Con un calo del 26% rispetto a un buon 2022, la produzione italiana di albicocche attesa per il 2023 non supererà le 200 mila tonnellate. Questo il quadro tratteggiato dal CSO Italy in occasione del Medfel, l’appuntamento che ogni anno riunisce in Francia i professionisti del mercato del settore ortofrutticolo.
Nello specifico, stando alle stime del CSO, in Italia, a influenzare la produttività attesa per il 2023 il calo delle superfici e il ritorno di freddo che hanno interessato svariati bacini produttivi.
La produzione di albicocche italiane è valutata in circa 203 mila tonnellate, con un calo del 26% rispetto a un buon 2022.
A fronte di questa flessione, però, l’offerta segnerà comunque un incremento del +16% sui livelli minimi raggiunti nel biennio 2020/2021.
Sotto il potenziale sperato anche il resto dei Paesi europei. Secondo i dati, infatti, “nel 2023 l’offerta di albicocche a livello europeo dovrebbe confermarsi su quantitativi medi. Con circa 503 mila tonnellate la produzione per la stagione entrante dovrebbe posizionarsi sul -7% rispetto al 2022. Stessa variazione percentuale se il confronto viene fatto sui quantitativi raccolti tra il 2017 e il 2021″. Quella riscontrata, è dunque una situazione intermedia tra il recente biennio di deficit produttivo 2020-21 e le annate di elevata offerta del 2017 e 2019, quando la produzione si era attestata attorno alle 650.000 tonnellate. D’altra parte, per la produzione di albicocche in Europa, il 2021 è stato un anno da cancellare. A causa della gelata, che aveva interessato tutti i bacini di produzione provocando perdite molto significative, la produzione europea era infatti scesa al di sotto della soglia di 400.000 tonnellate. Un livello di produzione talmente basso che, negli ultimi 30 anni, si era raggiunto solo tre volte: nel 1995, 1998 e 2003.
Restando in materia di ritorni di freddo, quest’anno si segnalano alcune gelate in Grecia, Italia settentrionale, con fenomeni di caduta delle gemme legati alla mancanza di freddo invernale. Le basse temperature da gennaio hanno generalmente ritardato la fioritura, e quindi leggermente ritardato l’inizio della raccolta in molti bacini di produzione.
Per avere una panoramica completa sulla stagione delle albicocche in Europa, bisognerà comunque monitorare da vicino gli effetti della siccità in particolare negli areali di Spagna e del sud-est della Francia.
La produzione di albicocche in Grecia, Francia e Spagna
In Grecia è attesa un’offerta simile allo scorso anno, con circa 76 mila tonnellate, dunque con volumi che rimangono sotto al potenziale normale di circa il 30%. Il deficit produttivo dovrebbe riguardare soprattutto le varietà a maturazione più precoce.
Non si discostano dall’offerta del 2022, anche le stime per le albicocche francesi che per il 2023 dovrebbero attestarsi attorno alle 126 mila tonnellate (+2%). Nelle diverse zone di produzione non si segnalano gelate, ma i continui sbalzi termici dalla fioritura fino alle ultime settimane non hanno consentito il raggiungimento del potenziale. Ancora in calo le superfici.
In netto aumento rispetto al deficitario 2022 sono invece le previsioni per la produzione spagnola. Con circa 99 mila tonnellate prodotte, il raccolto risulta più normale in termini di volumi. Quest’anno non sono state segnalate gelate significative, ma il deficit di freddo in alcune regioni, seguito da sbalzi termini ha penalizzato il carico.
Ilaria De Marinis
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