Phytoseiulus persimilis, efficace per natura

Alleato prezioso per un’agricoltura sostenibile, questo acaro risulta particolarmente efficace nel controllo del ragnetto rosso

da uvadatavoladmin
Phytoseiulus persimilis

La presenza del ragnetto rosso (Tetranychus urticae) all’interno di serre e di molte colture in campo aperto, anche a causa dei cambiamenti climatici, rappresenta sempre di più una costante con cui si ritrovano a dover fare i conti i produttori, specialmente quelli di colture orticole. Per contrastare efficacemente la proliferazione del fitofago, è importante adottare pratiche di gestione integrata delle infestazioni, che includono anche l’uso di predatori naturali. Tra questi, uno dei più utilizzati è Phytoseiulus persimilis, conosciuto proprio come il predatore del ragnetto rosso.

Oltre ad essere un predatore specifico di acari appartenenti al genere Tetranychus, questo fitopatogeno mostra infatti un notevole successo nella lotta biologica e nella gestione sostenibile delle infestazioni di parassiti nelle coltivazioni. In particolare, l’utilizzo dell’ausiliare P. persimilis risulta particolarmente efficace nel controllo del ragnetto rosso, un acaro fitofago che si nutre delle sostanze contenute nelle foglie della pianta su cui si stabilisce. Considerati i danni che il ragnetto rosso può apportare alle diverse colture (dal pomodoro ai peperoni, dalle fragole alle melanzane), la possibilità di avvalersi di un alleato naturale come P. persimilis rappresenta dunque uno strumento assai prezioso. Soprattutto in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale e di minor impiego di fitofarmaci, come stabilito dalla nuova PAC.  

Phytoseiulus persimilis: ciclo biologico

Phytoseiulus persimilis è un acaro che vive in associazione con le popolazioni di T. urticae. La sua efficacia di controllo nei confronti della popolazione del ragnetto rosso è dovuta alla sua capacità di riprodursi rapidamente in presenza di un’adeguata fonte di cibo. Il suo ciclo biologico si svolge attraverso diversi stadi. Dapprima, le femmine depongono le uova in prossimità delle colonie di T. urticae; dall’uovo sguscia una larva esapoda che successivamente si sviluppa attraverso gli stadi di protoninfa e deutoninfa, fino a raggiungere lo stadio adulto.
Le uova si distinguono da quelle del ragnetto rosso per la loro forma e dimensione, essendo ovali e di dimensioni doppie rispetto a quelle della preda, e per il loro colore aranciato. Per quanto riguarda le larve, a differenza di quelle dell’acaro patogeno, non si alimentano delle sostanze contenute nelle foglie della pianta – motivo per il quale non è considerato fitopatogeno – ma di uova e larve. Diversamente, gli adulti si nutrono di tutti gli stadi della preda. Talvolta, in assenza o carenza di cibo, possono verificarsi fenomeni di cannibalismo.

Per un efficace controllo, è necessario che P. persimilis si riproduca e cresca più rapidamente della popolazione del ragnetto rosso, processo che avviene a temperature comprese tra 20 e 30°C. Le femmine, infatti, in condizioni ambientali ottimali possono deporre da 50 a 70 uova nell’arco di circa 20 giorni, oltre che avere un consumo medio giornaliero di 5 adulti di ragnetto rosso, paragonabili anche a circa 20 uova o larve.

Phytoseiulus persimilis1

Phytoseiulus persimilis adulto

Modalità di applicazione

Al fine di garantire una lotta efficace nei confronti del ragnetto rosso, risultano altresì indispensabili le operazioni di monitoraggio, utili a tenere sotto controllo l’infestazione del fitofago. Risulterebbe infatti poco efficace e uno spreco di risorse un lancio precoce del predatore. Inoltre, grazie a diverse sperimentazioni effettuate, è emerso che l’attività di P. persimilis può essere ottimizzata con l’aumento dell’umidità relativa che, tramite la nebulizzazione di acqua sulle colture, rallenta l’azione dell’acaro dannoso per le piante. Alcune delle specie vegetali coltivate che risultano trarre i maggiori benefici dall’applicazione di P. persimilis includono: fragole, peperoni, melanzane e alcune cucurbitacee. Tuttavia, per quanto riguarda le piante di pomodoro sulle quali proprio negli ultimi anni il ragnetto rosso sta facendo registrare una pressione crescente, l’utilizzo del predatore risulta essere meno efficace. La causa è attribuibile alla presenza di peli viscosi sulle superfici vegetali della pianta che limitano significativamente la mobilità del predatore.

Pomodoro a parte, questo predatore è ormai diventato una componente fondamentale nell’arsenale di strumenti di biocontrollo. D’altronde, l’utilizzo di Phytoseiulus persimilis come agente di biocontrollo si inserisce perfettamente nell’ottica dell’agricoltura biologica, secondo un approccio pienamente ecocompatibile. Riducendo al minimo l’uso della chimica e preservando la biodiversità, questo approccio infatti non solo protegge l’ambiente, ma favorisce anche la resilienza degli ecosistemi agricoli a lungo termine, contribuendo a garantire una produzione alimentare sostenibile e di alta qualità.

 

Donato Liberto
© fruitjournal.com

 

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