Migliaia di ettari coltivati a frutta nella provincia di Caserta da circa un centinaio di frutticoltori conferitori, per la maggior parte campani e solo in minima parte sparsi nel resto della penisola: questa è in numeri Giaccio Frutta, una O.P. che può essere considerata a tutti gli effetti un fiore all’occhiello della regione Campania. Ma Giaccio Frutta, che deve il suo nome alla famiglia Giaccio che l’ha fondata oltre trent’anni fa, è molto di più. È passione, esperienza, specializzazione e sensibilità ai temi ambientali. Questo porta il management della O.P. a essere fortemente orientato all’innovazione in agricoltura, ricorrendo all’impiego di strategie sostenibili come la confusione sessuale con i Puffer di Suterra.
Con Giuseppe Giaccio – che riveste la carica di Responsabile dell’Associazione di Produttori, oltre a essere Presidente del Consorzio Mela Annurca Campana IGP – abbiamo parlato di come Giaccio Frutta si orienti al mercato e delle scelte fatte dalla O.P. in materia di protezione delle colture frutticole dai parassiti più diffusi e temuti in zona.
Un territorio a forte specializzazione
“La Campania – spiega Giaccio – è la prima regione italiana per produzione di drupacee, con una superficie totale di circa 25.000 ettari, per lo più investiti a pesche nettarine e albicocche. Questo fa sì che i frutticoltori campani abbiano maturato nel tempo una notevole expertise e una forte specializzazione. Alla coltivazione delle drupacee si affianca quella della mela Annurca Igp, nostro vanto, e quella di altre colture frutticole su superfici meno estese, ma in alcuni casi in forte crescita, come nel caso del kiwi. Si coltiva anche frutta un po’ più di nicchia, come il melograno e la mela cotogna”.
Per tutte queste colture, la O.P. ha il presidio totale della filiera produttiva, occupandosi della selezione varietale, della produzione, dello stoccaggio a temperatura controllata, del confezionamento, della distribuzione e della commercializzazione.
Rispetto per l’ambiente e riduzione dei residui
La volontà di rispettare l’ambiente è un obiettivo irrinunciabile in Giaccio Frutta, che viene perseguito attraverso scelte virtuose su diversi fronti: l’uso di energie rinnovabili negli stabilimenti, l’adozione di packaging ecosostenibili e riciclabili per il confezionamento dei prodotti e il rispetto delle regole imposte dall’agricoltura integrata e da quella biologica in campo.
Parimenti importante è garantire ai consumatori elevati standard di sicurezza alimentare, riducendo al minimo la presenza di residui di fitofarmaci nei prodotti.
“Questo – spiega Giuseppe Giaccio – è fondamentale anche per rispettare i limiti massimi di residui imposti dai nostri acquirenti: Giaccio Frutta lavora con i maggiori player della GDO italiana ed estera. Oltre che in Italia, la nostra frutta viene commercializzata in diversi mercati europei come Germania, Austria, Polonia e Scandinavia. Solo una piccola parte del prodotto viene venduto a grossisti e mercati ortofrutticoli. Con la GDO abbiamo ottimi rapporti, nel senso che le regole non ci vengono imposte dall’alto ma si stabiliscono di concerto, partendo dalla necessità di raggiungere obiettivi comuni, basati in primo luogo sul rispetto della salute del consumatore”.
Vicini ai soci conferitori
“Oggi – spiega Giuseppe Giaccio – la difesa delle colture frutticole è resa difficoltosa dalla progressiva riduzione delle sostanze attive ammesse all’uso in Unione Europea. Quelle rimaste, tra l’altro, sono spesso molto selettive e necessitano di grande attenzione nell’applicazione: è sufficiente sbagliare di poco il timing dell’intervento per perdere l’efficacia, fatto che si traduce in un costo ingiustificato per il frutticoltore e l’ambiente. Per questo i nostri soci sono affiancati da figure tecniche della O.P. che li supportano nell’impostazione delle strategie di protezione”.
Parassiti e soluzioni per il controllo
I due parassiti più temibili nelle zone in cui si estendono le coltivazioni dei soci sono la Cidia, Grapholita molesta, e la Mosca mediterranea della frutta, Ceratitis capitata. “La contiguità delle aree coltivate a drupacee nella nostra provincia ci ha permesso di applicare con successo, già diversi anni fa, la confusione sessuale per il controllo della Cidia. Questa tecnica ci consente di contenere il parassita in maniera efficace e di ridurre i residui nel prodotto.
L’introduzione dell’uso di CheckMate® Puffer® Fruit Multi di Suterra ci ha permesso inoltre di incrementare efficacia e semplicità di applicazione: il Puffer, rispetto ai diffusori passivi, garantisce una distribuzione di feromoni molto più uniforme e costante nel tempo.
Infine, l’installazione e la rimozione a fine stagione sono molto più rapide e semplici rispetto a quelle dei dispenser passivi. Avendo già una lunga esperienza positiva con la confusione sessuale su drupacee, nel 2022 i nostri soci hanno accolto favorevolmente la proposta di estendere l’uso del Puffer anche a circa 50 ettari coltivati a mela Annurca”.
“Per il controllo di Ceratitis capitata – conclude Giaccio – abbiamo iniziato a utilizzare il sistema di attract & kill Magnet MED di Suterra e contiamo di estenderne progressivamente l’uso nei prossimi anni. Con i soli piretroidi non è più possibile contenere questo parassita”.
Fare da traino
“La nostra O.P. – conclude Giaccio – è una realtà storica nella provincia di Caserta e ha un peso importante. Siamo quindi consapevoli del ruolo di traino che abbiamo nei confronti della frutticoltura casertana, adottando per primi tecniche colturali rispettose dell’ambiente, soprattutto nel campo della protezione dai parassiti. La confusione sessuale unisce l’efficacia del biocontrollo alla sostenibilità, e per questo ne promuoviamo l’utilizzo nei nostri frutteti”.
Per informazioni:
© fruitjournal.com