Flavescenza dorata: servono più aiuti per combatterla

A lanciare l'appello il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, in vista della nuova stagione produttiva

da uvadatavoladmin
Flavescenza dorata

Continua a fare paura la flavescenza dorata, ampelopatia estremamente pericolosa per la vite e per l’intero comparto viticolo. A lanciare di nuovo l’allarme è Confagricoltura Toscana, che ha denunciato un mancato intervento da parte delle istituzioni. “Dal mondo dell’agricoltura si leva una richiesta di aiuto. Servono fondi di emergenza per affrontare la situazione. Lo Stato deve investire di più”, ha dichiarato il presidente Marco Neri a margine di un incontro sul tema tenutosi alla società agricola “Il Borro srl” a Loro Ciuffenna, in provincia di Arezzo.

Marco Neri presidente Confagricoltura Toscana

Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana

Un’altra minaccia, dopo quella della peronospora, che aveva particolarmente colpito queste zone.  “La diffusione fitopatia – secondo il presidente di Confagricoltura Toscana – può essere contrastata solo con un monitoraggio puntuale e tempestivo di tutto il vigneto toscano finalizzato all’individuazione sia delle piante sintomatiche sia dell’insetto vettore oltre all’ impiego dei fitofarmaci laddove necessario”. Per questo, ha continuato Marco Neri, è fondamentale l’innovazione, oltre allo sviluppo di tecniche di evoluzione assistita. 

Secondo il presidente Neri, infatti, a determinare l’aumento dell’incidenza della flavescenza dorata della vite sarebbero i cambiamenti climatici e quindi la difficoltà di contenere i vari insetti vettori, tra cui l’insetto cicadellide Scaphoideus titanus. Tra le altre cause ci sarebbe la presenza di crescenti superfici incolte che diventano serbatoio per l’infezione.

“Occorre un sempre maggiore coordinamento tra i sistemi regionale e nazionale – ha concluso il presidente di Confagricoltura Toscana – ma è il tema delle risorse a fare la differenza. Risorse per finanziare la sostituzione delle viti estirpate e per potenziare azioni specifiche di lotta alla fitopatia”.

Segnalata in Francia per la prima volta negli anni Cinquanta la flavescenza dorata ha fatto la sua prima comparsa in Italia una decina di anni dopo.

Fino a qualche anno fa la fitopatia era confinata quasi del tutto nei vigneti delle regioni settentrionali, ora però sta assumendo una notevole importanza anche in Toscana. L’agente causale è il fitoplasma Grapevine flavescenze dorèe phytoplasma (regno Bacteria, classe Mollicutes) che, una volta entrato nella pianta, altera il corretto funzionamento dei tessuti linfatici adibiti al trasporto di linfa dalle foglie agli altri organi della pianta. 

Il controllo della malattia avviene con l’approccio indiretto, l’unico al momento utilizzabile per ovviare alla diffusione del patogeno, stando alle misure adottate dal Servizio fitosanitario nazionale. Una modalità che non è in grado, però, di agire direttamente sul patogeno, eliminandolo dalla pianta. Per questo, la rimozione completa e tempestiva dell’area risulta essere l’unica pratica fitosanitaria efficace per contrastare la fitopatia.

Silvio Detoma
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