Pomodoro da industria: riaperta la trattativa

Tavolo agricolo del pomodoro da industria - Nord Italia, Confagricoltura: "Ingiustificata la rigidità della parte industriale"

da uvadatavoladmin
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Dopo un avvio promettente nei primi giorni di dicembre, la trattativa tra industrie di trasformazione e organizzazioni dei produttori del pomodoro da industria del bacino del Nord Italia, bruscamente interrotta lo scorso 20 gennaio, è ripresa.

L’incontro, tenutosi lo scorso 17 marzo, ha tuttavia registrato un sostanziale, e preoccupante, ulteriore nulla di fatto.

A comunicarlo il Tavolo agricolo del pomodoro da industria del Nord Italia, costituito da tutte le Organizzazioni dei Produttori e dalle rappresentanze sindacali di settore (Coldiretti, Confagricoltura e Cia).

“La parte industriale – afferma il Tavolo agricolo – ha reiterato l’offerta già in campo a gennaio, senza far intravedere significativi, e degni di considerazione, margini di miglioramento. Con ciò ignorando in modo ingiustificato e sorprendente quanto nel frattempo avvenuto a livello internazionale, dove i principali Paesi nostri competitor hanno concesso aumenti di prezzo della materia prima agricola fino a oltre il 50% rispetto all’anno 2022. Ma soprattutto ignorando le richieste provenienti dai nostri produttori agricoli, finalizzate a ottenere una remunerazione aggiornata con il notevole incremento dei costi di produzione della coltura”.

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“Siamo sorpresi nell’assistere ancora una volta alla solita ritrosia, da parte industriale, nel voler riconoscere alla parte agricola la giusta remunerazione della materia prima – commenta il Tavolo agricolo – quasi fosse un soggetto secondario della catena del valore e non, come è nei fatti, il primo e insostituibile fattore dirimente tra l’esistenza e la non esistenza della filiera stessa. A nulla serve qualificare come “atto di responsabilità” il riconoscimento di aumenti di prezzo del 20% quest’anno o del 40% nell’ultimo biennio, quando molti costi di produzione per gli agricoltori sono quasi raddoppiati, e ancor meno serve paventare gravi conseguenze sui listini al consumatore, dal momento che l’incidenza del costo della materia prima agricola sui prodotti finiti è minimale, poiché oscilla attorno al 15%.

Nel respingere fermamente la grave e ingiustificata accusa di comportamento “speculativo”, il Tavolo agricolo – nell’interesse della filiera del pomodoro da industria di cui costituisce l’asse portante – auspica che le parti ritrovino rapidamente la strada che porti a un accordo che preservi la competitività del settore, vero fiore all’occhiello del Made in Italy.

Il Tavolo agricolo, infine, invita gli agricoltori a valutare bene le prospettive di prezzo che si vanno delineando, in rapporto ai costi di produzione della coltura, anche alla luce del notevole valore e del costo finanziario delle anticipazioni colturali, ponderando le scelte conseguenti.

 

Fonte: Confagricoltura
© fruitjournal.com

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