Sono passati quasi due anni da quando Aleurocanthus spiniferus, più noto come aleurodide spinoso degli agrumi, è giunto in Sicilia, generando non poca preoccupazione tra i produttori.
Già segnalato in Italia nel 2008 in un agrumeto del Salento (Puglia), l’aleurodide si è presto diffuso lungo tutta la Penisola su diverse piante ospiti, determinando non poche preoccupazioni, specialmente tra gli agrumicoltori. D’altra parte, proprio per la sua potenziale pericolosità, l’insetto è stato inserito dalla Eppo (European and Mediterranean Plant Protection Organization) nella lista (A2) degli organismi di cui si raccomanda l’adozione di misure di quarantena e nell’elenco delle piante per le quali è proibita l’introduzione e la diffusione nell’Unione europea, se provenienti dalle predette zone di quarantena (Eu Annex II/A1).
Spesso scambiato per una cocciniglia, Aleurocanthus spiniferus tende a infestare le piante più rigogliose, i polloni e gli apici vegetativi, imbrattando le foglie e i frutti con una sostanza zuccherina e appiccicosa, detta “melata”. Può così provocare la caduta anticipata delle foglie, il disseccamento delle parti infestate e, nei casi più gravi, la morte della pianta colpita. La sua azione, inoltre, può favorire lo sviluppo di funghi della fumaggine.
I possibili danni, unitamente alla scarsa disponibilità di strumenti di lotta disponibili, hanno dunque reso nel tempo sempre più complessa la difesa degli agrumi o delle colture infestate.
Aleurodide spinoso: individuato un possibile alleato
Ora, però, buone nuove sembrano giungere dalla ricerca. Nel corso di recenti investigazioni, tra i diversi insetti predatori rinvenuti, uno in particolare potrebbe rappresentare un valido alleato nel controllo di A. spiniferus.
Si tratta di Serangium montazerii Fürsch, un coccinellide specializzato soprattutto nella predazione di uova e stadi giovanili di aleurodidi. Questa specie, originaria del subcontinente indiano, è giunta nel Mediterraneo attraverso una serie di importazioni di esemplari eseguite da ricercatori georgiani e francesi negli anni ‘70-’80 per il controllo di Dialeurodes citri da cui si sarebbe poi diffusa spontaneamente.
La specializzazione del coccinellide e la voracità nei confronti degli aleurodidi, segnalata in diverse ricerche scientifiche, ne fanno dunque un potenziale candidato per il controllo di A. spiniferus, nonché di altri aleurodidi infestanti sia gli agrumi (Aleurothrixus floccosus, Paraleirodes minei, D. citri, Parabemisia myricae), che orticole da serra (Bemisia tabaci).
Il coccinellide, infatti, si alimenta delle uova e dei primi 3 stadi giovanili di aleurodidi.
Considerate le difficoltà di controllo con strumenti classici e l’importanza del comparto agrumicolo, presso i laboratori del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania si sta attualmente allevando una popolazione di S. montazerii. L’obiettivo è fornire ai produttori e agli agrumicoltori in modo particolare un alleato efficace e naturale contro l’aleurodide spinoso.
Ilaria De Marinis
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