio e settembre. Le catture osservate sono state inferiori a quelle delle annate precedenti anche a causa dell’andamento climatico estivo (forte caldo) che ha limitato fortemente il fitofago. L’intervento, che viene effettuato principalmente nel mese di luglio, risulta sufficiente per il controllo. Positivi i riscontri derivanti dall’impiego di sistemi “Attract and Kill”.
Le sostanze attive utilizzate sono state: spirotetramat, sulfoxafor, pyriproxyfen, acetamiprid, fosmet, olio bianco e olio essenziale di arancio dolce. In biologico 2-3 interventi con olio bianco a distanza di circa 20 giorni. Poco utilizzati gli antagonisti naturali (Aphytis melinus), non facilmente reperibili.
Nei campi trattati per la minatrice serpentina (Phyllocnistis citrella) sono state osservate infestazioni di cocciniglia cotonosa (Icerya purchasi), ben contenuta da Rodolia cardinalis.
Riguardo agli afidi, da diversi anni in Basilicata si convive normalmente con questi fitofagi tollerandone la presenza, per cui raramente vengono effettuati trattamenti specifici che possono rendersi necessari contro gli afidi verdi (Aphis citricola) che deformano i germogli.
Per quanto riguarda gli aleurodidi, (Dialeurodes citri, Aleurothrixus floccosus, Aleurocanthus spiniferus) in Basilicata negli ultimi anni si è osservata una recrudescenza delle infestazioni, soprattutto per alcune specie come il Dialeurodes citri che ha provocato danni alla produzione per imbrattamento dei frutti da parte di funghi agenti della fumaggine i quali hanno trovato condizioni ideali sviluppandosi sulla melata prodotta da questi fitofagi. Sono state riscontrate infestazioni di Aleurocanthus spiniferus nei campi dove non sono stati effettuati interventi, difatti questo fitofago lo si riscontra in campi abbandonati o poco trattati.
Per la cimicetta (Calocoris trivialis) la dannosità è relazionata all’intensità di fioritura. Difatti, nei campi con pochi fiori, riscontratane la presenza, si effettua un intervento con prodotti specifici nella fase di bottone fiorale, allorquando questo fitofago arreca i danni maggiori.
Pochi problemi hanno destato i tripidi, al contrario di quanto segnalato in altre regioni agrumicole.
Le cicaline (Empoasca decedens), agenti della fetola, danno problemi maggiori nella fase autunnale, soprattutto nei pressi di frangiventi di cipresso, per cui nel periodo di ottobre si utilizzano prodotti specifici come Etofenprox per cercare di abbatterne la popolazione e limitare i danni.
Gli attacchi di tignola rigata (Cryptoblabes gnidiella) sono spesso collegati alla presenza di cotonello perché questo lepidottero glicifago è attratto dalla melata prodotta dalla cocciniglia e, provocando rosure sui frutti ne aumenta la cascola.
La minatrice serpentina (Phyllocnistis citrella), presente sul territorio lucano dal 1994, rappresenta un problema per le piante giovani determinando perdite di vegetazione estiva nei campi in piena produzione. In Basilicata la presenza si osserva a partire da giugno, anche se nel 2021 si è avuto un anticipo a maggio. Gli interventi sono effettuati solo su piante giovani (fino a 3 anni di età) e reinnesti, a cadenza di 8-10 giorni, alternando le seguenti sostanze attive: olio minerale, azadiractina (utilizzabili in biologico), acetamiprid, abamectina, metossifenozide, tebufenozide, clorantraniliprole, emamectina e milbemectina.
Nel 2021 e nel 2022 i bilanci fitosanitari hanno registrato infestazioni importanti di mosca mediterranea (Ceratitis capitata).
Il suo sviluppo è stato favorito dall’andamento climatico umido, arrecando i maggiori danni su mandarancio satsuma, arancio e varietà precoci di clementine. Le catture si sono avute in anticipo ma le strategie di difesa, applicate con i prodotti chimici, non sempre sono riuscite a contenere adeguatamente l’avversità. Riscontri interessanti, nonostante la forte intensità degli attacchi, si sono avuti con l’impiego dell’Attract and Kill. Le sostanze attive impiegate sono state fosmet, acetamiprid ed etofenprox. Poco utilizzate le esche avvelenate. È stata segnalata la presenza di una nuova mosca in corso di identificazione.
Per i ragnetti (Tetranychus urticae, Panonychus citri), negli ultimi anni la presenza di questi artropodi è stata sempre maggiore.
Probabilmente dovuta all’impiego di sostanze attive contro altre avversità, come ad esempio i piretroidi e neonicotinoidi, che si sono dimostrate poco selettive nei confronti dell’entomofauna utile. Il controllo è stato impostato con il monitoraggio e l’applicazione di soglie di intervento del 5% di frutti infestati e del 10% di foglie con colonie attive. Sempre importante la verifica della presenza di predatori naturali. Per la difesa sono state impiegate: Beauveria bassianaceppo GHA, olio minerale, abamectina, clofentezine, exitiazox, tebufenpirad, milbemectina, acequinocyl, fenpyroximmate, spirotetramat e bifenazate (nuova registrazione). Da rimarcare l’importanza e l’efficacia nei campi a conduzione biologica, ma non solo, dei lanci di fitoseidi, antagonisti del ragnetto.
In conclusione si può affermare che le problematiche fitosanitarie negli agrumeti lucani nell’ultimo triennio sono state abbastanza contenute, soprattutto in una conduzione integrata che considera tutti i fattori che entrano in gioco nell’agrumeto, nel rispetto dell’entomofauna utile e dell’equilibrio generale dell’agroecosistema.
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