Cavallette: nel Ravennate invasione nei campi

Dopo alluvione e danni da grandine e maltempo, arrivano anche le cavallette: segnalati danni su ortaggi e cerali

da uvadatavoladmin
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La Romagna come l’Egitto biblico affetto dalle piaghe: dopo alluvione e danni da grandine e maltempo, arrivano infatti anche le cavallette.

A esser preso di mira ancora una volta è il territorio romagnolo. In particolare la zona del Ravennate, che – dopo aver affrontato quasi tutti gli eventi climatici estremi, dalle alluvioni alle frane, passando per vento e grandine – si ritrova ora a fare i conti con sciami di cavallette.

La preoccupazione è tangibile soprattutto in campo, dove si teme per i raccolti delle vallate. Stando alle testimonianze, le segnalazioni sarebbero cominciate la settimana scorsa da alcuni comuni del faentino, sia in zone collinari che pianeggianti, colpendo coltivazioni di ortaggi, erba medica e frutteti. Non solo: intere vallate del comune di Riolo Terme sono state letteralmente invase da voraci sciami di cavallette.

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“Già lo scorso anno – ha spiegato Nicola Dalmonte, presidente di Coldiretti Ravenna – avevamo avuto un assaggio del problema, che aveva comportato raccolti scarsi, e ora, se lo aggiungiamo alla lista di eventi climatici avversi che hanno caratterizzato il nostro territorio negli ultimi mesi, la situazione diventa drammatica”. “Stiamo procedendo verso misure di contrasto attraverso una lotta biologica, per esempio con predatori naturali, come gli uccelli – ha concluso Dalmonte – che possono aiutare a contenere il problema”.

Probabilmente a favorire la proliferazione massiva dell’insetto sono state le temperature elevate registrate nel mese di luglio e la scarsa piovosità.

Analogamente si è espresso Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna: “Questa calamità biologica, chiaramente legata agli sfasamenti climatici, sta mettendo in ginocchio gli agricoltori di un’intera vallata, ma forte è il rischio che, senza interventi mirati, l’invasione si estenda anche alle vallate vicine circondate dai calanchi. Ad oggi, l’unica speranza è riposta nei predatori naturali, come gli uccelli, che potrebbero aiutare a contenere le popolazioni di locuste che stanno devastando tutto quello che trovano sul loro cammino, oltre alla medica anche cereali e ortaggi. Con i raccolti di foraggio a rischio, i danni potrebbero estendersi anche agli allevamenti e alle aziende zootecniche di collina e montagna che solitamente si approvvigionano in zona e che in mancanza di materia prima per alimentare gli animali sarebbero costrette a rivolgersi altrove con inevitabile aggravio di costi”.

Intanto, dopo le prime segnalazioni, Coldiretti si è immediatamente attivata per la gestione ottimale dell’invasione. In particolare, è stato avviato un monitoraggio del territorio con un conteggio dei vari focolai per allertare le istituzioni locali e regionali così da intervenire per cercare di limitare i danni e l’estensione degli sciami alle vallate limitrofe.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

 

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