Finocchi: aspetti botanici e colturali

Coltivata in Italia, prevalentemente in pieno campo, quella dei finocchi è una specie originaria dell'area mediterranea. Ma quali sono le sue esigenze principali?

da uvadatavoladmin
finocchi

Prevalentemente effettuata in pieno campo, la coltivazione dei finocchi in Italia interessa circa 18.000 ettari, con una concentrazione maggiore nelle regioni del Centro-Sud e limitando la coltivazione in serra in pochi ettari nella regione Liguria. Il finocchio (Foeniculum vulgare) è una specie orticola originaria dell’area mediterranea appartenente alla famiglia delle Apiacee o Ombrellifere di cui fanno parte anche altre colture orticole di rilevanza agronomica in Italia, come sedano (Apium graveolens) e carota (Daucus carota).

Quali sono le caratteristiche botaniche che caratterizzano la pianta del finocchio?

La pianta del finocchio, da un punto di vista botanico è considerata una erbacea biennale, anche se nella maggior parte dei casi viene coltivata come pianta annuale. La formazione del grumolo – parte vegetale commercializzata per il consumo umano – viene portata a termine dalla pianta nel primo anno di vita. Nel secondo anno, invece, inizia la fase riproduttiva e viene prodotto uno scapo fiorale di tipo ramificato che porterà fiori riuniti in infiorescenze a ombrella composta, che – in seguito alla fecondazione – porteranno alla formazione dei frutti e quindi dei semi. Questi, se non raccolti per le numerose proprietà fitoterapiche che li contraddistinguono, servono alla pianta per riprodursi.

Il grumolo – parte commestibile della pianta – è formato dalla parte basale delle foglie, le cosiddette guaine fogliari carnose, che – sovrapposte, avvolgenti e serrate – vengono utilizzate dalla pianta per accumulare sostanze nutritive. Il gromulo può avere forma variabile, di tipo più allungato o arrotondato a seconda delle varietà utilizzate e delle tecniche agronomiche adottate. Al di sotto del grumolo è localizzata la radice, composta da un fittone di colore bruno chiaro che si sviluppa successivamente con numerose radici laterali demandate alla ricerca di acqua e nutrienti.

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Esigenze pedoclimatiche ideali per la coltivazione dei finocchi

Come anticipato, la coltivazione dei finocchi è finalizzata alla produzione del cosiddetto grumolo. Questa struttura vegetale si accresce all’interno del terreno, pertanto particolare attenzione deve essere posta alle esigenze della coltura da un punto di vista pedologico. Il finocchio predilige terreni di medio impasto, dotati di un elevato contenuto di sostanza organica e ben drenati, con un pH compreso tra 5,5 e 7. Le esigenze pedologiche della coltura sono direttamente correlate alle problematiche che si possono riscontrare. Nello specifico, la preferenza della coltura nei confronti di terreni ben drenati è fondamentale, poiché il finocchio è particolarmente vulnerabile ai ristagni idrici e allo sviluppo di malattie fungine come la sclerotinia (causata da Sclerotinia sclerotium). Inoltre, sono da evitare terreni pesanti e scarsamente dotati di sostanza organica, in quanto facilmente compattabili e non funzionali all’ottimale accrescimento e sviluppo del grumolo.

Da un punto di vista climatico, invece, essendo originariamente una coltura a ciclo autunno-vernino, ha esigenze termiche abbastanza contenute, preferendo ambienti miti. L’optimum per lo sviluppo vegetativo è infatti compreso tra i 15 e i 20 °C, anche se ben si adatta a temperature più basse (6-8 °C). A tal proposito, con l’introduzione di nuove varietà ottenute grazie a i vari programmi di miglioramento genetico, è stato possibile costituire genotipi di piante coltivabili per più periodi dell’anno.

I finocchi, infatti, vengono oggi coltivati con cicli colturali variabili in funzione dell’ambiente di coltivazione e delle varietà utilizzate: si hanno così da un lato varietà precoci che presentano un ciclo colturale di 70-80 giorni, dall’altro varietà tardive con un ciclo di 180-200 giorni.

Conoscere la botanica, il periodo di coltivazione e le esigenze di una coltura però non basta. Per una corretta gestione della coltivazione della pianta del finocchio si rendono infatti necessari alcuni accorgimenti tecnici che, attuati sin dal momento della semina/trapianto, consentono di raccogliere un prodotto di qualità.

 

Donato Liberto
© fruitjournal.com

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