Kiwi in Emilia: prospettive a tinte gialle

Clima anomalo e avversità rendono oggi complesso produrre kiwi, ma interessanti scenari sembrano aprirsi grazie alle varietà a polpa gialla

da uvadatavoladmin
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Gli impianti di kiwi a polpa verde presenti sul territorio sono ormai datati. Tuttavia, la produzione di kiwi a polpa gialla sembra aver ingranato la marcia, soprattutto nell’areale emiliano-romagnolo, dove cambiamenti climatici e avversità sembrano proiettare produttori e tecnici in questa direzione. 

Negli ultimi anni, la produzione di kiwi in Emilia Romagna si è attestata su valori stabili: secondo i dati del 2021, la superficie adibita a kiwi – sia verde che giallo – sul territorio è pari a 3.341 ettari.

D’altra parte, complici gelate tardive e avversità, produrre kiwi è oggi più complesso, se non dal punto di vista qualitativo, almeno da quello quantitativo. A offrire una panoramica sull’attuale situazione in Emilia Romagna Valter Fiumana, tecnico di Agrintesa, società cooperativa attiva nella zona compresa fra Cesena, Forlì, Faenza, Ravenna e Modena.

Quali sono le varietà principalmente coltivate in areali come quello emiliano-romagnolo?

Per quanto riguarda il kiwi verde, la varietà dominante si conferma la Hayward. Sebbene si sia riscontrato un incremento di Boerica®, la maggior parte degli impianti – tra l’altro anche abbastanza datati – è destinata ad Hayward. E questo anche perché negli ultimi 10-15 anni nei nuovi impianti sono state messe a dimora piante di kiwi giallo. Nello specifico, le varietà di kiwi giallo impiantate sono quelle dei Club, ovvero SungoldTM di Zespri e Jintao, Jinyan e Dong Hong di Jingold. Inoltre, sono stati impiantati anche alcuni ettari di Dorì.

Nel complesso, si può notare un progressivo cambio di rotta: se fino a 20 anni fa, si puntava su una sola varietà di kiwi a polpa verde, oggi – anche grazie agli sviluppi offerti dal miglioramento genetico – è facile pensare che potremo disporre presto anche di altre tipologie. Bisogna tuttavia tenere a mente che le ultime varietà introdotte, come quelle di kiwi rosso, giallo con cuore rosso o verde con cuore rosso, sono molto delicate. Seppur molto interessanti da un punto di vista economico, sono infatti più difficili da coltivare e gestire. Questo per due ragioni: da un lato non si dispone di tutte le conoscenze necessarie; dall’altro nelle nostre realtà, abbastanza fredde, si avrebbero un germogliamento e una fioritura molto precoci e dunque necessiterebbero di una protezione con film plastici. 

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Impianto di actinidia della cv a polpa verde Hayward

Dal punto di vista delle problematiche fitosanitarie, quali sono le principali avversità  da affrontare in questa zona?

Per quanto riguarda la zona emiliano-romagnola, dopo i problemi riscontrati negli anni del 2011-12 con la PSA del kiwi, il cui agente causale è Pseudomonas syringae pv. actinidiae, riusciamo a contenere le diverse avversità. E oggi, anche se il problema principale resta la PSA, grazie alle strategie di difesa adottate riusciamo a proteggere le colture. Fortunatamente, anche per quanto riguarda la moria, in questa zona essa non rappresenta una minaccia. Al più, possiamo riscontrare qualche problema di asfissia radicale per quegli impianti realizzati in terreni pesanti e più soggetti a ristagno idrico. 

Più complesse da gestire sono invece le conseguenze del cambiamento climatico con il verificarsi di gelate tardo-primaverili, che pongono in seria difficoltà sempre più agricoltori. Un aspetto che ha portato progressivamente a un vero e proprio cambiamento nella gestione degli actinidieti. A differenza di quanto avviene per gli impianti di kiwi verde, per quelli a polpa gialla non possono mancare oggi rete antigrandine e impianto antibrina, utili a proteggere le produzioni dai sempre più frequenti eventi climatici estremi. Per citare l’esempio più recente, prima di Pasqua e nelle ultime settimane di aprile, in questa zona ha grandinato, determinando negli impianti non protetti una serie di danni alle produzioni

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Impianto di kiwi a polpa gialla con reti di protezione

Guardando al mercato, come si presenta la situazione?

Proprio a causa delle gelate, negli ultimi anni non abbiamo più ottenuto produzioni pari a quelle che si ottenevano prima del 2019 e sicuramente i mercati ne hanno risentito. Tuttavia, per il 2020, 2021, 2022 il kiwi giallo, come anche quello verde, è riuscito a spuntare ottimi prezzi sul mercato. Per quanto riguarda il prodotto 2022, se i gialli manterranno la loro remunerazione, l’andamento commerciale dei kiwi verdi potrebbe subire una flessione. Questo perché nel 2022 la presenza di elevati volumi di kiwi greco sul mercato fino al mese di febbraio ha influenzato molto negativamente le vendite di kiwi giallo italiano, determinando prezzi al produttore poco soddisfacenti. Da marzo in poi, però, il mercato è cambiato, ma bisognerà attendere questo mese per capire il trend. Intanto, le aziende più strutturate stanno continuando a vendere kiwi verde, che fortunatamente sta spuntando buoni prezzi.

Per concludere, cosa si può prevedere per il comparto del kiwi da qui ai prossimi anni?

In Emilia Romagna dovremmo riuscire a mantenere queste quote nel prossimo futuro. Fondamentale, però, sarà rinnovare gli impianti di kiwi verde ormai datati e disporre impianti antibrina. A tal proposito, come si diceva, altrettanto imprescindibile sarà poi proteggere le colture con reti e coperture. In generale, penso che aumenteranno ancora gli ettari di kiwi giallo. Basti guardare la Nuova Zelanda, dove ormai la produzione di kiwi è paritariamente divisa tra varietà a polpa gialla e verde. Ben diversamente dall’Italia, dove attualmente ci sono circa 18.300 ettari di kiwi verde e solo 5.000 di kiwi giallo. D’altra parte, il kiwi è una coltura molto specializzata che necessita di parecchi investimenti. E se è vero che i volumi non torneranno mai quelli di un tempo, un rinnovato interesse e tecniche di gestione avanzate potrebbero comunque fare la differenza e garantire al kiwi italiano prospettive ancora tutte da scoprire. 

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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