Cancro batterico pomodoro: si studiano nuove varietà

A causarlo il batterio Clavibacter michiganensis, capace di infettare oltre al pomodoro anche altre specie della famiglia delle Solanacee

da uvadatavoladmin

In Italia, in diverse aree di coltivazione del pomodoro, è segnalata la presenza di “cancro batterico”. Agente causale della malattia è il batterio Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis, capace di infettare oltre al pomodoro anche altre specie della famiglia delle Solanacee.

Il patogeno è di difficile gestione, ma la disponibilità di varietà resistenti al batterio potrebbe agevolare di molto i produttori di pomodoro. A confermarlo un recente studio condotto dal dott. Eleni Koseoglou presso la Wageningen University & Research (WUR).

Se in serra il principale responsabile della diffusione di cancro batterico è l’operatore stesso, con le ordinarie operazioni colturali, in campo ad agevolare C. michiganensis sono gli eventi atmosferici, l’irrigazione per aspersione e le operazioni colturali.

Le ferite sui tessuti vegetali agevolano infatti l’ingresso del batterio nella pianta così come temperature di circa 28 °C ed elevati valori di umidità ambientale velocizzano il decorso della malattia. A sua volta il decorso è rallentato se prima di raggiungere temperature elevate si verificano forti sbalzi termici. Clavibacter michiganensis è poi noto anche per la sua capacità di sopravvivere a lungo nel terreno quando presente su porzioni di tessuto vegetale infette. Allo stesso modo, il batterio può rimanere vitale sugli attrezzi di lavoro, sulle superfici dei macchinari, sui contenitori per l’allevamento delle piantine, sui bancali delle serre e su tutto ciò che entra in contatto con le piantine infette. Tutti aspetti che, nell’insieme, spingono verso strategie di lotta a carattere preventivo.

Infezione da C. michiganensis: quali i sintomi di cancro batterico?

I sintomi di cancro batterico del pomodoro possono essere osservati sia su piantine giovani, che su piante adulte nelle ultime fasi del ciclo vegetativo, per cui sono facilmente confondibili con i sintomi associati alla senescenza. Durante la permanenza delle piantine in vivaio osservare i sintomi risulta più complicato, a differenza di quanto avviene in pieno campo, dove essi sono visibili dalla fase di allegagione a quella di maturazione, nei mesi di luglio e agosto.

Tutti gli organi della pianta possono manifestare sintomi. Sulle foglie, dopo un iniziale avvizzimento e ripiegamento a doccia, è possibile osservare ingiallimento e disseccamento. Sul fusto si possono notare striature longitudinali in corrispondenza delle quali possono formarsi cancri e il tessuto vascolare può mostrare un caratteristico imbrunimento a ferro di cavallo. Più tipica è invece la sintomatologia osservabile sui frutti: piccole maculature tondeggianti a “occhio d’uccello” circondate da un alone biancastro che determinano frutti piccoli e neri. Infestazioni particolarmente incisive evolvono infine in un disseccamento dell’intera pianta.

Come intervenire

Come accennato, per il controllo del cancro batterico sono perlopiù necessari interventi di tipo preventivo. Considerando che le coltivazioni di pomodoro da trapianto, proprio a causa delle operazioni di trapianto, sono esposte a maggiori rischi di infezione rispetto a quelle ottenute per semina diretta, le strategie di intervento includono più aspetti.

  • Scelta del seme: il seme utilizzato deve derivare da coltivazioni esenti da batteriosi o deve essere sottoposto a pulizia con acido cloridrico, in grado di ridurre la contaminazione batterica.
  • Preparazione delle piantine in vivaio: per limitare i rischi di infezione è necessario proteggere le piantine monitorando le condizioni climatiche in serra, evitando irrigazioni per aspersione ed effettuando trattamenti con prodotti a base di rame. A questi si aggiunge l’importanza di eliminare tempestivamente le piante infette e disinfettare contenitori, attrezzi, terriccio e bancali.
  • Massima cura durante le operazioni di trapianto, limitando il più possibile le ferite e disinfettando mani e attrezzi.
  • Adozione di strategie preventive per la coltivazione in pieno campo e lotta al patogeno. In pieno campo sarà necessario praticare le rotazioni colturali, eliminare le solanacee spontanee, concimare con azoto e potassio mantenendo un certo equilibrio.
cancro batterico

L’irrigazione per aspersione bagna il prodotto e agevola le infezioni di Clavibacter michiganensis su pomodoro.

Da queste considerazioni appare quindi evidente l’importanza di lavorare con materiale proveniente da semente sana, così come è bene sottolineare che, in caso di epidemia, il coltivatore deve svuotare la serra e pulirla attentamente.

Si tratta di operazioni che hanno un notevole peso economico per il produttore, ma di primaria importanza se si vuole scongiurare l’avvio di epidemie di Clavibacter. Non a caso, presso la Wageningen University & Research si sta seguendo la via della ricerca volta a individuare geni della resistenza al patogeno, da introdurre poi nel genoma di pomodoro al fine di produrre nuove varietà di pomodoro resistenti al Clavibacter.

Si tratta di uno studio che, non ancora terminato, potrebbe presto consentire ai produttori di pomodoro di ridurre i costi di gestione di una serra o di un impianto in pieno campo e, insieme, di realizzare produzioni sane e di qualità.

 

Silvia Seripierri

© fruitjournal.com

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