Agrumi a rischio: chiesto intervento UE

Maggiori controlli alle frontiere e risorse: l'Italia chiede l'intervento UE per salvaguardare gli agrumi dalle minacce legate alle importazioni

da uvadatavoladmin

Citrus black spot, Falsa Cydia, Citrus tristeza virus: questa la triade che preoccupa la filiera degli agrumi italiani. E ora il Paese chiede un intervento dell’UE.

Maggiori controlli alle frontiere e fondi per salvaguardare una produzione da 1,5 miliardi di euro: questa – in sintesi – l’interrogazione presentata dall’europarlamentare della Lega Gianantonio Da Re alla Commissione europea per salvaguardare il comparto. Un comparto che – come ricordato – con 140 mila ettari coltivati, 3 milioni di tonnellate di prodotto e 1,5 miliardi di fatturato, porta il Belpaese al secondo posto dopo la Spagna tra i Paesi europei produttori di agrumi.

“La filiera agrumicola ha lanciato il suo segnale d’allarme” – ha detto in Commissione Da Re. “Mi aspetto che la UE agisca – e in fretta – per salvaguardare il comparto con strumenti finanziari specifici”.

Tre, in particolare, le minacce che destano maggiori preoccupazioni:

  • il Citrus black spot, che – originario del Sudafrica – tende a colpire gli alberi di arance e limoni;
  • la Falsa Cydia, un lepidottero proveniente da Sudafrica e Israele che danneggia le piante di agrumi, interessando in particolare mandarini e pompelmi;
  • il Citrus tristeza virus, noto anche come virus della tristezza, che – proveniente dalla zona sudorientale dell’Asia – costituisce la più grave malattia da virus che colpisce diverse specie di agrumi in tutto il mondo.

Di qui la richiesta di un intervento da parte di Bruxelles: “Occorre intervenire per incentivare e garantire validi controlli – ha concludo Da Re – al fine di impedire che prodotti già intaccati dalle fitopatie possano essere immessi nel mercato europeo”.

agrumi da re

In foto l’europarlamentare Da Re

A intervenire sulla questione anche Confagricoltura. Il presidente della Federazione nazionale agrumi di Confagricoltura Giosuè Arcoria ha infatti ricordato che “se la Cbs finisse con l’attaccare i nostri agrumi, tutto il settore sarebbe a rischio. Basta guardare cosa è successo con il virus della tristezza, i cui strascichi si fanno ancora sentire”.

Per l’Organizzazione degli imprenditori agricoli è dunque necessario mettere in atto velocemente misure efficaci per salvaguardare il comparto italiano degli agrumi, il territorio, le imprese e l’indotto.

“Occorre introdurre, come abbiamo richiesto, un limite di intercettazioni, oltre il quale vanno bloccate le importazioni. La CBS non solo è altamente contagiosa, ma non esiste alcuna misura per controllarla”. “Ricordiamo come solo l’anno scorso una nuova falena stesse minacciando gli agrumi in tutta Europa, mentre qualche mese dopo tonnellate di arance sudafricane marcivano nei container bloccati nei porti UE a causa dei controlli” – ha poi aggiunto.

Già nell’ultima riunione del gruppo di lavoro al Copa-Cogeca, Spagna e Italia avevano chiesto di intervenire, come ripetuti sono stati gli appelli di Confagricoltura. “L’elevata vocazione produttiva del nostro territorio, l’ottima qualità delle produzioni italiane, l’ampia offerta e l’impegno degli agrumicoltori – ha infatti concluso Arcoria – deve tradursi in altrettanta responsabilità da parte delle istituzioni europee per proteggere queste eccellenze con misure forti ed efficaci. Il ministro Lollobrigida ha firmato un buon decreto agrumi, a cui abbiamo contribuito per migliorare una prima versione, nel quale sono indicati obiettivi e un regime di aiuti favorevole alle imprese del comparto”.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

 

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