Rogna dell’olivo: controllarla con gli scarti

Ricercatori dell’Università della Tuscia studiano l'utilizzo di nanocristalli di cellulosa per il controllo del batterio agente di rogna dell'olivo.

da Silvia Seripierri

Negli ultimi anni i fenomeni del cambiamento climatico hanno influenzato la coltivazione di specie come l’olivo e, insieme, agevolato la diffusione di patogeni e parassiti. Tra questi anche Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi, il batterio Gram-negativo responsabile della rogna dell’olivo, oggi presente in tutti gli areali vocati all’olivicoltura.

Al fine di tenere sotto controllo questo batterio, le strategie di intervento prevedono principalmente l’adozione di misure preventive o il ricorso a prodotti a base di rame.

Considerate le evoluzioni normative e la necessità di produrre secondo strategie sostenibili, gli studiosi sono all’opera per trovare soluzioni alternative. Un esempio giunge dall’Università della Tuscia, dove un gruppo di ricercatori ha analizzato l’utilizzo di nanomateriali in agricoltura per il controllo del batterio. I nanomateriali, utilizzabili come nanopesticidi o nanovettori di principi attivi, sposano il concetto di sostenibilità e di economia circolare, perché sono materiali altamente tecnologici ottenuti a partire da scarti agroindustriali. Durante la ricerca degli studiosi dell’Università della Tuscia, infatti, a partire dagli scarti di potatura dell’olivo sono stati sintetizzati nanocristalli di cellulosa per il controllo di Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi. Le interazioni dei nanocristalli con le piantine di olivo non sono state negative per cui appare promettente un loro utilizzo anche come nanovettori di sostanze attive.

A questa caratteristica si aggiunge poi la capacità dei nanocristalli di inibire la sopravvivenza epifita del batterio agente di rogna dell’olivo.

P. savastanoi, infatti, svolge una fase epifita vivendo sulle superfici esterne della pianta (foglie, rami e germogli). In primavera e in autunno, con clima mite e piovoso, la densità di popolazione del batterio aumenta e, in prossimità di lesioni e ferite di potatura, penetra nella pianta per poi diffondersi nel parenchima.

Come si manifesta la malattia

Sintomi della rogna dell’olivo sono sicuramente i tubercoli su giovani rametti, branche e tronco, e la comparsa di tacche scure sulle olive. Specialmente quando la malattia si presenta in concomitanza della fruttificazione, si possono poi osservare rese inferiori e olive di minor dimensione. Inoltre, con la degenerazione della malattia, le condizioni delle piante peggiorano ed è facile che intere branche dissecchino.

 

rogna dell'olivo

Come intervenire

Per il controllo della malattia particolarmente diffuso risulta l’uso del rame che, pur ammesso in biologico, è soggetto a sempre maggiori restrizioni normative. Per questo, oggi si presta maggior attenzione alle tecniche di prevenzione. Queste sono fondamentali per il controllo dei batteri patogeni e includono:

  • l’attenzione da prestare durante le operazioni di potatura;
  • la disinfezione degli attrezzi;
  • la copertura delle ferite con mastice.

Quando si riscontrano sintomi di rogna dell’olivo, poi, è importante eliminare le porzioni interessate e distruggere i residui in cui il batterio è in grado di permanere e conservarsi. A fronte di tanta complessità, diversi sono i test e le analisi che gli studiosi hanno avviato al fine di individuare prodotti e sostanze di difesa sostenibili. Per citarne qualcuno, interessanti sono stati i risultati ottenuti con Bacillus subtilis, estratti di propoli oleoso, estratti fogliari di Lawsonia inermis e fertilizzanti-induttori di resistenza. Risultati ai quali si aggiunge ora l’efficacia dei nanocristalli di cellulosa che, per quanto ancora in fase di analisi, lascia ipotizzare dati promettenti.

La cellulosa, inoltre, è presente in abbondanza sulla terra e nei residui di olivo. Un suo utilizzo rappresenterebbe quindi non solo la possibilità di disporre di nuovi e sostenibili mezzi di controllo, ma di applicare anche in agricoltura concetti di economia circolare.

 

Silvia Seripierri

© fruitjournal.com

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