Da alcuni anni l’insetto lignicolo Xylosandrus compactus (Eichhoff), originario dell’Asia tropicale orientale si sta diffondendo in diverse regioni italiane causando danni significativi a carico di diverse specie arboree e arbustive degli habitat forestali. Di recente, però, questo scolitide è stato rinvenuto per la prima volta su colture arboree fruttifere, nello specifico sono stati osservati danni in alcuni giovani rametti di piante di pero della fascia litoranea adriatica. Non solo. Di norma questo scolitide parassita viene definito un “parassita di debolezza” in quanto attacca piante in condizioni di stress, ma nel caso dei fruttiferi infestati nel ferrarese si è osservata l’assenza di tale condizione, poiché le piante di pero infestate erano in buono stato di salute.
Classificazione e ciclo biologico di Xylosandrus compactus
Xylosandrus compactus (Eichhoff) è un insetto lignicolo che da un punto di vista tassonomico appartiene all’ordine dei Coleoptera, famiglia Curculionidae.
Le forme adulte dello scolitide xilomicetofago presentano un marcato dimorfismo sessuale:
- le femmine sono di colore marrone scuro lucido, sono caratterizzate da una lunghezza di circa 1,7 mm e sono alate;
- i maschi, invece, sono di colore rossiccio, più piccoli delle femmine con dimensioni di circa 0,9-1,3 mm e privi di ali.
Alla schiusura delle uova fuoriescono le larve, queste presentano la caratteristica forma a “C” degli scolitidi, sono di colore bianco-crema, prive di zampe e con capo di colore marrone.
Si tratta di una specie altamente polifaga, è in grado di attaccare circa 200 specie vegetali appartenenti a circa 60 famiglie diverse.
Alle latitudini del nostro Paese gli adulti appartenenti a questa specie sono attivi da metà marzo a fine settembre, con qualche variazione legata agli andamenti climatici dei singoli territori e delle diverse annate. In condizioni climatiche favorevoli l’insetto è in grado di compiere fino a 5 generazioni l’anno, per poi svernare allo stadio di adulti all’interno delle piante ospiti.
Solo le femmine sono in grado di volare e infestare nuove piante, di solito penetrano all’interno di giovani rami – di 1-2 anni di età – attraverso un piccolo foro circolare di ingresso del diametro di 0,7-0,8 mm, scavato solitamente sul lato inferiore del ramo. Una volta all’interno dell’ospite, la femmina continua a scavare fino a raggiungere il midollo centrale dove formerà una caratteristica camera di allevamento di pochi mm di diametro e alcuni centimetri di lunghezza. All’interno di questa cavità la femmina dello scolitide depone le uova che, se fecondate danno origine a larve di sesso femminile, in caso contrario, se non fecondate originano larve di sesso maschile.
Come in tutte le specie xilematiche di scolitidi, le larve non sono in grado di scavare gallerie e per questo non possono cibarsi del legno, ma si nutrono di funghi. Xylosandrus compactus rientra infatti nel gruppo degli Ambrosia beetle, insetti che hanno la capacità di instaurare un rapporto simbiotico con alcuni funghi. Tali funghi vengono introdotti nella pianta ospite dalla femmina durante la fase di colonizzazione dei rami e, grazie alla loro presenza le larve si nutrono e sviluppano all’interno dei tessuti legnosi.
Danni sul pero: importante non confonderli
Se da un lato le larve dello scolitide traggono vantaggio dalla presenza di funghi, come ogni rapporto simbiotico che si rispetti, anche i funghi a loro volta, traggono vantaggio dalla presenza dell’insetto che diventa loro vettore. Il danno sulla coltura è quindi provocato dall’azione meccanica di scavo delle gallerie da parte dell’insetto combinata con l’azione fitopatogena (sintomi) dei funghi da esso trasportati, per questo è anche possibile parlare di sintomi. La sintomatologia generale provocata dall’azione combinata di insetto e funghi sul pero consiste nel disseccamento dei rami attaccati con successivo arrossamento e avvizzimento delle foglie.
Il quadro sintomatologico provocato dallo scolitide, in alcuni casi, può essere confuso con quello provocato da Erwinia amylovora, agente del colpo di fuoco batterico.
In tal caso, per sanare ogni dubbio, in caso di attacchi da X. compactus si può notare la presenza del foro circolare di ingresso provocato dalle femmine per penetrare nei tessuti vegetali, di solito posizionato nella posizione infera dei giovani rami infestati. Inoltre, applicando una leggera pressione sul rametto infestato dallo scafoide, si assisterà a facile rottura rilevando la presenza della galleria centrale scavata dall’insetto.
Attualmente – assicurano i ricercatori – la situazione riguardante l’infestazione di X. compactus sul pero non desta particolare preoccupazione poiché si tratta delle prime segnalazioni. Tuttavia, è essenziale non sottovalutare questo nuovo parassita ricorrendo a monitoraggi tempestivi e accurati, accompagnati da interventi di gestione adeguati.
Donato Liberto
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