Mirtilli italiani: produzione in crescita, non solo al Nord

Gli areali di mirtilli in Italia sono cresciuti dell'1%, in ripresa le coltivazioni a Sud, in aumento il consumo

da uvadatavoladmin
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La coltivazione dei mirtilli in Italia, seppur ancora di nicchia, rimane sostanzialmente stabile. Lo confermano i dati di Italian Berry (CSO Italy) sulla superficie coltivata a piccoli frutti. Nel 2023, a livello nazionale, l’area interessata si è attestata intorno ai 2500 ettari, segnando un -2% rispetto al 2022. I mirtilli, all’interno dell’intero complesso italiano, si attestano invece su quasi 1600 ettari, con un incremento dell’1% sul 2022.

Come si registra ormai da anni la produzione italiana di mirtilli e piccoli frutti si concentra in particolar modo al Nord Italia, anche se alcune regioni del Meridione (Sicilia e Calabria) stanno cominciando a inseguire questo mercato.

Al primo posto tra le regioni italiane per superficie coltivata a piccoli frutti si conferma il Piemonte, con 700 ettari dedicati di mirtilli. Segue la Lombardia, con 400 ettari complessivi, di cui la maggioranza coltivati a mirtilli. Trentino Alto Adige e Veneto guidano la produzione al Nord-Est con una superficie che si estende, rispettivamente, dai 370 ai 330 ettari. Di minor importanza i mercati delle altre regioni. In primis dell’Emilia-Romagna, ferma a 125 ettari coltivati a piccoli frutti, con un aumento proprio per quanto riguarda i mirtilli. Il Sud segue in lievissima crescita. La Sicilia ha raggiunto i 100 ettari coltivati, specialmente nella parte sudorientale dell’Isola. Sono invece solo 60 gli ettari coltivati in Calabria, anche se rimane ridotta la produzione di mirtilli, al contrario di quella dei lamponi. 

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Una coltura particolare

La pianta dei mirtilli, in generale, necessita di suoli ben drenati, ricchi di sostanza organica e con valori di pH compresi tra 4 e 6 (pH acido). Questa coltura arbustiva non tollera la presenza di calcare attivo nel terreno; infatti, i terreni calcarei avendo un pH molto basico possono indurre le piante di mirtillo a una serie di carenze fisiologiche nei confronti di alcuni micronutrienti, tra cui il ferro. 

Per questo, molte zone del Sud Italia non sono adatte alla coltivazione, in particolare la Puglia, ricca di terreni calcarei. I mirtilli però, grazie alle loro proprietà benefiche e complice un trend in crescita sui social, sta diventando sempre più apprezzato dagli italiani e a livello mondiale. Motivazioni per cui molti produttori stanno investendo in questa produzione. 

Il caso della Puglia è particolare. Infatti, come detto, la difficoltà nel produrre questa coltura nei territori carsici ha fatto accendere la lampadina a un giovane agronomo, Kristofer Mucollari, che nella sua azienda familiare, Greenal, ha lanciato la sfida della coltura dei mirtilli e dei frutti rossi fuori suolo, coltivandoli in vaso con substrato idoneo. Tre varietà in particolare: Alix Blue (precoce), Huron (medio precoce) e Liberty (tardiva). Dal 2020 ha impiantato 3400 piante, con una raccolta che ha raggiunto nel 2021 circa 15 quintali di prodotto. La coltivazione fuori suolo, anche se ancora sperimentale, sta comunque aumentando in molte zone d’Italia. 

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La competizione con gli altri Paesi

Il mercato italiano, al momento, non può competere con quelli europei e in particolar modo extraeuropei. I leader mondiali restano Cina, USA e Perù, seguiti da Messico e Sudafrica in crescita. A livello europeo ci sono la Spagna, il Portogallo e la Polonia, che ha triplicato i volumi diventando il principale fornitore della Germania. Il Perù, in ogni caso, rimane il primo esportatore di mirtilli al mondo, scalzando addirittura la sua produzione di avocado diventando il secondo prodotto peruviano più venduto all’estero. Il Perù sta vedendo da anni, però, una riduzione dei volumi, anche a causa delle varietà coltivate, più tradizionali e meno pronte alle condizioni climatiche più estreme, al contrario di alcune varietà più recenti. 

Le sfide climatiche, a livello globale, potrebbero quindi compromettere il mercato, come nel caso di alcuni Paesi del Sud America, come il Cile, e il Messico. Il Sudafrica, invece, anche se in crescita nella superficie coltivata, fa fatica a esportare la produzione di mirtilli, nonostante il periodo di raccolta sia previsto intorno al periodo natalizio, a causa delle inefficienze dei porti e quindi ha dovuto optare per il trasporto aereo, più costoso. 

Mirtilli italiani, una sfida per il futuro

I livelli di volumi di mirtilli italiani sono pari a quelli delle scorse annate, ma si sta comunque cercando di esportare il prodotto oltre a Germania, Regno Unito e Svizzera anche oltreoceano. Per quanto riguarda i consumi italiani i mirtilli sono stati acquistati da oltre il 25% delle famiglie italiane. Ora la sfida per l’Italia rimane quella di allungare e anticipare il più possibile il periodo di produzione, sfruttando le differenze climatiche tra Nord e Sud, con una selezione più ampia di varietà e con lo sviluppo di tecniche di coltivazione più efficienti e innovative. 

Silvio Detoma
© fruitjournal.com

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